Musica

Fabrizio De André, la poesia delle sue canzoni a 20 anni dalla morte: ecco alcuni versi attuali e indimenticabili

La redazione de Ilfattoquotidiano.it ha selezionato passaggi significativi, incredibilmente contemporanei. Senza la pretesa della completezza. Per questo chiediamo agli utenti di segnalare, nei commenti, altri passi estratti dai brani di Faber che ritenete attuali

di Alberto Marzocchi

Vent’anni fa, l’11 gennaio del 1999, moriva Fabrizio De André. Il vuoto che ha lasciato dietro di sé, tanto sul piano culturale quanto su quello musicale – nessun cantautore, dopo De André, ha mai raggiunto De André – è stato in parte colmato dalla straordinaria eredità che ci ha affidato: i suoi dischi, le sue poesie. Ed è proprio da qui che, nella redazione de ilfattoquotidiano.it, abbiamo deciso di partire per costruire una sorta di omaggio a Faber: la condivisione, coi nostri lettori, di passi e frasi delle sue canzoni che riteniamo estremamente attuali. Anche 20 anni dopo la sua morte. Anche, addirittura (visto che la più “datata” che abbiamo scelto è La città vecchia) 54 anni dopo l’uscita di uno dei suoi primi 45 giri. Con l’intento di ricordarlo e con quello, certo, di riflettere. Riflettere sul presente, in quel retrobottega dell’anima di montaigneana memoria che De André scoprì tra le colline della Gallura, col filtro dei suoi occhi e con quello della sua infinita sensibilità.

Dall’elogio della solitudine di Anime Salve intese, in chiave etimologica, come “anime solitarie”, a un Inverno il cui senso, oggi, viene ribaltato e tradotto  come non accettazione della sconfitta, rifiuto della perdita e, in ultima analisi, della morte; dalla resistenza delle minoranze di Quello che non ho (sardi, indiani, ma anche oppressi, in senso lato, da chi detiene il potere) ai figli della luna, gli omosessuali, a cui De André dedicò Andrea e che ancora oggi, purtroppo, subiscono discriminazioni; dall’urlo straziante di un padre che tiene tra le braccia il figlio ucciso dalle bombe di Sidùn (Libano) e che oggi potrebbe essere il teatro di guerra della Siria, alla piccola deviazione – che ci siamo concessi – di Duemila, dall’album Senza orario senza bandiera dei New Trolls, a cui Faber collaborò insieme all’amico e poeta Riccardo Mannerini.

Quello che vi chiediamo è di segnalarci, nei commenti, i vostri passi estratti dalle canzoni di De André che ritenete attuali. E, se volete, di spiegare perché.

@AlbMarzocchi

 

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