Durante l'audizione del neodirettore del telegiornale Giuseppe Carboni, il capogruppo del Carroccio ha fatto osservazioni "sui contenuti" chiedendo che siano raccontati in "modo esaustivo" tutte le riforme dell'esecutivo. Pd: "C'è chi non si accontenta mai, il poco spazio è quello dedicato alle opposizioni". Per i 5 stelle ha parlato il senatore Primo Di Nicola auspicando che la direzione non guardi se le notizie vengono da "centrodestra o centrosinistra". La replica: "Situazione unica con due vicepremier che parlano anche come capi politici"
“E’ intenzione del direttore del Tg1 dare rilevanza a quanto fatto dal governo?”. Perché “oltre alla narrazione della politica, tutto ciò che il governo fa deve essere in maniera esaustiva spiegato ai cittadini. Cosa su cui è stato un po’ deficitario in questi mesi”. Con queste osservazioni il capogruppo della Lega Paolo Tiramani in commissione Vigilanza Rai si è rivolto a Giuseppe Carboni, da due mesi alla guida del telegiornale di Rai 1 in quota M5s. E non solo. Partendo dai dati sullo spazio dedicato ai partiti, ha dichiarato: “Non posso non rimarcare che la Lega, come forza di governo, è quella che ha una minore presenza. Occupa uno spazio non congruo alla sua importanza politica”. E’ un intervento, avvenuto al termine dell’audizione, che ha creato molti malumori tra le opposizioni, ma pure tra i 5 stelle che non hanno apprezzato quella che sembrava “una pressione” da parte della maggioranza. Il leghista ha infatti espresso numerose note sui contenuti del Tg. E’ partito chiedendo spiegazioni sul “come mai si siano persi ascolti” rispetto al collega del Tg2 Gennaro Sangiuliano, noto per la sua vicinanza al Carroccio. Carboni ha replicato al capogruppo della Lega, presentando numeri differenti sugli ascolti: “Secondo i dati Auditel la flessione rispetto all’anno precedente non c’è”. E nel merito ha parlato di un “periodo senza precedenti”, in cui cerca di mantenere un equilibrio a fronte di “due vicepremier che parlano anche come leader politici”. Completamente diversa, rispetto al Carroccio, la posizione presa dal senatore M5s Primo Di Nicola: “La invito giorno per giorno a scegliere l’attualità e la qualità senza guardare se è centrodestra o centrosinistra o altro”. Quindi per il Pd è intervenuto Salvatore Margiotta: “E’ interessante vedere che c’è qualcuno come la Lega che non si accontenta mai”, ha detto. “Pochissimo è invece lo spazio lasciato alle opposizioni”. E anzi ha chiesto a Carboni cosa pensa della promessa espressa a inizio legislatura dal presidente della Camera Roberto Fico di “liberare la rete dai partiti”: “Liberare la Rai dalla politica è una grande missione”, ha chiuso Carboni, “e non so se la può fare da solo il direttore del Tg1“.
Lo scontro sui dati degli ascolti – La critica del capogruppo del Carroccio è partita dal presunto calo di spettatori del Tg1: “Rai1 è la rete ammiraglia del servizio pubblico e il suo Tg è visto da milioni di italiani”, ha detto Tiramani all’inizio del suo intervento. “Eppure analizzando i dati Auditel, si riscontra che l’edizione delle 20 ha registrato una flessione di due punti percentuali rispetto a quella della precedente direzione. Nell’ultimo bimestre, sempre da dati forniti dalla commissione, si sono persi circa 150mila spettatori. Un calo che si contrappone alla crescita esponenziale del Tg della seconda rete che guadagna al contrario due punti sotto la guida del neodirettore Sangiuliano”. Proprio su questo punto, Carboni ha replicato dando un quadro ufficiale completamente diverso: “Sugli ascolti ho citato il dato complessivo. Che ci dice che nella stagione 2018/2019, nel periodo 7 novembre-9 gennaio, lo share si è attestato al 23,2. Mentre nella stagione precedente era al 23,2. Se lo andiamo a parametrare con quanto avvenuto in passato quando c’è stato un cambio di direzione, c’è una variazione minima. Più 0,1 per cento. Non significa niente. Sono variazioni tecniche”. Tiramani ha detto che chiederà di acquisire “i dati forniti da Carboni”. In sostegno del direttore del Tg1 si è esposto anche il senatore M5s Di Nicola: “Un editore normale quando chiama un nuovo direttore, chiede anzitutto che nel cambio si mantenga perlomeno lo stesso livello di vendita o di ascolti. È ovvio che se si parla di un +0,1 o – 0,1 sta mantenendo l’impegno primario. La situazione che ha trovato non era semplice con la Rai che tutti conosciamo e che da un punto di vista giornalistico ha sempre avuto critiche per il suo abbraccio tra politica e informazione, per un giornalismo spesso ingessato. In questo senso l’innovazione non sarà facile, ma il percorso da intraprendere è all’insegna innanzitutto della qualità”.
I “suggerimenti” sui contenuti del Carroccio e l’accusa di dedicare poco spazio al Carroccio – Il capogruppo leghista, nella seconda parte dell’intervento, ha parlato dei contenuti trattati dal Tg1: “Nel rispetto del pluralismo dell’informazione”, ha detto, “e della stessa mission della Rai come tv di pubblica utilità chiediamo se l’intenzione del direttore sia quella di dare rilevanza nella giusta misura ai principali provvedimenti varati di recente dall’attuale governo. Penso alla riforma delle pensioni, al reddito di cittadinanza e alle misure di tassazione, in modo da contribuire con la chiarezza e la semplificazione alla comprensione di nuove misure che toccano la vita di tutti i cittadini e incidono sul loro quotidiano”. E più precisamente, ha continuato Tiramani: “Oltre alla narrazione della politica, penso che tutto ciò che il governo fa, anche per una maggior chiarezza, debba essere in maniera esaustiva spiegato ai cittadini. Cosa che secondo me siamo stati un po’ deficitari in questi mesi“. Quindi ha chiuso Tiramani chiedendo che sia dato maggiore spazio al Carroccio: “Per far sì che venga garantita un’informazione equilibrata e omogenea, nel rispetto di tutte le forze politiche, riteniamo opportuno che si tengano in considerazione i dati della Vigilanza sulle presenze dei partiti politici nei Tg. Analizzando questi dati, lo dico come capogruppo della Lega, non posso non rimarcare il fatto che la Lega come forza di governo sia tra le forze maggiori quella che ha una minore presenza sul Tg1. Occupa uno spazio non congruo alla sua importanza politica. Essere inferiori all’altra forza di governo va bene, ma siamo nettamente inferiori anche ad altre forze di opposizione”. E ha concluso con un invito: “Credo che con una sua opportuna attenzione, tutto questo possa essere sistemato“.
Carboni: “Cerco di mantenere il giornale in equilibrio a fronte di una situazione senza precedenti”
Il direttore del Tg1 si è difeso da critiche e “suggerimenti”, ribadendo il fatto che la situazione attuale “è senza precedenti”. “Lo sforzo”, ha detto, “è muoverci alla ricerca di un equilibrio complesso nel raccontare le ragioni della maggioranza e dell’opposizione. E’ una narrazione che non fa il direttore del Tg1 e secondo me non la fa nessun direttore”. A fronte degli interventi dei rappresentanti dei partiti, ha replicato: “Sono contento perché se il Tg non mette d’accordo le forze politiche, visto che la maggioranza dice ‘hai troppo Pd’ e l’opposizione mi dice il contrario, significa che il Tg1 segue un suo filo di racconto”. Per Carboni, la difficoltà è data da una difficile situazione politica, difficile da seguire e da raccontare: “Mi insedio e c’è un dibattito sulla legge di stabilità a volte anche molto feroce. Mi inserisco e seguendolo emerge che c’è un unicum. Esistono 2 vicepresidenti del consiglio che sono 2 capi politici e che si confrontano su temi come reddito di cittadinanza, flat tax, decreto sicurezza. E’ evidente che nel tenere conto di come ci si regola su questo, io faccio riferimento ad una norma che non è codificata ma che tutti voi, soprattutto da precedenti legislature conoscete, che è 30 al governo, 30 alla maggioranza, 30 alle opposizioni e 10 agli organi istituzionali“. E ha concluso: “In un Tg è tecnicamente molto difficile distinguere quando parlano da vicepremier e quando da capi politici. Io sono consapevole che ci sia bisogno di una forma di equilibrio, ma le regole non le faccio io. Ci troviamo di fronte a soggetti che esplicitano le loro posizioni politiche pur facendo parte del governo. Va trovata, quindi, una soluzione tecnica”. Quindi, “il dato complessivo fa rilevare che nella forbice 30 e 30 io, sommando la maggioranza con il governo, sto a un 53 e quindi rientro in percentuale in quello che prevede la norma non codificata”.