Salverà o non salverà i pubblici ufficiali – come i consiglieri regionali – imputati nei processi per le spese pazze la modifica all’articolo 316 ter del codice penale alla legge Anticorruzione? La domanda è legittima a leggere le perplessità degli inquirenti di Genova che stanno processando il viceministro leghista Edorado Rixi così come racconta il Fatto Quotidiano. Secondo i tecnici del ministero della Giustizia la risposta è no. Per il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, invece il rischio potrebbe esserci. Anche se non automatico.
Ministero: “Modifica non si applica al peculato”
In via Arenula, ne sono certi, l’aggiunta – quattro righe introdotte a firma di dieci deputati del Carroccio – non inciderà né sul processo di Rixi, né su altri perché sia tratta di reati diversi. Il peculato – che ha una pena molto più alta dell’indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici – prevede l’appropriazione di soldi che sono già nella disponibilità dei pubblici ufficiali come sono i consiglieri regionali. È come se il denaro, che è distribuito sotto forma di rimborsi forfettari, fosse su un conto corrente o una cassaforte pronto per essere utilizzato perché già destinato al pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. Mentre nel caso della indebita percezione di erogazioni o fondi i soldi non sono già nella disponibilità, ma vengono ottenuti tramite documenti o dichiarazioni falsi.
Presidente Anac: “Molto dipenderà dalle singole imputazioni”
“Avevo fatto caso a questa modifica che era stata introdotta nel disegno di legge originario e mi ero chiesto fin dal primo momento a che cosa servisse questa norma e mi riservavo di approfondirlo perché si trattava di un aspetto non di un mio particolare interesse – dice Cantone interpellato dal fattoquotidiano.it -. Ho letto stamattina l’interpretazione che è stata data da alcuni giornali e il rischio che questa norma possa incidere sui processi in corso per i rimborsi dei consiglieri regionali credo ci sia. Ma dipenderà molto dalla singole imputazioni, come è stata strutturata l’imputazione: non credo sia automatico che tutti i processi che riguardino ipotesi di rimborsi possano ricadere sotto disciplina” aggiunge il già pm anticamorra e magistrato che è stato in servizio al massimario della Cassazione. L’applicazione di una norma o dell’altra potrebbe fare una grande differenza perché il peculato è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi, per l’indebita percezione la forbice è molto più stretta: dai sei mesi a tre anni di reclusione. E questo potrebbe fare la differenza sia in caso di condanna – con la relativa sospensione in base alla legge Severino – che di prescrizione del reato.
Per Rixi l’accusa ha chiesto 3 anni e 4 mesi
Per l’ex capogruppo leghista in Regione Liguria i pm hanno chiesto 3 anni e 4 mesi lo scorso 15 ottobre per peculato, appunto. Nel corso di tante inchieste – dalla Liguria alla Sicilia, dalla Lombardia alla Sardegna – è emerso che i consiglieri con i soldi pubblici acquistassero un po’ di tutto: dai gioielli alle mutande. Denaro a cui però avevano di fatto un accesso diretto. E quindi la modifica al 316 ter non dovrebbe riguardare Rixi e o gli altri presunti furbetti dello scontrino. Perché, anche se come prevede la legge agli imputati va sempre applicata la norma più favorevole, il reato punito dai due articoli è diverso. Non c’è stata né sostituzione né derubricazione del peculato. Anche se come ragiona Cantone bisognerà capire come è “strutturata” l’accusa e come la valuterà il giudice.
Cosa dice la modifica dell’articolo del 316 ter
La norma prevedeva dai sei mesi a tre anni di reclusione (pena quindi molto più bassa del peculato, ndr) per “chiunque mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee... “. Quindi riferibile ai comuni cittadini. Al reato, con l’emendamento approvato, è stato aggiunto però questo paragrafo: “La pena è della reclusione da uno a quattro anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso della sua qualità o dei suoi poteri”. E voilà la domanda non può essere che questa: il reato così modificato, con una pena inferiore a quella prevista dal peculato, sarà applicabile ai casi di consiglieri furbetti dello scontrino ancora non passati in giudicato?
In via Arenula però il caso è già chiuso: “Sono condotte diverse”
Ma in via Arenula il caso è già chiuso. “La questione non esiste, si tratta di fattispecie giuridicamente diverse, quindi non cambierà nulla per chi è accusato di peculato” ha confidato ai suoi collaboratori il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. “In una legge che irrigidisce tutto il quadro sanzionatorio non ci sono certo scappatoie per chi ruba soldi pubblici”. L’introduzione dell’emendamento “non modifica alcunché nella qualificazione giuridica della condotta, per il semplice motivo che a distinguere nettamente la fattispecie” del peculato “da quella dell’articolo 316 ter è l’elemento materiale del reato, indipendentemente dalla veste (pubblico ufficiale o non) di chi commette il reato. Il discrimine è tutto sul piano oggettivo ovvero nella disponibilità dei pubblici ufficiali “della cosa o del denaro oggetto della condotta appropriativa”.
Nel caso dei consiglieri regionali tutti avevano disponibilità di rimborsi forfettari – la cui cifra varia tra i 40 e i 50mila euro a secondo dell’ente – proprio in ragione della carica. Prima degli scandali delle spese pazze, a partire dal 2010, i consiglieri, superato quel tetto, potevano chiedere altri rimborsi presentando gli scontri e giustificando le spese. I soldi erano già in mano loro, come se fossero già sui loro conti correnti: dovevano solo prelevarli. Dopo le inchieste e i primi processi a partire dal caso di Franco “Batman” Fiorito (che fu arrestato ed è stato condannato in appello a 3 anni) la legge è cambiata e, raggiunto il rimborso forfettario, non si può chiedere più neanche un centesimo.
Nel caso di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato invece spiegano in via Arenula la condotta tipica consiste nel conseguimento indebito, per sé o altri, di contributi, finanziamenti etc…: il che presuppone, ovviamente all’opposto che nel peculato, che l’autore del reato non disponga di tali beni. Né naturalmente dei soldi. Quindi per ottenere il denaro si presentano dichiarazioni o documenti falsi, ma quel denaro deve essere come dire concesso e non se ne ha una diretta disponibilità. Il reato prevede anche una condotta omissiva, “ricorre nel caso di mancata comunicazione di un dato o di una notizia in violazione di uno specifico obbligo di informazione cui consegua il medesimo effetto della indebita percezione delle erogazioni”. La legge è stata promulgata dal presidente della Repubblica, ma ancora non pubblicata in Gazzetta ufficiale. Quando lo sarà si potrà capire come i giudici – a cui verrà chiesta l’applicazione – reagiranno e decideranno. E la domanda potrà avere la risposta più importante: quella dei Tribunali.
Giustizia & Impunità
Spazzacorrotti, il comma salva Rixi? Il ministero: “Non si applica al peculato”. Cantone: “Rischio sui processi c’è”
Salverà o non salverà i pubblici ufficiali - come i consiglieri regionali - imputati per peculato (articolo 314) la modifica all'articolo 316 ter del codice penale alla legge Anticorruzione? La domanda è legittima a leggere le perplessità degli inquirenti di Genova che stanno processando il viceministro Edorado Rixi così come svelato dal Fatto Quotidiano
Salverà o non salverà i pubblici ufficiali – come i consiglieri regionali – imputati nei processi per le spese pazze la modifica all’articolo 316 ter del codice penale alla legge Anticorruzione? La domanda è legittima a leggere le perplessità degli inquirenti di Genova che stanno processando il viceministro leghista Edorado Rixi così come racconta il Fatto Quotidiano. Secondo i tecnici del ministero della Giustizia la risposta è no. Per il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, invece il rischio potrebbe esserci. Anche se non automatico.
Ministero: “Modifica non si applica al peculato”
In via Arenula, ne sono certi, l’aggiunta – quattro righe introdotte a firma di dieci deputati del Carroccio – non inciderà né sul processo di Rixi, né su altri perché sia tratta di reati diversi. Il peculato – che ha una pena molto più alta dell’indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici – prevede l’appropriazione di soldi che sono già nella disponibilità dei pubblici ufficiali come sono i consiglieri regionali. È come se il denaro, che è distribuito sotto forma di rimborsi forfettari, fosse su un conto corrente o una cassaforte pronto per essere utilizzato perché già destinato al pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. Mentre nel caso della indebita percezione di erogazioni o fondi i soldi non sono già nella disponibilità, ma vengono ottenuti tramite documenti o dichiarazioni falsi.
Presidente Anac: “Molto dipenderà dalle singole imputazioni”
“Avevo fatto caso a questa modifica che era stata introdotta nel disegno di legge originario e mi ero chiesto fin dal primo momento a che cosa servisse questa norma e mi riservavo di approfondirlo perché si trattava di un aspetto non di un mio particolare interesse – dice Cantone interpellato dal fattoquotidiano.it -. Ho letto stamattina l’interpretazione che è stata data da alcuni giornali e il rischio che questa norma possa incidere sui processi in corso per i rimborsi dei consiglieri regionali credo ci sia. Ma dipenderà molto dalla singole imputazioni, come è stata strutturata l’imputazione: non credo sia automatico che tutti i processi che riguardino ipotesi di rimborsi possano ricadere sotto disciplina” aggiunge il già pm anticamorra e magistrato che è stato in servizio al massimario della Cassazione. L’applicazione di una norma o dell’altra potrebbe fare una grande differenza perché il peculato è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi, per l’indebita percezione la forbice è molto più stretta: dai sei mesi a tre anni di reclusione. E questo potrebbe fare la differenza sia in caso di condanna – con la relativa sospensione in base alla legge Severino – che di prescrizione del reato.
Per Rixi l’accusa ha chiesto 3 anni e 4 mesi
Per l’ex capogruppo leghista in Regione Liguria i pm hanno chiesto 3 anni e 4 mesi lo scorso 15 ottobre per peculato, appunto. Nel corso di tante inchieste – dalla Liguria alla Sicilia, dalla Lombardia alla Sardegna – è emerso che i consiglieri con i soldi pubblici acquistassero un po’ di tutto: dai gioielli alle mutande. Denaro a cui però avevano di fatto un accesso diretto. E quindi la modifica al 316 ter non dovrebbe riguardare Rixi e o gli altri presunti furbetti dello scontrino. Perché, anche se come prevede la legge agli imputati va sempre applicata la norma più favorevole, il reato punito dai due articoli è diverso. Non c’è stata né sostituzione né derubricazione del peculato. Anche se come ragiona Cantone bisognerà capire come è “strutturata” l’accusa e come la valuterà il giudice.
Cosa dice la modifica dell’articolo del 316 ter
La norma prevedeva dai sei mesi a tre anni di reclusione (pena quindi molto più bassa del peculato, ndr) per “chiunque mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee... “. Quindi riferibile ai comuni cittadini. Al reato, con l’emendamento approvato, è stato aggiunto però questo paragrafo: “La pena è della reclusione da uno a quattro anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso della sua qualità o dei suoi poteri”. E voilà la domanda non può essere che questa: il reato così modificato, con una pena inferiore a quella prevista dal peculato, sarà applicabile ai casi di consiglieri furbetti dello scontrino ancora non passati in giudicato?
In via Arenula però il caso è già chiuso: “Sono condotte diverse”
Ma in via Arenula il caso è già chiuso. “La questione non esiste, si tratta di fattispecie giuridicamente diverse, quindi non cambierà nulla per chi è accusato di peculato” ha confidato ai suoi collaboratori il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. “In una legge che irrigidisce tutto il quadro sanzionatorio non ci sono certo scappatoie per chi ruba soldi pubblici”. L’introduzione dell’emendamento “non modifica alcunché nella qualificazione giuridica della condotta, per il semplice motivo che a distinguere nettamente la fattispecie” del peculato “da quella dell’articolo 316 ter è l’elemento materiale del reato, indipendentemente dalla veste (pubblico ufficiale o non) di chi commette il reato. Il discrimine è tutto sul piano oggettivo ovvero nella disponibilità dei pubblici ufficiali “della cosa o del denaro oggetto della condotta appropriativa”.
Nel caso dei consiglieri regionali tutti avevano disponibilità di rimborsi forfettari – la cui cifra varia tra i 40 e i 50mila euro a secondo dell’ente – proprio in ragione della carica. Prima degli scandali delle spese pazze, a partire dal 2010, i consiglieri, superato quel tetto, potevano chiedere altri rimborsi presentando gli scontri e giustificando le spese. I soldi erano già in mano loro, come se fossero già sui loro conti correnti: dovevano solo prelevarli. Dopo le inchieste e i primi processi a partire dal caso di Franco “Batman” Fiorito (che fu arrestato ed è stato condannato in appello a 3 anni) la legge è cambiata e, raggiunto il rimborso forfettario, non si può chiedere più neanche un centesimo.
Nel caso di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato invece spiegano in via Arenula la condotta tipica consiste nel conseguimento indebito, per sé o altri, di contributi, finanziamenti etc…: il che presuppone, ovviamente all’opposto che nel peculato, che l’autore del reato non disponga di tali beni. Né naturalmente dei soldi. Quindi per ottenere il denaro si presentano dichiarazioni o documenti falsi, ma quel denaro deve essere come dire concesso e non se ne ha una diretta disponibilità. Il reato prevede anche una condotta omissiva, “ricorre nel caso di mancata comunicazione di un dato o di una notizia in violazione di uno specifico obbligo di informazione cui consegua il medesimo effetto della indebita percezione delle erogazioni”. La legge è stata promulgata dal presidente della Repubblica, ma ancora non pubblicata in Gazzetta ufficiale. Quando lo sarà si potrà capire come i giudici – a cui verrà chiesta l’applicazione – reagiranno e decideranno. E la domanda potrà avere la risposta più importante: quella dei Tribunali.
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Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.
(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.