L'iniziativa del primo cittadino del Comune abruzzese per sbloccare i lavori finanziati per 50 milioni di euro e appaltati nel 2018. Ma da Roma rispondono che mancano ancora alcuni passaggi burocratici prima del via libera
Una diffida al ministero dell’Ambiente per il mancato avvio dei lavori di bonifica di una delle aree dell’ex polo chimico Montedison, le discariche 2A e 2B, che coprono una superficie di circa 9 ettari. Lavori finanziati con 50 milioni di euro nel 2011 e appaltati in via definitiva da quasi un anno. L’iniziativa è del sindaco di Bussi sul Tirino Salvatore Lagatta: “Nei mesi scorsi – spiega – avevo già scritto al ministro Sergio Costa, chiedendo anche di poterlo incontrare, senza ottenere mai risposta”. Dal ministero smentiscono di aver ricevuto le richieste del Comune: “Il 23 gennaio saremo a Bussi e lì incontreremo sicuramente il sindaco” dicono al Fatto.it. Di certo una bonifica e messa in sicurezza dell’inquinatissima area industriale dismessa (e dei siti adiacenti) è ancora al di là da venire e con queste ogni ipotesi di reindustrializzazione.
Nella lettera a Costa Lagatta ripercorre tutte le principali tappe burocratiche e sottolinea che “nonostante il lungo lasso di tempo trascorso dall’aggiudicazione definitiva e dall’acquisizione delle aree da parte del nostro Comune, il ministero dell’Ambiente non ha provveduto alla stipula del contratto con l’aggiudicatario e agli adempimenti necessari a dare inizio alle operazioni di bonifica”. L’appalto è stato aggiudicato il 7 febbraio 2018, ma ora la situazione rischia di complicarsi perché il codice degli appalti prevede il termine di 60 giorni per la stipula, “decorsi i quali – continua il primo cittadino – le stazioni appaltanti sono esposte a gravissime conseguenze, certamente in grado di vanificare l’intera procedura di gara”. E dire che (anticipando i fondi) “il Comune di Bussi aveva provveduto tempestivamente al passaggio delle aree in mano pubblica, al fine di evitare che qualsiasi ostacolo potesse frapporsi all’avvio della bonifica. Non esistono quindi motivi legittimi alla condotta omissiva del ministero”. Il sindaco ricorda di aver sollecitato il ministero più volte. Ma è rimasto tutto lettera morta, “un silenzio illegittimo”. “Se entro un mese non cominceranno i lavori, ci sono gli estremi per ricorrere all’autorità giudiziaria amministrativa” avverte il sindaco.
Il ministero, da parte sua, risponde che effettivamente la gara è stata aggiudicata a febbraio 2018, ma il cosiddetto “Disciplinare” prevede che “l’efficacia dell’aggiudicazione definitiva sia subordinata all’ottenimento dei pareri tecnici e amministrativi sull’intervento, nonché alla successiva approvazione dello stesso progetto dall’autorità competente”, cioè lo stesso ministero dell’Ambiente. Sempre il Disciplinare – ricorda Luciana Distaso, dirigente della Divisione bonifiche e risanamento del ministero – “sancisce che il contratto non può essere stipulato prima che l’aggiudicazione definitiva sia diventata efficace: e pertanto, non può essere sottoscritto in questo momento”. Ci sono altri due ostacoli, aggiunge Distaso. Il primo: “A giugno la Provincia di Pescara ha individuato come responsabile della contaminazione la Edison SpA, che è ricorsa al Tar: l’udienza è fissata a febbraio”. Il secondo: “L’ordinanza di protezione civile dell’8 agosto 2016, istitutiva della contabilità speciale su cui grava l’esecuzione del progetto di bonifica, è scaduta il 30 giugno: perciò, allo stato attuale non può essere movimentata nessuna contabilità straordinaria”. Il punto di caduta è che “il progetto è in fase valutazione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che ha tenuto la sua prima riunione sul tema l’11 gennaio”.