Un dono divino illumina gli italiani piuttosto che i popoli di diversa lingua e tradizione: l’invenzione semantica. Nel mio settore, intraducibili sono le “bombe d’acqua” che racconto nell’omonimo saggio, dove svelo anche l’ideatore del “rischio idrogeologico”. Per lo straniero, l’aggettivo “idrogeologico” attiene alle falde acquifere, non a frane e alluvioni. Ed è praticamente impossibile rendere nella neo-lingua globish che ha travolto la scienza, l’ingegneria e l’economia, parole come “termovalorizzatore” o un ossimoro come “invarianza idraulica”. Anche le “grandi opere” fanno parte di questo vocabolario fantastico, perché nel resto del mondo si parla più semplicemente di infrastrutture, senza avventurarsi in un cimento etimologico dal sapore fallico.
Alla metà del 2017, un’importante società di consulenza globale, Pwc, aveva pubblicato un rapporto sulle prospettive d’investimento nelle infrastrutture, fiutando con largo anticipo l’aria sovranista che si respirava negli Stati Uniti e in Europa. Le cinque linee guida indicate da Pwc consigliavano di:
1. Porre la massima attenzione sulla capacità degli investimenti infrastrutturali di consolidare il benessere e diffondere la ricchezza, che sono tra gli obiettivi di chi antepone il sovranismo al globalismo;
2. Allargare i propri orizzonti, dai progetti di prato verde ai rischi regolatori a livello nazionale;
3. Per investire in modo proficuo non bisognava trascurare i mega-trend, le tendenze globali come innovazioni tecnologiche e cambiamento climatico, scambio di beni immateriali, variazioni demografiche e internet delle cose;
4. Privilegiare l’investimento in infrastrutture sostenibili sul lungo periodo;
5. Seguire con attenzione la fame di infrastrutture da parte dei Paesi ricchi di materie prime.
Ma non è frequente trovare qualche accenno a questi temi nelle chiacchiere da Bar Sport su cui ruota il dibattito sulle infrastrutture del nostro Paese, la palestra dello scontro politico di questi giorni. Il resto del mondo come fa le proprie scelte? Basandole come ovvio sull’Abc, l’analisi tra benefici e costi. Banca Mondiale o Banco Interamericano de Desarrollo possono forse finanziare una qualunque infrastruttura a rete – strada, ferrovia, acquedotto, gasdotto, oleodotto o elettrodotto – senza valutare benefici e costi dell’impresa? È quindi naturale che il dottor Carlo Cottarelli abbia recentemente suggerito di “seguire l’analisi costi-benefici” nelle scelte d’investimento pubblico in infrastrutture. Egli condivide con il leader del gruppo di lavoro ministeriale sull’Abc, Marco Ponti, una precisa cultura tecnico-scientifica, frutto di pluriennali esperienze internazionali. Il primo con il Fondo monetario internazionale, il secondo con la Banca mondiale, prima d’insegnare per anni economia agli studenti d’ingegneria ambientale del Politecnico di Milano. Nulla a che fare con la cosmologia antagonista.
Il mondo vedrà investimenti per 4.500 miliardi di dollari nel triennio 2018-2020. I 132 miliardi di euro di infrastrutture – previsti dai passati governi e ora sotto la lente dell’Abc ministeriale – sono solo un rivolo, soprattutto se nel triennio trasuderanno solo alcune gocce. Gocce che scorreranno lentamente, comunque. Tutti conosciamo il passo di lumaca con cui si realizzano le infrastrutture in Italia. L’Aurelia Bis di Savona – una strada di scorrimento lunga cinque chilometri e larga dieci metri e mezzo – è ancora un cantiere, benché aperto dal governatore ligure nel 2013. L’Autostrada del Sole, 760 chilometri, fu inaugurata nel 1964, dopo 3.060 giorni dalla posa della prima pietra. Realizzata con la rapidità dell’Aurelia Bis, l’inaugurazione dell’Autosole potrebbe fare notizia soltanto nel secolo venturo.
L’Abc del Tav da Torino a Lione è ancora segreta e l’unica nota finora, l’Abc del Terzo Valico ligure-piemontese, porge una diagnosi infausta. Lo scenario “base”, quello più verosimile perché sorvola sia sull’ottimismo dei profeti sia sul pessimismo della ragione, prevede un Valore attuale netto (Vane) negativo del “costo a finire”, a sua volta valutato in 4,636 miliardi di euro, assai meno di quanto previsto inizialmente. Non si tratta di spiccioli; e il Vane negativo da 1.576 milioni di euro dovrà pur essere pagato da qualcuno nei prossimi 60 anni. Lascio indovinare da chi.
Sia chiaro che un treno veloce da Milano a Genova serve. Almeno a qualcuno, come me, fornirebbe un gradito servigio. E sapere che, in larga misura, me lo paga la collettività sarebbe anche consolatorio, dopo parecchie delusioni. L’Abc non aiuta perciò a stabilire se l’infrastruttura è strategica o meno, se è utile o meno. Né se, al contrario, è inutile o, addirittura, dannosa. Serve soltanto a comporre un’agenda razionale con cui pianificare gli investimenti in infrastrutture sul lungo periodo, evitando figli e figliastri, se le risorse sono limitate.
L’Abc “a babbo morto”, quando la politica ha già tratto il dado e i cantieri sono aperti, non ha però enorme significato, se non esplicitare gli onori o gli oneri per i nostri figli e per i figli dei nostri figli. L’Abc dei progetti si fa prima, come insegna la Banca Mondiale. Una prima fase, detta screening, serve a valutare le alternative progettuali. Per esempio, di tracciati e progetti del Terzo Valico ne conosco almeno una decina: dal progetto Navone, pubblicato sul Corriere Mercantile nel 1875, alla Direttissima del 1905 o alla proposta Rigamonti, timidamente avanzata dalla lista civica di Marco Doria, sindaco di Genova dal 2012 al 2017. Chissà se anche per tutti questi progetti la diagnosi dell’Abc sarebbe stata infausta.
Tra i diversi progetti, solo quelli positivi entrano nella seconda fase, il ranking, che li mette in colonna per decidere che fare; e che fare prima. Perché la priorità va data ai progetti con miglior valore. E se mancano una dozzina di chilometri per completare il raddoppio della ferrovia Genova-Ventimiglia, qualche dubbio sulle priorità potrebbe anche sorgere. In fondo, parliamo della linea che collega Milano a Barcellona, il cui tratto ligure fu costruito in 16 anni, dal 1857 al 1872, quando per le gallerie non si usava ancora la dinamite ma si scavava a mano con lo scudo inventato da Sir Marc Isambard Brunel.
L’Abc dei progetti pubblici – varata in Italia dal ministro Graziano Del Rio senza praticarla – fu sostenuta con forza dalla presidenza di Barack Obama. Cass Sunstein – docente a Harvard e “zar normativo” di quell’amministrazione – ha pubblicato di recente un libro sul tema: The Cost-Benefit Revolution. Egli afferma che gli americani “vogliono che il governo decida in base al risultato che si potrebbe davvero ottenere. L’analisi costi-benefici è un modo per scoprirlo”. Secondo lui, gli americani vogliono più trasparenza e meno arbitrio, anche se nessuno di loro ha visto finora l’Abc del muro con il Messico, che costa qualche miliardo di dollari.
E gli italiani? Molti di loro, attivi soprattutto nel mondo politico e imprenditoriale, affermano senza mezzi termini che l’Abc “fa perdere tempo e basta”. E i più dotti si vestono del peplo degli antichi romani, affermando che le strade consolari mai avrebbero passato le forche caudine dell’Abc. Comunque, l’attivismo di altri italiani, quelli dei comitati, e la sola minaccia dell’Abc hanno un po’ calmierato l’omerico costo delle infrastrutture italiane, da 40 anni tra le più costose del mondo. Anche se la speranza nelle varianti in corso d’opera promette ancora qualche soddisfazione.
Renzo Rosso
Idraulico insigne
Economia & Lobby - 15 Gennaio 2019
Grandi opere, l’analisi costi-benefici aiuta a risparmiare tempo e denaro. Ma in Italia non tutti lo capiscono
Un dono divino illumina gli italiani piuttosto che i popoli di diversa lingua e tradizione: l’invenzione semantica. Nel mio settore, intraducibili sono le “bombe d’acqua” che racconto nell’omonimo saggio, dove svelo anche l’ideatore del “rischio idrogeologico”. Per lo straniero, l’aggettivo “idrogeologico” attiene alle falde acquifere, non a frane e alluvioni. Ed è praticamente impossibile rendere nella neo-lingua globish che ha travolto la scienza, l’ingegneria e l’economia, parole come “termovalorizzatore” o un ossimoro come “invarianza idraulica”. Anche le “grandi opere” fanno parte di questo vocabolario fantastico, perché nel resto del mondo si parla più semplicemente di infrastrutture, senza avventurarsi in un cimento etimologico dal sapore fallico.
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1. Porre la massima attenzione sulla capacità degli investimenti infrastrutturali di consolidare il benessere e diffondere la ricchezza, che sono tra gli obiettivi di chi antepone il sovranismo al globalismo;
2. Allargare i propri orizzonti, dai progetti di prato verde ai rischi regolatori a livello nazionale;
3. Per investire in modo proficuo non bisognava trascurare i mega-trend, le tendenze globali come innovazioni tecnologiche e cambiamento climatico, scambio di beni immateriali, variazioni demografiche e internet delle cose;
4. Privilegiare l’investimento in infrastrutture sostenibili sul lungo periodo;
5. Seguire con attenzione la fame di infrastrutture da parte dei Paesi ricchi di materie prime.
Ma non è frequente trovare qualche accenno a questi temi nelle chiacchiere da Bar Sport su cui ruota il dibattito sulle infrastrutture del nostro Paese, la palestra dello scontro politico di questi giorni. Il resto del mondo come fa le proprie scelte? Basandole come ovvio sull’Abc, l’analisi tra benefici e costi. Banca Mondiale o Banco Interamericano de Desarrollo possono forse finanziare una qualunque infrastruttura a rete – strada, ferrovia, acquedotto, gasdotto, oleodotto o elettrodotto – senza valutare benefici e costi dell’impresa? È quindi naturale che il dottor Carlo Cottarelli abbia recentemente suggerito di “seguire l’analisi costi-benefici” nelle scelte d’investimento pubblico in infrastrutture. Egli condivide con il leader del gruppo di lavoro ministeriale sull’Abc, Marco Ponti, una precisa cultura tecnico-scientifica, frutto di pluriennali esperienze internazionali. Il primo con il Fondo monetario internazionale, il secondo con la Banca mondiale, prima d’insegnare per anni economia agli studenti d’ingegneria ambientale del Politecnico di Milano. Nulla a che fare con la cosmologia antagonista.
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L’Abc del Tav da Torino a Lione è ancora segreta e l’unica nota finora, l’Abc del Terzo Valico ligure-piemontese, porge una diagnosi infausta. Lo scenario “base”, quello più verosimile perché sorvola sia sull’ottimismo dei profeti sia sul pessimismo della ragione, prevede un Valore attuale netto (Vane) negativo del “costo a finire”, a sua volta valutato in 4,636 miliardi di euro, assai meno di quanto previsto inizialmente. Non si tratta di spiccioli; e il Vane negativo da 1.576 milioni di euro dovrà pur essere pagato da qualcuno nei prossimi 60 anni. Lascio indovinare da chi.
Sia chiaro che un treno veloce da Milano a Genova serve. Almeno a qualcuno, come me, fornirebbe un gradito servigio. E sapere che, in larga misura, me lo paga la collettività sarebbe anche consolatorio, dopo parecchie delusioni. L’Abc non aiuta perciò a stabilire se l’infrastruttura è strategica o meno, se è utile o meno. Né se, al contrario, è inutile o, addirittura, dannosa. Serve soltanto a comporre un’agenda razionale con cui pianificare gli investimenti in infrastrutture sul lungo periodo, evitando figli e figliastri, se le risorse sono limitate.
L’Abc “a babbo morto”, quando la politica ha già tratto il dado e i cantieri sono aperti, non ha però enorme significato, se non esplicitare gli onori o gli oneri per i nostri figli e per i figli dei nostri figli. L’Abc dei progetti si fa prima, come insegna la Banca Mondiale. Una prima fase, detta screening, serve a valutare le alternative progettuali. Per esempio, di tracciati e progetti del Terzo Valico ne conosco almeno una decina: dal progetto Navone, pubblicato sul Corriere Mercantile nel 1875, alla Direttissima del 1905 o alla proposta Rigamonti, timidamente avanzata dalla lista civica di Marco Doria, sindaco di Genova dal 2012 al 2017. Chissà se anche per tutti questi progetti la diagnosi dell’Abc sarebbe stata infausta.
Tra i diversi progetti, solo quelli positivi entrano nella seconda fase, il ranking, che li mette in colonna per decidere che fare; e che fare prima. Perché la priorità va data ai progetti con miglior valore. E se mancano una dozzina di chilometri per completare il raddoppio della ferrovia Genova-Ventimiglia, qualche dubbio sulle priorità potrebbe anche sorgere. In fondo, parliamo della linea che collega Milano a Barcellona, il cui tratto ligure fu costruito in 16 anni, dal 1857 al 1872, quando per le gallerie non si usava ancora la dinamite ma si scavava a mano con lo scudo inventato da Sir Marc Isambard Brunel.
L’Abc dei progetti pubblici – varata in Italia dal ministro Graziano Del Rio senza praticarla – fu sostenuta con forza dalla presidenza di Barack Obama. Cass Sunstein – docente a Harvard e “zar normativo” di quell’amministrazione – ha pubblicato di recente un libro sul tema: The Cost-Benefit Revolution. Egli afferma che gli americani “vogliono che il governo decida in base al risultato che si potrebbe davvero ottenere. L’analisi costi-benefici è un modo per scoprirlo”. Secondo lui, gli americani vogliono più trasparenza e meno arbitrio, anche se nessuno di loro ha visto finora l’Abc del muro con il Messico, che costa qualche miliardo di dollari.
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(Adnkronos) - La richiesta riguarda tutti le tracce trovate nella villetta di via Pascoli dove avviene il delitto, a partire dalle fascette dei rilievi dattiloscopici e le impronte digitali trovate nell'appartamento e sul dispenser portasapone dove - sancisce la Cassazione - si lava l'assassino. L'intenzione degli inquirenti è anche quella di lavorare sui quattro capelli scuri trovati nel lavandino del bagno al piano terra, così come sull'impronta trovata sulla porta d'ingresso dell'abitazione. Per i carabinieri di Milano sul dispenser (oltre alle due impronte di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio) "vi sono numerose impronte papillari sovrapposte che sarebbero state cancellate se il dispenser fosse stato lavato dal sangue" e nel lavandino la presenza di 4 capelli neri lunghi "attestano ovviamente che il lavandino non è mai stato lavato dalla presenza di sangue. Diversamente, i capelli presenti nel lavabo sarebbero stati portati via dall'acqua".
Una tesi smentita dalla stessa Procura di Pavia nella prima archiviazione, di otto anni fa, contro l'indagato Sempio. Un'ipotesi "priva di fondamento logico dal momento che è processualmente accertato che l'assassino aveva le mani imbrattate di sangue e che si è recato in bagno per lavarsi". Il sangue, liquido e solubile in acqua, "viene lavato molto più facilmente dei capelli che, stante la loro forma e lunghezza rimangono molto più facilmente sul fondo della vasca anche dopo il lavaggio del sangue" e si tratta dei capelli di Chiara "recisi a causa dei colpi inferti e rimasti sulle mani insanguinate dell'assassino; la loro presenza attesta semmai che lo stesso si è effettivamente lavato le mani". È peraltro "verosimile che l'assassino non si sia soffermato per verificare l'effetto del risciacquo, ma si sia allontanato rapidamente dalla scena".
I carabinieri sono intenzionati anche ad approfondire un'impronta digitale trovata sulla maniglia della porta di ingresso (ritenuta allora non utile dal Ris di Parma) su cui "non appare sia stata eseguita alcuna indagine biologica mirata ad accertare se quel contatto possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue (della vittima o di altri) o se fosse altra sostanza". Una tesi "oltre che logicamente fallace, non è di alcuna utilità investigativa" essendo stata osservata tre giorni dopo il delitto e trovandosi accanto alla serratura. Una porta toccata da Stasi e da soccorritori e investigatori. "Le tracce papillari, al pari del Dna, non sono databili. È impossibile sapere se quella traccia sia stata deposta il giorno del delitto o nei giorni precedenti (o addirittura in quelli successivi), basti pensare che in sede di rilievo sono state trovate anche le impronte papillari" di alcuni carabinieri coinvolti nelle indagini e di un falegname intervenuto tempo prima nella villetta per effettuare alcuni lavori. Per queste ragioni, concludeva l'archiviazione, "è evidente la totale irrilevanza investigativa della traccia segnalata".
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."