Contro l'azione del governo guidato da Evo Morales anche il fratello del vicepresidente ("Mi vergogno" e l'ex sottosegretario alla presidenza ("La Commissione sui rifugiati non ha fornito una risposta alla sua richiesta di asilo"). Mentre per la politologa Susanna Bejanaro la sua consegna è un "regalo" alla "rete dell'estrema destra mondiale"
La Bolivia si divide dopo l’arresto e l’immediata consegna di Cesare Battisti all’Italia. Sulla cattura dell’ex terrorista dei Pac – sostengono diversi politici, giornalisti e intellettuali – il governo di La Paz avrebbe dovuto agire in maniera diversa. “Oggi, per la prima volta, questo processo di cambiamento si sviluppa in maniera controrivoluzionaria, gli interessi dello Stato hanno sovrastato la morale rivoluzionaria”, ha scritto Raul Garcia Linera, fratello del vicepresidente boliviano Alvaro Garcia Linera, su Facebook.
“Per la prima volta mi vergogno e sono deluso dall’azione del governo, contraria alla morale rivoluzionaria. E con tutta la mia anima grido che questa azione è ingiusta, codarda e reazionaria“, ha aggiunto Linera, in passato arruolato in un gruppo irregolare e per questo incarcerato, dopo l’arresto avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Santa Cruz, grazie alla cooperazione tra agenti dell’Interpol e la polizia boliviana.
Per Hugo Moldiz, avvocato ed ex sottosegretario alla presidenza, la colpa di quanto avvenuto è della Commissione nazionale dei rifugiati (Conare), poiché – sostiene – non ha fornito una risposta ufficiale alla richiesta d’asilo presentata da Battisti: “La Conare viola i diritti di Cesare Battisti consegnandolo al Brasile o all’Italia, il costo politico per il governo boliviano sarà alto”, ha twittato.
La Conare viola derechos de Cessare Battisti al entregarlo a Brasil o Italia, y el costo político para el gobierno boliviano será alto @KatuArkonada @IsabelRauber @lhan55 @BeaValleM @MatiasCac @cambio_bo @noticiasfides @diarioeldeber @FBuenAbad pic.twitter.com/oyy7JcBRKv
— Hugo Moldiz (@HugoMoldiz) 13 gennaio 2019
L’Ombudsman (Difensore del popolo), David Tezanos Pinto, ha invece dichiarato all’agenzia di stampa Anf che “la procedura adottata per l’’uscita obbligatoria’ di Battisti della Bolivia ha violato la Convenzione sullo Statuto dei rifugiati, la giurisprudenza della Corte interamericana dei diritti umani e la Legge di protezione per le persone rifugiate, colpendo i principi di ‘non devoluzione’ e ‘non espulsione'”. Anche il suo predecessore alla guida dell’Ufficio dell’Ombudsman, Rolando Villena, ha assicurato che alla luce di quanto accaduto, “la funzione dell’organismo è stata così palesemente snaturata e subordinata alla volontà del governo da consigliarne la chiusura”.
Contro la consegna alle autorità italiane del pluriomicida da parte del governo si schiera anche il giornalista Pablo Stefanoni, sottolineando i rapporti tra il presidente Morales e Jair Bolsonaro: “Il presidente Evo Morales ha discusso il tema Battisti nel suo viaggio per l’insediamento del ‘fratello’ Bolsonaro? La consegna in 24 ore sembra un metodo usato nell’Operazione Condor, non la decisione di un governo del popolo. Ancor di più se è vero che” Battisti “aveva chiesto asilo”. Per la politologa Susanna Bejanaro, volto noto della tv boliviana, l’arresto e l’estradizione sono “un regalo” alla “rete dell’estrema destra mondiale”. “Dov’è finita la nostra sovranità? E la solidarietà? E l’ideologia?”, si chiede.