Dire a una casalinga che il ragù si può fare in 25 minuti anziché in 4 ore può essere preso come un’eresia. Dire che l’azienda bolognese Roboqbo, che produce macchine industriali, ha trovato il modo per fare il ragù in 25 minuti è un successo da premiare. Le esigenze industriali sono molto differenti da quelle domestiche. L’unico allineamento che si pretende riguarda la qualità. Per il resto, la cucina su grande scala non è una mera questione di tempo, è un investimento, un costo energetico, una questione di efficienza nella gestione di tutti i passaggi, finanche degli scarti. Ed è proprio questo che ha permesso a Roboqbo di vendere le sue macchine in 79 paesi, oltre che in Italia.
A fare tutto è un unico prodotto, Qbo, che si può immaginare come un’evoluzione in grande dei piccoli robot da cucina tuttofare che molti hanno in casa. Cuoce (sia a vapore fino a 115 gradi, sia sotto vuoto), raffredda, concentra, impasta, raffina, taglia, miscela, omogeneizza, polverizza. Il punto di partenza sono le materie prime di qualità: non “insaporitori” o alimenti in polvere, ma (nell’esempio del ragù) carne macinata, cipolle, carote, sedano, passata di pomodoro. Per ottenere il prodotto finito basta mettere tutti gli ingredienti nel boccale e premere un pulsante. Boccale che ovviamente è “in grande”: si va da 8 a 860 litri a seconda delle necessità.
Il vantaggio più ovvio del sistema è il risparmio di tempo: un piccolo laboratorio può aumentare di molto la propria produttività. Ma non è solo questo. All’interno del robot ci sono tecnologie che consentono una gestione ottimizzata del vapore prodotto in cottura. Sembra un dettaglio, ma è importante perché gestito in maniera corretta aumenta l’efficienza durante le fasi di lavorazione, tagliando i tempi. Soprattutto porta a un risparmio energetico fino al 50% rispetto ad altre soluzioni di cottura. Nel computo dei costi di gestione di un’attività cifre simili fanno la differenza.
La nota dolente è che il modello base, quello con boccale da 8 litri, costa 40 mila euro. È quello indirizzato alle “piccole produzioni”, come pasticcerie, cioccolaterie, gelaterie. Non si può andare a un punto vendita e comprarlo, i prodotti sono realizzati solo su ordinazione, quindi è necessaria una pianificazione delle attività.
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Opportune modifiche hanno permesso di qualificare questo strumento anche al di fuori delle cucine. Ci sono infatti versioni del robot Qbo indirizzate all’industria farmaceutica, per la produzione di antibiotici e fermenti lattici. Di recente è arrivato un nuovo modello adatto per la produzione di cosmetici (fondotinta e rossetti). Un esempio di “made in Italy” di cui andare orgogliosi.