“Togliete il termine razza dai referti medici”. A lanciare l’appello alla Regione è il gruppo del Partito Democratico lombardo al Pirellone che nei giorni scorsi ha scritto all’assessore al welfare, Giulio Gallera e al presidente della commissione sanità Emanuele Monti, per denunciare il caso. “Portiamo alla vostra attenzione la questione relativa alla presenza del termine “razza”- cita la missiva – tra i dati riportati nei referti medici di alcune aziende socio sanitarie territoriali della Regione Lombardia. Sul concetto di “razza” la comunità scientifica è ormai concorde nel ritenere come la nostra specie sia straordinariamente omogenea, inoltre, nei referti stessi alla dicitura “razza” non segue alcuna indicazione, il che farebbe propendere nel senso della inutilità ai fini medico diagnostici della rilevazione del dato, prestandosi invece a indebite implicazioni culturali, sociali e politiche”.
A buttare acqua sul fuoco ci pensa lo stesso assessore regionale: “Non c’è alcuna indicazione di Regione Lombardia e tanto meno da parte delle aziende sanitarie in merito al caso sollevato dal Partito Democratico. Abbiamo – spiega Gallera – riscontrato che vi sono alcune macchine usate per la prova da sforzo con un software che stampa un modulo che riporta questa dizione. Probabilmente in alcuni casi sapere la morfologia di una persona dal punto di vista medico ha un suo significato”.
Ragioni che non bastano al Partito democratico che nella missiva chiede di intervenire: “Per alcuni esami (ad esempio nei test sulla funzionalità respiratoria e nelle prove da sforzo) gli specialisti – continua la lettera firmata da Fabio Pizzul e dagli altri consiglieri – ritengono opportuno, ai fini della verifica della diagnosi clinica, rilevare e riportare tra i valori di riferimento la conformazione morfologica del paziente, poiché sembrerebbe determinare differenti capacità. Chiediamo che nei referti delle aziende sanitarie della nostra Regione si sostituisca la parola “razza” con il termine “etnia” in analogia alla linea intrapresa da altre regioni come Veneto e Toscana”. Un appello destinato a non cadere nel vuoto: “Per ora abbiamo riscontrato il problema in un’azienda, quella della Franciacorta, ma stiamo facendo un’indagine per vedere quante macchine con questo software vi sono in uso. Siamo disposti a modificare “razza” con “etnia”. La casa produttrice di questa macchina deve aver pensato che questa indicazione dal punto di vista medico fosse utile”.
Pronta la replica di Fabio Pizzul: “Siamo felici che Gallera sia disponibile a modificare la parola razzia in etnia. Potevano arrivarci prima. Suona un po’ strano il fatto che non vi sia stata attenzione ad un tema così sensibile soprattutto dopo le polemiche che ci sono state anche nei mesi scorsi. In tempi in cui si è molto attenti a tutte queste vicende ci vorrebbe anche da parte dell’organizzazione sanitaria lombarda una maggiore vigilanza”.