L'associazione “Nomos-Terra e Identità”, presieduta da Michele Marai, già candidato alle politiche con Forza Nuova, ha promosso l'evento per i 50 anni dalla morte dello studente che si diede fuoco durante la repressione sovietica della Primvavera di Praga. Le istituzioni lo appoggiano. Senatori cechi scrivono a Scalzotto (Lega): "Un oltraggio"
A cinquant’anni dalla morte dello studente ceco Jan Palach che si diede fuoco a Praga per protestare contro l’invasione sovietica, l’associazione “Nomos-Terra e Identità”, presieduta da Michele Marai, già candidato alle politiche con Forza Nuova, ha organizzato un concerto con la partecipazione di gruppi musicali di estrema destra. È l’ennesima provocazione, questa volta anche con il patrocinio delle istituzioni, che va in scena a Verona, città che sembra diventata nell’ultimo anno e mezzo un polo di attrazione per frange di ispirazione fascista.
I gruppi invitati sono “Topi neri”, “Hobbit” e “Compagnia dell’anello”. Prevista anche la partecipazione del cantautore Gabriele Marconi. L’iniziativa era stata presentata dal consigliere comunale Andrea Bacciga, l’avvocato e consigliere comunale che lo scorso agosto fece il saluto romano nell’aula del consiglio comunale, quando venne approvata la mozione antiabortista voluta dalla maggioranza. Il concerto – che ha la finalità di raccogliere fondi per le vittime delle alluvioni – era previsto per sabato 19 gennaio nel teatro Stimate. Ma quando è stata ufficializzata la sede del concerto, la comunità religiosa degli Stimatini ha ritirato la disponibilità. E così gli organizzatori stanno cercando una nuova sede.
La decisione è stata accolta con favore dal Movimento Nonviolento di Verona e da esponenti della minoranza che si erano opposti alla concessione del patrocinio alla manifestazione da parte di Comune e Provincia. Nei giorni scorsi il collegamento del concerto al nome di Jan Palach aveva suscitato le proteste di studenti dell’Università di Praga e di un gruppo di senatori cechi (Petr Orel, Vaclav Laska, Premysl Rabas, Ladislav Kos, Lukas Wagenknecht e Tomas Golan), che si erano rivolti al presidente della Provincia, Manuel Scalzotto, sindaco leghista di Colonia Veneta: “Jan Palach era uno studente e attivista ceco che si diede fuoco e morì nelle proteste durante la repressione della Primavera di Praga – hanno scritto i docenti – Sacrificò la sua vita nel nome della democrazia, della libertà e dell’umanità. Questo atto di coraggio non può essere abusato e travisato da gruppi estremisti e di estrema destra che promuovono un’ideologia in completo contrasto con gli ideali di Jan Palach. Qualsiasi collegamento fra gruppi di estrema destra e Jan Palach è un oltraggio alla sua memoria e non dovrebbe essere supportato da autorità ufficiali”. Ma la richiesta alla Provincia di ritirare l’appoggio al concerto non ha finora ricevuto risposta.