Ha insultato migranti e chi li accoglieva e ora si prepara a gestire un centro. Ha suscitato l’imbarazzo della Curia per una messa in suffragio di Benito Mussolini, ha presenziato a dirette televisive nazionali per denunciare “l’invasione” dei musulmani in Italia e ora è pronto per avviare un progetto di accoglienza e integrazione di rifugiati. Il protagonista non è un esponente della Lega e nemmeno della destra tarantina, ma una sacerdote: si chiama don Luigi Larizza, ed è parroco del Sacro Cuore di Taranto e presidente della cooperativa “Giovanni Paolo II” che ha vinto la gara indetta dal comune di Taranto per gestire lo Sprar, il Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Una gara da 1 milione e 200mila euro.
Qualcosa dev’essere cambiato nella testa e nel cuore di del sacerdote notoriamente vicino ai movimenti dell’estrema destra tarantina e soprattutto grande nemico dei migranti. Ilfattoquotidiano.it ha provato più volte a contattare don Luigi senza però ottenere alcuna risposta. Il sacerdote tarantino non è mai stato tenero con tutti i protagonisti del mondo dell’accoglienza, anzi. Il profilo social trasuda di post a vetriolo. “Questa è la civiltà predicata dal Corano: stuprare una miscredente non è peccato… sarebbe bello se, venendo in Italia, tra queste ragazze ci fosse anche la grandissima Boldrini“, scrisse diversi mesi fa, salvo poi cancellare. Ma è solo uno dei post pubblicati sul profilo in cui si definisce un “operaio nella vigna del Signore“. Uno di questi, anche questo cancellato poco dopo, lo fecero balzare agli onori della cronaca nazionale: pochi giorni dopo un episodio avvenuto a Napoli nel quale due immigrati impedirono alle forze dell’ordine di eseguire un arresto, scrisse che sarebbe stato opportuno sparare. Parole che scatenarono una bufera costringendolo a ridimensionare: “Non ho mai incitato a sparare sui migranti. Evidentemente – spiegò a un quotidiano cattolico – chi riporta queste cose non sa o non vuole leggere bene”. Posizioni talmente estreme da costringere il vescovo di Taranto a prendere le distanze pubblicamente: “Don Luigi – scrisse tempo fa il pastore della chiesa ionica – è stato più volte invitato a prendere posizioni più equilibrate e stemperare i modi, specie per non rovinare i rapporti con i rappresentanti della comunità islamica di Taranto” e “don Luigi sbaglia, non ci sono poveri bianchi che vengono prima e poveri neri che vengono dopo”.
Nel 2016 era pronto a celebrare una messa in suffragio di Benito Mussolini: l’iniziativa, organizzata da “i missini di terra ionica”, era stata pubblicizzata con veri e propri manifesti funebri in tutta la città. Dopo le notizie apparse sulla stampa locale l’arcivescovo Santoro, fu costretto ancora a una volta a intervenire: prima la Curia fece sapere che la messa era stata richiesta per “Benito e Giovanni” senza specificare i cognomi e quindi l’identità dei defunti e poi annunciò che la messa in era stata annullata.
Il religioso fu anche protagonista di un duro scontro ripreso dalle telecamere: accusò l’ex sindaco di Taranto Ippazio Stefano di aver portato i cornetti agli immigrati e di aver trascurati le famiglie bisognose della città. Anche i sacerdoti sono diventati bersagli delle sue esternazioni: tutti accusati di praticare l’accoglienza in cambio di denaro. Ora però nel “business dell’accoglienza” è entrato anche lui. E a pieno titolo. A lui ai soci della cooperativa, però, toccherà accogliere e gestire i servizi dopo aver sbaragliato i concorrenti: alla proposta del Comune, infatti, avevano risposto l’associazione Salam Ong, la MediHospes, la indaco Service e un raggruppamento temporaneo di imprese composto dal consorzio Aretè e dal consorzio “gruppo luoghi comuni”.
Tutte, a eccezione della Giovanni Paolo II, sono state escluse dalla commissione giudicatrice in fase di selezione e quindi ha ottenuto l’aggiudicazione definitiva. Eppure l’assessore comunale Simona Scarpati frena: “Stiamo valutando alla luce delle nuove disposizioni introdotte dal decreto legge sicurezza come attuare la gestione dello Sprar, ma io come assessore non posso e non devo entrare nel merito di una gara tecnica che è stata svolta da una commissione”. Il dl Sicurezza, infatti, prevede che il Servizio Sprar possa essere solo coloro che sono già in possesso di una forma di protezione ed esclude chiaramente i richiedenti asilo: “Qui a Taranto – ha spiegato Scarpati – in realtà sono pochissimi coloro che sono già in possesso di una forma di protezione: stiamo valutando quindi come procedere per la effettiva attivazione del servizio“.
Cronaca
Taranto, prete fan di Mussolini e contro l’accoglienza dei migranti gestirà uno Sprar: ha vinto un bando da oltre un milione di euro
Don Luigi Larizza, parroco del Sacro Cuore di Taranto e presidente della cooperativa "Giovanni Paolo II", ha vinto la gara del Comune. In passato, però, aveva accusato i sacerdoti di accogliere in cambio di denaro, oltre a denunciare "l'invasione dei musulmani" e a proporre una messa per il Duce. Ilfattoquotidiano.it ha provato più volte a contattarlo senza ricevere risposta
Ha insultato migranti e chi li accoglieva e ora si prepara a gestire un centro. Ha suscitato l’imbarazzo della Curia per una messa in suffragio di Benito Mussolini, ha presenziato a dirette televisive nazionali per denunciare “l’invasione” dei musulmani in Italia e ora è pronto per avviare un progetto di accoglienza e integrazione di rifugiati. Il protagonista non è un esponente della Lega e nemmeno della destra tarantina, ma una sacerdote: si chiama don Luigi Larizza, ed è parroco del Sacro Cuore di Taranto e presidente della cooperativa “Giovanni Paolo II” che ha vinto la gara indetta dal comune di Taranto per gestire lo Sprar, il Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Una gara da 1 milione e 200mila euro.
Qualcosa dev’essere cambiato nella testa e nel cuore di del sacerdote notoriamente vicino ai movimenti dell’estrema destra tarantina e soprattutto grande nemico dei migranti. Ilfattoquotidiano.it ha provato più volte a contattare don Luigi senza però ottenere alcuna risposta. Il sacerdote tarantino non è mai stato tenero con tutti i protagonisti del mondo dell’accoglienza, anzi. Il profilo social trasuda di post a vetriolo. “Questa è la civiltà predicata dal Corano: stuprare una miscredente non è peccato… sarebbe bello se, venendo in Italia, tra queste ragazze ci fosse anche la grandissima Boldrini“, scrisse diversi mesi fa, salvo poi cancellare. Ma è solo uno dei post pubblicati sul profilo in cui si definisce un “operaio nella vigna del Signore“. Uno di questi, anche questo cancellato poco dopo, lo fecero balzare agli onori della cronaca nazionale: pochi giorni dopo un episodio avvenuto a Napoli nel quale due immigrati impedirono alle forze dell’ordine di eseguire un arresto, scrisse che sarebbe stato opportuno sparare. Parole che scatenarono una bufera costringendolo a ridimensionare: “Non ho mai incitato a sparare sui migranti. Evidentemente – spiegò a un quotidiano cattolico – chi riporta queste cose non sa o non vuole leggere bene”. Posizioni talmente estreme da costringere il vescovo di Taranto a prendere le distanze pubblicamente: “Don Luigi – scrisse tempo fa il pastore della chiesa ionica – è stato più volte invitato a prendere posizioni più equilibrate e stemperare i modi, specie per non rovinare i rapporti con i rappresentanti della comunità islamica di Taranto” e “don Luigi sbaglia, non ci sono poveri bianchi che vengono prima e poveri neri che vengono dopo”.
Nel 2016 era pronto a celebrare una messa in suffragio di Benito Mussolini: l’iniziativa, organizzata da “i missini di terra ionica”, era stata pubblicizzata con veri e propri manifesti funebri in tutta la città. Dopo le notizie apparse sulla stampa locale l’arcivescovo Santoro, fu costretto ancora a una volta a intervenire: prima la Curia fece sapere che la messa era stata richiesta per “Benito e Giovanni” senza specificare i cognomi e quindi l’identità dei defunti e poi annunciò che la messa in era stata annullata.
Il religioso fu anche protagonista di un duro scontro ripreso dalle telecamere: accusò l’ex sindaco di Taranto Ippazio Stefano di aver portato i cornetti agli immigrati e di aver trascurati le famiglie bisognose della città. Anche i sacerdoti sono diventati bersagli delle sue esternazioni: tutti accusati di praticare l’accoglienza in cambio di denaro. Ora però nel “business dell’accoglienza” è entrato anche lui. E a pieno titolo. A lui ai soci della cooperativa, però, toccherà accogliere e gestire i servizi dopo aver sbaragliato i concorrenti: alla proposta del Comune, infatti, avevano risposto l’associazione Salam Ong, la MediHospes, la indaco Service e un raggruppamento temporaneo di imprese composto dal consorzio Aretè e dal consorzio “gruppo luoghi comuni”.
Tutte, a eccezione della Giovanni Paolo II, sono state escluse dalla commissione giudicatrice in fase di selezione e quindi ha ottenuto l’aggiudicazione definitiva. Eppure l’assessore comunale Simona Scarpati frena: “Stiamo valutando alla luce delle nuove disposizioni introdotte dal decreto legge sicurezza come attuare la gestione dello Sprar, ma io come assessore non posso e non devo entrare nel merito di una gara tecnica che è stata svolta da una commissione”. Il dl Sicurezza, infatti, prevede che il Servizio Sprar possa essere solo coloro che sono già in possesso di una forma di protezione ed esclude chiaramente i richiedenti asilo: “Qui a Taranto – ha spiegato Scarpati – in realtà sono pochissimi coloro che sono già in possesso di una forma di protezione: stiamo valutando quindi come procedere per la effettiva attivazione del servizio“.
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Mondo
Gaza, niente accordo per estendere la prima fase del cessate il fuoco. Israele blocca gli aiuti umanitari
Buriram, 2 mar. (Adnkronos) - Altra doppietta dei fratelli Marquez nel Gp della Thailandia di MotoGp. Dopo la Sprint Race i fratelli spagnoli hanno occupato le prime due posizioni anche nella gara lunga, con la Ducati ufficiale di Marc Marquez che fa doppietta davanti ad Alex Marquez, con la Ducati del Team Gresini, terza anche in gara l'altra Ducati ufficiale di Pecco Bagnaia, per il tris di ducatisti sul podio, a seguire Franco Morbidelli, poi l'Aprilia del rookie Ai Ogura, e Marco Bezzecchi, mentre sono usciti Acosta e Mir e si è ritirato Fernandez.
Marc Marquez parte bene e guadagna subito la testa della gara ma a circa 19 giri al termine, un po' a sorpresa, Alex Marquez passa il fratello, che sembra aver deliberatamente rallentato per farsi passare e mettersi in scia del fratello, forse per un problema di pressione gomme. Dopo aver seguito a pochi decimi il fratello, a tre giri dal termine, Marc passa il fratello e scappa via verso la seconda vittoria consecutiva e la testa della classifica mondiale. (segue)
Gaza, 2 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas insiste sulla necessità di attuare la seconda fase del cessate il fuoco con Israele, dopo che Israele ha approvato un'estensione temporanea della fase iniziale.
"L'unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e il ritorno dei prigionieri è completare l'attuazione dell'accordo, iniziando con l'attuazione della seconda fase", ha affermato il leader di Hamas Mahmoud Mardawi.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.