Ora è ufficiale: Donald Trump diserterà il World Economic Forum a Davos a causa dello shutdown. Il presidente degli Stati Uniti, che sarebbe dovuto arrivare in Svizzera il 22 gennaio, aveva anticipato la decisione già la scorsa settimana su Twitter. La partecipazione, ha detto la portavoce presidenziale Sarah Sanders, è stata cancellata per tutta la delegazione Usa, anche per il segretario di stato Mike Pompeo e per il segretario al Tesoro Steven Mnuchin. E’ la terza defezione eccellente: il capo della Casa Bianca si aggiunge, infatti, a Emmanuel Macron, che resterà in Francia per seguire il dossier sui “gilet gialli”, e Theresa May, impegnata nel Regno Unito a trovare un accordo con le opposizioni per elaborare una nuova proposta da presentare a Bruxelles sulla Brexit.

Nel contesto dello shutdown – strumento che il presidente sta utilizzando per strappare il sì dei democratici allo sblocco di 5,7 miliardi di dollari per il muro anti-migranti al confine con il Messico – si inquadra l’escalation registrata nelle ultime ore nel braccio di ferro tra Trump e la speaker della Camera Nancy Pelosi, terza carica dello stato. Uno scontro istituzionale che ha raggiunto livelli senza precedenti con la lettera in cui la Casa Bianca ha annunciato alla esponente dem che il previsto viaggio all’estero che l’avrebbe portata a Bruxelles, in Egitto e in Afghanistan, è cancellato proprio a causa del blocco dei fondi federali.

“Se vuole può andare con un volo commerciale“, ha detto il tycoon. Una palese rappresaglia dopo la richiesta a Trump di non tenere il discorso sullo stato del’Unione fino a quando non finirà lo shutdown. Nella lettera Trump nega di fatto alla speaker l’uso dell’aereo militare solitamente utilizzato per le missioni delle alte cariche dello Stato, sminuendo il significato del viaggio di Pelosi: “Non si tratta di un evento di pubbliche relazioni”, scrive il presidente americano. “In questo momento – aggiunge il tycoon – è molto meglio restare qui e negoziare con me per un confine del Paese più sicuro e la fine dello shutdown”.

Lo scontro con la Pelosi nasce dalla richiesta di quest’ultima di rinviare il tradizionale State of the Union’s speech, previsto il 29 gennaio davanti al Congresso, momento solenne e altamente istituzionale in cui il Paese si ferma e l’inquilino della Casa Bianca traccia un bilancio, indicando le priorità politiche future, sotto i riflettori di tutte le tv. La speaker della Camera ha scritto al tycoon chiedendogli di rinviare l’intervento, o eventualmente di mandarlo in forma scritta. Per motivi di sicurezza – ha spiegato – legati allo shutdown, che ha lasciato a casa senza stipendio anche molti poliziotti del ministero dell’Interno e agenti del Secret Service, quest’ultimi preposti a vigilare sulle più alte cariche dello Stato. “Sia il Secret Service che il dipartimento per la sicurezza nazionale non sono finanziati da 26 giorni”, ha sottolineato.

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