La senatrice eletta con +Europa è intervenuta al Teatro Parenti di Milano: "E' facile che si torni indietro, anche in società mature come la nostra. Perciò bisogna porsi degli obiettivi, riprendersi gli spazi di confronto e soprattutto stare attenti a quello che succede". Quindi ha fatto l'esempio della riforma delle pensioni su cui sta lavorando il governo: "Solo il 25 per cento delle donne lavoratrici potrà raggiungere quota 100. E questo è soltanto un esempio di come sia frequente non considerare le specificità femminili nel nostro Paese”
“Studiate, studiate, studiate”. Lo ha ripetuto più volte Emma Bonino, rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze che sono andati ad ascoltarla il 14 gennaio al Teatro Parenti di Milano. “Se qualcuno avesse approfondito il tema dell’immigrazione, non sarebbe disposto ad accettare le bufale di Salvini. La cultura fa bene e apre la mente. Ma per cambiare la realtà in cui viviamo serve anche impegno sociale. È assurda l’idea che basti un clic per esaurire i nostri doveri di cittadini”. Un messaggio chiaro, che la senatrice eletta con +Europa Emma Bonino ha deciso di lanciare in occasione della lezione pubblica organizzata dalla onlus The Circle Italia. Il ricavato dell’evento, aperto a tutti, andrà alla ong No Peace Without Justice per finanziare il progetto “Partecipanti, non beneficiarie” contro le mutilazioni genitali femminili.
Diritti, doveri, donne
“Io non ho lezioni da dare. Ci mancherebbe. Semmai ho delle cose da trasmettere e da condividere”. Esordisce così la storica leader del Partito radicale mentre prende posto di fronte alla platea del Teatro Parenti. “Il titolo dell’incontro è ‘Diritti, doveri, donne’. La prima cosa da dire è che non esiste un diritto se non c’è un dovere collegato”. Senza doveri, infatti, “è facile che si torni indietro, anche in società mature come la nostra. Perciò bisogna porsi degli obiettivi, riprendersi gli spazi di confronto e soprattutto stare attenti a quello che succede”. Un esempio? Il pensionamento con “quota 100” introdotto dall’ultima legge di bilancio. “Sembra uguale per tutti, ma non è vero. Per le donne è più difficile arrivare a 32 anni di contributi continuativi. A causa della precarietà, della disoccupazione, della maternità”. Perciò, secondo la senatrice radicale, “solo il 25 per cento delle donne lavoratrici potrà raggiungere quella soglia. E questo è soltanto un esempio di come sia frequente non considerare le specificità femminili nel nostro Paese”. La soluzione, spiega Bonino, è mobilitarsi per ottenere dei risultati. E lottare contro gli stereotipi. “L’Italia e l’Europa sono cambiati molto, il sogno europeo è qualcosa di cui dovremmo andare orgogliosi. Ma ora l’unica cosa che stiamo facendo è creare più debito e disoccupazione. E le prime a farne le spese sono proprio le donne, unite da quel filo rosso che è la discriminazione”.
“L’ignoranza non è una virtù”
Fra i molti riferimenti fatti da Bonino sulla sua decennale esperienza in politica, c’è un recente confronto avvenuto con la vicepresidente M5s del Senato Paola Taverna sul tema dei vaccini. “Mi ha colpito molto la tesi secondo cui deve esserci la libertà di non vaccinare i propri figli. Dicevo alla Taverna che se vuoi essere libera di non vaccinare, devi anche assumerti la responsabilità di tenerti a casa quei figli non vaccinati. La tua libertà, infatti, ha un limite, cioè la mia. Ed è una libertà invalicabile”. Il dibattito sui vaccini, secondo Bonino, testimonia una deriva antiscientifica tipica del nostro tempo. “Oggi se conosci una materia fai automaticamente parte di un’élite. Lo spiegava bene anche Obama in un discorso fatto in un’università americana. Perché sapere qualcosa è diventato quasi un reato?”. La leader radicale, nel cercare una risposta, si rivolge direttamente agli studenti presenti in platea. “Ragazzi, l’ignoranza nella vita pubblica e privata non è una virtù. Bisogna studiare. Guardare avanti e integrare le materie tradizionali con strumenti, tecnologie e saperi del futuro”. L’obiettivo è quello di migliorare il mondo in cui viviamo. “I progressi fatti negli ultimi 50 anni dimostrano che cambiare si può”, aggiunge Bonino. “Ma la demagogia del ‘cambiamento’ non basta. Né un clic può sostituire il nostro impegno sociale”.
“Contro le violenze servono collaborazione e integrazione”
Un tema che non è mancato nel corso della lezione è quello della violenza domestica e sul luogo di lavoro. “Le vittime che denunciano devono essere protette. Ma esiste anche una responsabilità di uomini e ragazzi. Mi rivolgo a voi: siete i nostri migliori alleati”, chiarisce Bonino. “Dovete denunciare e mandare messaggi ai vostri amici. Serve una chiamata di responsabilità”. Un ragionamento che vale anche per le mutilazioni genitali femminili. “Quante sono le bambine immigrate in Italia che sono state mutilate o a rischio? Non esiste una statistica. Per avviare delle politiche serve sapere però quante sono, dove sono, che età hanno”. Quesiti a cui la stessa Bonino, insieme a diverse associazioni e al comune di Milano, ha cercato di dare risposta. “Abbiamo realizzato una ricerca su questo fenomeno in Lombardia e presto presenteremo i risultati. È fondamentale spiegare a queste bambine e ragazze che possono denunciare. L’integrazione parte anche da qui”, aggiunge la senatrice. “Invece non si fa altro che aumentare i clandestini, ad esempio con la chiusura degli Sprar prevista dal Dl sicurezza. Ma i 500mila irregolari presenti nel nostro Paese non li caccerà nessuno, neppure Salvini”. La soluzione, a suo dire, è quella di “legalizzare diritti e doveri per garantire la sicurezza di tutti. Mettere in atto politiche serie per governare un fenomeno così complesso. Perché la storia dell’intera umanità è una storia di migrazioni. E noi italiani siamo i primi a dovercene ricordare”.