di Monica Di Sisto*

Il Ttip, trattato di liberalizzazione degli scambi e delle regole di produzione e distribuzione tra Europa e Usa, è morto con l’elezione di Donald Trump. E non sfiorerà la nostra agricoltura. Così all’elezione del presidente americano si assicurava da Bruxelles agli Stati membri, dopo la massiccia opposizione manifestatasi in tutti i Paesi dell’Unione. Ma la realtà oggi è un’altra: la Commissione Ue continua a trattare con gli Stati Uniti di Trump, stando solo più attenta a far filtrare meno dettagli possibile. Novità allarmanti, però, ci arrivano da Oltreoceano: il Congresso Usa ha votato non solo autorizzando il suo esecutivo a rilanciare il Ttip, ma facendoci anche sapere che se sul tavolo non ci sarà l’agricoltura, non ci potrà essere alcun accordo. A Trump è stata accordata una “corsia preferenziale” (fast track) per raggiungere l’obiettivo, considerato che ha superato metà del suo mandato, ed è stato autorizzato a ottenere dall’Ue non solo l’abbattimento delle barriere doganali sui prodotti agricoli e le bevande, ma anche un accordo quadro sul livellamento delle barriere non tariffarie, quindi gli standard di qualità e sicurezza che caratterizzano la produzione europea, compreso l’abbattimento dei limiti attuali al commercio in Europa dei prodotti a base biotech, vecchi e nuovi (Ogm e NTBs), stando al comunicato ufficiale del Ministero del commercio (Ustr).

La Commissaria europea al Commercio Cecilia Malmstrom ha assicurato, dopo il recente incontro con ministro americano Robert Lighthizer, che l’Ue stante l’equilibrio raggiunto oggi in Consiglio non è intenzionata a mettere sul tavolo l’agricoltura. In realtà già il dialogo informale avvenuto nel luglio tra il presidente della Commissione Claude Junker e il presidente Trump ha portato a un forte aumento delle importazioni di soia Ogm dagli Usa negli ultimi mesi. E in una recente audizione in Congresso delle principali associazioni dei produttori di alimenti e bevande americane i potenti interlocutori hanno chiarito, echeggiati dal presidente della Commissione Finanze del Congresso e protagonista dell’agribusiness in Iowa Chuck Grassley, che non appoggerebbero alcun accordo che non includa i temi di loro interesse.

Trump, d’altronde, considera sin dalla riapertura del tavolo con l’Unione questo scambio agricoltura contro prodotti industriali non negoziabile se l’Europa vuole risparmiare quel 25% di dazio sulle auto e sui ricambi Made in Ue che il presidente americano minaccia di far calare sull’export straniero. Ha puntato il dito sulla tariffa di importazione europea del 10 per cento per le automobili estere che vorrebbe azzerata. Obiettivo strategico degli Usa è anche quello di ottenere da parte dell’Europa l’esenzione da tasse e restrizioni legate alla protezione della privacy e alla localizzazione per i download digitali di software, film, musica e altri prodotti statunitensi.

A questo punto sono i governi europei a dover far sentire a Bruxelles le proprie priorità: saranno loro, infatti, a dover precisare il mandato negoziale alla Commissaria Malmstrom, e a dover quindi escludere esplicitamente tutte le materie che non vorranno mettere a disposizione del negoziato o, più coerentemente, a negare il mandato alla Commissione. Per il governo italiano, a un passo dalle elezioni europee, è il momento giusto per dimostrare le proprie vere intenzioni: l’attuale maggioranza, infatti, si è sempre schierata esplicitamente contro il Ttip, considerato il modello di trattato da contrastare anche con la bocciatura nel Parlamento nazionale, che la campagna StopTtip/Ceta Italia chiede avvenga il prima possibile, del trattato-fotocopia di liberalizzazione degli scambi con il Canada Ceta. Dalle parole ai fatti, il prima possibile.

*portavoce della Campagna Stop TTIP/CETA Italia

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