di Tosca Ballerini
Il 70% dell’acqua dolce della Terra si trova nella calotta polare antartica, una coltre di ghiaccio formatasi 34 milioni di anni fa che si estende per 14 milioni di chilometri quadrati e ricopre circa il 98% dell’Antartide. Nella calotta antartica sono contenuti tra i 25 e i 30 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio, e se si sciogliesse tutta il livello medio del mare salirebbe di 57 metri.
Normalmente, l’accumulo di nevicate all’interno del continente antartico dovrebbe bilanciare le perdite di ghiaccio dovute ad erosione, fusione e distacco di iceberg. Il problema è che la calotta antartica non è più in uno stato di equilibrio e le perdite di ghiaccio sono superiori alla formazione di nuovo ghiaccio. Secondo uno studio pubblicato il 14 gennaio sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, dal 1979 al 2017 le perdite annuali di ghiaccio sono aumentate di 6 volte, passando da 40 gigatonnellate (cioè 40 miliardi di tonnellate) all’anno nel periodo 1979-1990 a 252 gigatonnellate all’anno nel periodo 2009-2017 e causando un aumento del livello medio globale del mare di 1,4 cm durante il periodo di studio.
La ricerca, condotta da glaciologi dell’University of California a Irvine, del Nasa’s Jet Propulsion Laboratory e della Netherlands’ Utrecht University, ha preso in considerazione 176 bacini in 18 regioni dell’Antartide e ha considerato anche le isole circostanti. I ricercatori hanno scoperto che le maggiori perdite di ghiaccio sono state concentrate nelle zone vicine all’acqua profonda circumpolare, una massa d’acqua calda che in media ha una temperatura di 3,5°C sopra alla temperatura di congelamento dell’acqua di mare. Questo risultato è coerente con studi precedenti che hanno mostrato come a causa del riscaldamento terrestre ci sia stato un cambiamento nella direzione dei venti attorno all’Antartide, i quali soffiano adesso verso il continente spingendo l’acqua profonda circumpolare verso la piattaforma continentale. Qui questa massa d’acqua calda entra in contatto con i ghiacciai della calotta che arrivano in mare e ne determina lo scioglimento alla base.
Secondo Eric Rignot, autore principale dello studio, la perdita di massa della calotta e il contributo all’aumento del livello medio del mare misurati durante lo studio non sono altro che la punta dell’iceberg del problema. Infatti, a causa del riscaldamento terrestre, sempre maggiori quantità di calore saranno inviate verso l’Antartide, contribuendo allo scioglimento della calotta antartica e quindi, conclude il ricercatore, dobbiamo aspettarci un aumento di molti metri del livello del mare nei prossimi secoli.
Temperature dell’oceano più alte di sempre
Queste previsioni sono confermate da un rapporto redatto da un team di ricerca internazionale e pubblicato il 16 gennaio sulla rivista Advances in Atmospheric Research, che mostra come il 2018 sia stato l’anno più caldo mai registrato per l’oceano globale. L’aumento di calore nel 2018 rispetto al 2017 è stato di circa 388 volte superiore alla produzione totale di elettricità della Cina nel 2017 e circa 100 milioni di volte in più rispetto alla bomba di Hiroshima.
I ricercatori pronosticano chela quantità di calore oceanico continuerà a salire, determinando un aumento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacciai e l’espansione termica dell’acqua. Questo determinerà a sua volta tutta una serie di conseguenze a cascata, come ad esempio la contaminazione di pozzi d’acqua dolce con acqua salata e impatti negativi sulle infrastrutture costiere, tempeste e più intense e la morte dei coralli. Il riscaldamento terrestre ha già causato delle conseguenze irreversibili, come la perdita di massa della calotta glaciale antartica, destinata ad accentuarsi nel futuro.
Per Lijing Cheng, autore principale del rapporto e ricercatore presso l’International Center for Climate and Environment Sciences dell’Accademia cinese delle scienze a Pechino, i nuovi dati pubblicati nel rapporto, insieme al ricco corpus di pubblicazioni scientifiche già esistenti, servono come ulteriore avvertimento sia ai governi che al pubblico in generale che stiamo vivendo un inevitabile riscaldamento globale. È necessario, dice il ricercatore, mettere in atto subito delle azioni di mitigazione per ridurre al minimo le future tendenze al riscaldamento.
Italian Climate Network
Il movimento per il clima
Ambiente & Veleni - 17 Gennaio 2019
L’Antartide si scioglie sempre più velocemente. E le conseguenze sono già irreversibili
di Tosca Ballerini
Il 70% dell’acqua dolce della Terra si trova nella calotta polare antartica, una coltre di ghiaccio formatasi 34 milioni di anni fa che si estende per 14 milioni di chilometri quadrati e ricopre circa il 98% dell’Antartide. Nella calotta antartica sono contenuti tra i 25 e i 30 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio, e se si sciogliesse tutta il livello medio del mare salirebbe di 57 metri.
Normalmente, l’accumulo di nevicate all’interno del continente antartico dovrebbe bilanciare le perdite di ghiaccio dovute ad erosione, fusione e distacco di iceberg. Il problema è che la calotta antartica non è più in uno stato di equilibrio e le perdite di ghiaccio sono superiori alla formazione di nuovo ghiaccio. Secondo uno studio pubblicato il 14 gennaio sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, dal 1979 al 2017 le perdite annuali di ghiaccio sono aumentate di 6 volte, passando da 40 gigatonnellate (cioè 40 miliardi di tonnellate) all’anno nel periodo 1979-1990 a 252 gigatonnellate all’anno nel periodo 2009-2017 e causando un aumento del livello medio globale del mare di 1,4 cm durante il periodo di studio.
La ricerca, condotta da glaciologi dell’University of California a Irvine, del Nasa’s Jet Propulsion Laboratory e della Netherlands’ Utrecht University, ha preso in considerazione 176 bacini in 18 regioni dell’Antartide e ha considerato anche le isole circostanti. I ricercatori hanno scoperto che le maggiori perdite di ghiaccio sono state concentrate nelle zone vicine all’acqua profonda circumpolare, una massa d’acqua calda che in media ha una temperatura di 3,5°C sopra alla temperatura di congelamento dell’acqua di mare. Questo risultato è coerente con studi precedenti che hanno mostrato come a causa del riscaldamento terrestre ci sia stato un cambiamento nella direzione dei venti attorno all’Antartide, i quali soffiano adesso verso il continente spingendo l’acqua profonda circumpolare verso la piattaforma continentale. Qui questa massa d’acqua calda entra in contatto con i ghiacciai della calotta che arrivano in mare e ne determina lo scioglimento alla base.
Secondo Eric Rignot, autore principale dello studio, la perdita di massa della calotta e il contributo all’aumento del livello medio del mare misurati durante lo studio non sono altro che la punta dell’iceberg del problema. Infatti, a causa del riscaldamento terrestre, sempre maggiori quantità di calore saranno inviate verso l’Antartide, contribuendo allo scioglimento della calotta antartica e quindi, conclude il ricercatore, dobbiamo aspettarci un aumento di molti metri del livello del mare nei prossimi secoli.
Temperature dell’oceano più alte di sempre
Queste previsioni sono confermate da un rapporto redatto da un team di ricerca internazionale e pubblicato il 16 gennaio sulla rivista Advances in Atmospheric Research, che mostra come il 2018 sia stato l’anno più caldo mai registrato per l’oceano globale. L’aumento di calore nel 2018 rispetto al 2017 è stato di circa 388 volte superiore alla produzione totale di elettricità della Cina nel 2017 e circa 100 milioni di volte in più rispetto alla bomba di Hiroshima.
I ricercatori pronosticano chela quantità di calore oceanico continuerà a salire, determinando un aumento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacciai e l’espansione termica dell’acqua. Questo determinerà a sua volta tutta una serie di conseguenze a cascata, come ad esempio la contaminazione di pozzi d’acqua dolce con acqua salata e impatti negativi sulle infrastrutture costiere, tempeste e più intense e la morte dei coralli. Il riscaldamento terrestre ha già causato delle conseguenze irreversibili, come la perdita di massa della calotta glaciale antartica, destinata ad accentuarsi nel futuro.
Per Lijing Cheng, autore principale del rapporto e ricercatore presso l’International Center for Climate and Environment Sciences dell’Accademia cinese delle scienze a Pechino, i nuovi dati pubblicati nel rapporto, insieme al ricco corpus di pubblicazioni scientifiche già esistenti, servono come ulteriore avvertimento sia ai governi che al pubblico in generale che stiamo vivendo un inevitabile riscaldamento globale. È necessario, dice il ricercatore, mettere in atto subito delle azioni di mitigazione per ridurre al minimo le future tendenze al riscaldamento.
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Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - "Affronterò il processo con la massima serenità e con la consapevolezza di poter dimostrare la correttezza del mio operato, avendo sempre agito nel pieno rispetto del regolamento previsto dall’Assemblea Regionale Siciliana. Non ho mai, nella mia vita, sottratto un solo centesimo in modo indebito e confido che nel corso del giudizio emergerà la verità, restituendo chiarezza e trasparenza alla mia posizione. Resto fiducioso nella giustizia e determinato a far valere le mie ragioni con il rispetto e la serietà che ho sempre riservato alle istituzioni". Così Gianfranco Miccichè, rinviato a giudizio per l'uso dell'auto blu, commenta il processo che partirà a luglio. "Sono però amareggiato da quanto la stampa riporta sul fatto che, secondo il pm avrei arraffato quanto più possibile- dice - Nella mia vita non ho mai arraffato alcun che e su questo pretendo rispetto da parte di tutti".
Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - L'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè è stato rinviato a giudizio con l'accuaa di peculato e concorso in truffa aggravata il. La prima udienza del processo si terrà il 7 luglio davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo. Secondo l'accusa il politico, ex viceministro dell'Economia, avrebbe usato l'auto blu in dotazione, in quanto ex Presidente dell'Ars, per fini personali. In particolare avrebbe usato, non per fini istituzionali, l’Audi della Regione, per una trentina di volte, tra marzo e novembre del 2023, anche per fare visite mediche, e persino per andare dal veterinario con il gatto. Avrebbe fatto salire sull'auto anche componenti della sua segreteria e familiari.
Il suo ex autista, Maurizio Messina, che ha scelto il rito abbreviato, è stato invece condannato dal giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta a un anno e mezzo di carcere per truffa, più sei mesi con l'accusa di avere sottratto la somma che gli era stata sequestrata durante le indagini.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - La Corte di Assise di Appello di Milano ha assolto, ribaltando la sentenza a sette anni inflitta in primo grado, Salvatore Pace per il concorso nell'omicidio di Umberto Mormile, l'educatore del carcere di Opera ammazzato l'11 aprile 1990. Il delitto fu rivendicato dalla Falange Armata, organizzazione terroristica sulla quale gravitavano mafiosi, 'ndranghetista e componenti dei servizi segreti deviati. Mormile, 34 anni, venne assassinato a Carpiano, nel Milanese, mentre andava al lavoro, quando due individui in sella a una moto esplosero contro di lui sei colpi di pistola. Secondo l'accusa, Pace, 69 anni, diventato collaboratore di giustizia, si sarebbe messo a disposizione dei mandanti dell'omicidio. "Attendo di leggere le motivazioni" è il commento dell'avvocato Fabio Rapici, legale di alcuni dei familiari della vittima.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - La Difesa europea non salva il Pd. Anzi, lo spacca. A Strasburgo, al momento del voto sul piano ReArmEu, gli europarlamentari dem si sono divisi: 10 favorevoli e 11 astenuti. Non un banale testa a testa, che già sarebbe una notizia, ma una spaccatura politica. La prima, almeno così evidente, nella gestione di Elly Schlein. I riformisti dem, infatti, si sono tutti schierati per il sì. Mentre sino all'ultimo istante il capo delegazione Nicola Zingaretti ha lavorato per portare il gruppo sull'astensione in modo da disinnescare ogni tentazione a votare no. Ma la frattura non si è ricomposta.
Dopo il voto, la segretaria dem ha tenuto il punto, confermando le "molte critiche" avanzate su ReArmEu: "Quel piano va cambiato" e per farlo "continueremo a impegnarci ogni giorno", ha detto tra le altre cose. Ma l'onda del voto sulla Difesa Ue è arrivata fino al Nazareno, aprendo una discussione interna al partito in cui è riemersa anche la parola 'magica' Congresso. La foto di Strasburgo, del resto, è netta. Per il sì si sono schierati Stefano Bonaccini (il presidente del partito), Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo.
Tra gli astenuti Zingaretti, Lucia Annunziata, Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan. Dalle tabelle dell'aula emerge tra l'altro che nel gruppo S&D gli unici ad astenersi sono stati gli italiani più un bulgaro, un irlandese e uno sloveno. Per non farsi mancare nulla, c'è stato anche il 'giallo' Annunziata, inizialmente conteggiata tra i sì e poi conteggiata come astenuta.
(Adnkronos) - Mentre a Strasburgo i più maliziosi hanno enfatizzato non solo la presenza di Nardella tra gli astenuti, ma soprattutto quella di Strada e Tarquinio: apertamente contrari al Piano Ue, alla vigilia erano dati certi tra i no. "C'è stato l'aiutino per non far vincere il sì", ha valutato un eurodeputato dem. Lo stesso Tarquinio, del resto, a Un giorno da pecora ha ammesso: "Se avessi votato no sarebbe mancato quel po' di più che ha consentito alla delegazione Pd di avere la maggioranza pro Elly Schlein".
"E' stata sconfitta la linea dell'astensione? E' stato sconfitto il no, perché si partiva dal no", è stata la valutazione di Lia Quartapelle. La deputata dem è stata tra quelli che hanno subito chiesto l'apertura di un confronto interno. "Dobbiamo dimostrarci all'altezza. Il Pd, un grande partito, deve argomentare dove vuole stare con una discussione che sino ad oggi non c'è stata", ha spiegato. Sulla stessa linea Piero Fassino e anche Marianna Madia: "Abbiamo la necessità di discutere e capire. Non possiamo fare tutto questo stando zitti o con un mezzo voto. Congresso o Direzione? Va bene tutto, basta che ci sia una discussione", ha detto la deputata.
Ai riformisti ha risposto Laura Boldrini: "Mi sarei aspettata che il gruppo del Pd al Parlamento europeo votasse compatto sull'astensione, che è la strada trovata dalla segretaria Schlein. Non è il momento di alimentare divisioni". Ma anche nell'area di maggioranza interna non è mancata la chiamata al confronto: "E' giusto che ci sia una discussione seria. E' una responsabilità che abbiamo tutti ed è interesse della segretaria, che io sostengo, che questa discussione si faccia nelle forme e con la rapidità necessarie", ha detto Gianni Cuperlo. Mentre è stato Andrea Orlando a chiedere un Congresso tematico: "Potrebbe essere utile anche per portare la discussione fuori dal solo gruppo dirigente" e per "chiarirsi le idee".
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "Morte naturale per infarto". Sono questi i primi risultati dell'autopsia per Carmine Gallo, l'ex super poliziotto protagonista della lotta contro la criminalità organizzata a Milano e ai domiciliari dallo scorso ottobre per l'inchiesta Equalize sui presunti dossier illeciti, morto domenica nella sua abitazione a Garbagnate Milanese. Si tratta dei primi riscontri dei medici legali, poi "arriveranno i tossicologici" chiesti in via precauzionale per escludere qualsiasi altra causa.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - "Il libro di Follini rappresenta la foto di un mondo rovesciato rispetto al presente, un’America rovesciata, ieri prevaleva il senso della misura e il ragionamento, oggi prevale il populismo”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Graziano presentando in conferenza stampa a Montecitorio il libro di Marco Follini 'Beneficio d’inventario'.
"Centrale è la parte che racconta della vita politica all’epoca del padre di Marco Follini, Vittorio, e dei leader politici del tempo da Francesco Cossiga, ad Aldo Moro, passando per Marco Pannella. Non tutti avevano la stessa idea politica ma erano tutti uniti nella forza di voler difendere la democrazia, una democrazia ottenuta con lotte, sangue, catastrofi e quindi seppur lontani politicamente, erano uniti dal dialogo. Una differenza abissale con l’Italia di oggi pericolosamente in mano ai sovranisti, dove tutto è concepito fuorché il dialogo. Forse questo abisso non è solo italiano ma sta prevalendo in tutto l’Occidente e la cosa è abbastanza preoccupante”, ha aggiunto Graziano.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "La manovra repentina, improvvisa e del tutto imprevedibile, frutto certamente di una decisione di decimi di secondo attuata dal conducente del motoveicolo TMax non ha consentito al conducente del veicolo Giulietta di poter attuare alcuna manovra difensiva efficace". E' quanto sostiene la consulenza cinematica disposta dalla Procura di Milano e affidata all'ingegnere Domenico Romaniello. La relazione attribuisce la responsabilità dell'incidente a Fares Bouzidi, già indagato per omicidio stradale, l’amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter. Quando lo scooter da via Ripamonti svolta a sinistra verso via Quaranta, "con una deviazione improvvisa", per il consulente Fares imprime "una correzione di rotta verso destra", in direzione del marciapiede, e il carabiniere alla guida "non poteva certamente prevedere tale pericolosissima manovra e nulla ha potuto fare per evitare tale contatto, in ragione della impossibilità di poter attuare sia una correzione di rotta, sia una frenata efficace nello spazio a disposizione".
Non solo: il militare alla guida "non avrebbe altresì potuto neanche sterzare verso destra per la presenza del pedone (il testimone che riprende la scena con il cellulare) che per il conducente dell’autovettura è stato chiaramente percepito con la vista periferica" spiega l'ingegnere che ha realizzato la consulenza ricostruendo le condizioni di visibilità e velocità dell'inseguimento avvenuto la notte del 24 novembre scorso. Quella che mette in atto il carabiniere ora indagato per omicidio stradale (per lui si va verso la richiesta di archiviazione) è "una manovra difensiva obbligata": se lo scooter guidato da Fares avrebbe mantenuto la traiettoria 'naturale' chi guidava la Giulietta "non avrebbe sostanzialmente avuto problemi a mantenere il proprio veicolo iscritto nella curva da percorrere per la svolta a sinistra".
Quando Fares imposta la curva verso via Quaranta il T Max viaggia a una velocità di quasi 55 chilometri l'ora, quando il motociclo finisce la sua corsa contro il palo semaforico l'urto avviene a circa 33 chilometri orari. Per il consulente incaricato dalla procura la macchina che insegue, per evitare l'urto, "avrebbe dovuto disporre di uno spazio complessivo per l’arresto di circa 24 metri", mentre "il conducente aveva a disposizione circa 12 metri soltanto prima di giungere all’urto contro il palo semaforico".