Sono attive da ieri le prime prescrizioni mediche valide anche presso le farmacie di Paesi UE differenti da quello di provenienza. A questo e alle cartelle cliniche elettroniche condivise si dovranno allineare tutti i Paesi UE entro il 2021, Italia compresa. Ecco i dettagli.
Ieri i primi cittadini europei hanno potuto acquistare i farmaci prescritti dal loro medico di famiglia, nelle farmacie di un altro paese dell’UE. A dare il via a questa rivoluzione sono Finlandia ed Estonia, con i cittadini del primo paese che possono servirsi nelle farmacie del secondo. Entro il 2021 tutti i cittadini dei 22 Stati membri dell’Unione Europea dovranno poter fare altrettanto, italiani compresi.
Il servizio relativo alle farmacie si chiama ePrescription (ed eDispensation), che insieme a quello Patient Summary fa capo alla nuova eHealth Digital Service Infrastructure (eHDSI), l’infrastruttura unica europea di servizi digitali per l’assistenza sanitaria, voluta dalla Commissione Europea.
Comprende quelli che vengono definiti “servizi sanitari elettronici transfrontalieri” e mira a garantire la continuità dell’assistenza sanitaria a tutti i cittadini europei che viaggiano all’interno dell’UE, ma al di fuori del proprio paese di provenienza. Più in dettaglio, ePrescription (ed eDispensation) è quello a cui abbiamo accennato all’inizio: permette ai cittadini dell’UE di ritirare le proprie medicine anche nelle farmacie di un altro paese dell’UE che hanno aderito all’iniziativa. Il come è presto detto: la prescrizione dev’essere elettronica e non cartacea, e una volta fatta dev’essere trasferita online sulla piattaforma eHealth. Così facendo sarà visibile elettronicamente ai farmacisti partecipanti nel paese di destinazione del viaggio. Non serve la ricetta cartacea.
I lettori più attenti avranno notato che e-prescription non è un termine nuovo: anche in Italia identifica la ricetta elettronica, che è obbligatoria dal 1 marzo 2016. I medici continuano a consegnare ai pazienti “il promemoria”, ossia una versione cartacea. Di fatto però quando prescrivono un farmaco, un accertamento o una visita, i medici si collegano allo stesso sistema informatico visibile dal farmacista. E il paziente può ritirare i farmaci anche nelle farmacie di una regione differente da quella in cui risiede.
Il Patient Summary è semplicemente la “cartella clinica elettronica” (in Italia Fascicolo Sanitario Elettronico). Un file unico, accessibile a tutto il personale medico dell’Unione Europea, in cui sono ricapitolate le informazioni sugli aspetti più rilevanti della salute di un paziente. Per esempio, allergie, patologie cliniche, farmaci attualmente in uso, malattie pregresse, interventi chirurgici subiti, eccetera. Questo è importante perché un paziente potrebbe avere bisogno di cure mediche mentre si trova all’estero, ma potrebbe avere difficoltà a “raccontare” la sua storia clinica nella lingua locale. Pensiamo ad esempio di avere bisogno di cure in Svezia e di dover spiegare al medico che siamo allergici al paracetamolo. Una volta che il Patient Summary sarà attivo, al medico basterà collegarsi alla piattaforma eHealth e consultare la cartella del paziente per avere un quadro esaustivo di partenza. Le autorità per la sanità elettronica nell’UE hanno già dato il via libera per il Patient Summary a Repubblica ceca e Lussemburgo, che possono ricevere le cartelle cliniche dei cittadini stranieri.
Andrus Ansip, Vicepresidente per il mercato unico digitale, ricorda che “la libera circolazione è un principio fondatore dell’UE: dobbiamo facilitare il più possibile alle persone l’ottenimento di cure o medicinali quando si trovano nell’UE”. Vytenis Andriukaitis, commissario per la salute e la sicurezza alimentare, aggiunge che “la condivisione delle prescrizioni e delle cartelle cliniche è fondamentale per la sicurezza dei pazienti, in quanto può aiutare i medici a capire la storia clinica di un paziente straniero, riducendo il rischio di somministrare farmaci non corretti, e senza bisogno di perdere tempo in test già fatti nel proprio paese”.