Dopo la memoria di Giunta del 28 dicembre 2018 che, di fatto, prorogava a “comunque non oltre” 3 mesi la consegna dei preziosi spicci lanciati dai turisti nel monumento settecentesco di Nicola Salvi, e un weekend pieno di polemiche sull’asse Campidoglio-Vaticano, la sindaca torna sui suoi passi e all’Osservatore Romano dice: "Garantisco io, in prima persona, che non verrà mai meno il contributo di questa amministrazione"
“La Caritas può stare tranquilla: le monetine resteranno a disposizione”. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, fa marcia indietro sulla vicenda delle monetine depositate nella Fontana di Trevi. Dopo la memoria di Giunta del 28 dicembre 2018 che, di fatto, prorogava a “comunque non oltre” 3 mesi la consegna dei preziosi spicci lanciati dai turisti nel monumento settecentesco di Nicola Salvi, e un weekend pieno di polemiche e strali sull’asse Campidoglio-Vaticano, Raggi torna sui suoi passi e all’Osservatore Romano – quotidiano della Santa Sede – assicura che non solo gli oltre 1 milione di euro ogni anno raccolti da Acea a Trevi continueranno ad essere consegnati alla Caritas Diocesana, ma che addirittura finiranno alla Chiesa “le monete depositate dentro tutte le fontane di Roma”, per un totale di altri 200mila euro l’anno.
“La Caritas e tutte le migliaia di persone assistite dai suoi operatori – ha spiegato la prima cittadina al quotidiano vaticano – possono stare tranquille. Garantisco io, in prima persona, che non verrà mai meno il contributo di questa amministrazione. Per quanto riguarda le monetine, confermo che resteranno a disposizione delle attività caritatevoli dell’ente diocesano. Nessuno ha mai pensato di privare la Caritas di questi fondi. L’ente diocesano svolge un compito importante per tanti bisognosi e per la città di Roma che vuole continuare a essere la capitale dell’accoglienza dei più deboli”. Gli unici soldi che verranno scorporati, dunque, saranno i circa 20.000 euro da corrispondere ad Acea per il servizio di raccolta.
Resta il problema della contabilità. La soluzione per arginare l’intoppo burocratico che assilla la Ragioneria capitolina da almeno 2 anni sembra ad un passo. I soldi saranno contabilizzati all’interno del bilancio del Campidoglio e poi l’uscita sarà giustificata come “contributo” previsto all’interno di un apposito protocollo che la sindaca ha annunciato voler sottoscrivere con la Caritas Diocesana. Con buona pace di chi, all’interno della Giunta, sponsorizzava da tempo la possibilità di trasferire una importante fetta di quei fondi alla manutenzione dei tanti monumenti del centro storico – di competenza della Sovrintendenza comunale – patrimonio Unesco ma a secco di risorse per i numerosi interventi di conservazione e il restauro di cui necessitano.
D’altronde, sulla stampa locale era trapelato neppure tanto velatamente il fastidio del Vaticano nei confronti di questa iniziativa della Giunta capitolina, che già in passato – almeno a parole – aveva annunciato iniziative per abbattere alcuni “privilegi” (letteralmente definiti) in capo alla folta comunità ecclesiastica romana. Oggi Raggi afferma: “Credo che le parrocchie rappresentino un baluardo importante per la tenuta del territorio. Spesso le parrocchie e i centri di volontariato rappresentano le frontiere all’interno della città, il luogo in cui ci si confronta e si cresce insieme. È evidente che il terzo settore vada tutelato e incoraggiato”.