Una rincorsa sinceramente impressionante, quella del gruppo Hyundai-Kia. Un lavoro metodico su qualità, design e sull’idea stessa di presentarsi ad ogni aggiornamento della gamma costantemente più vicini al parametro di sempre, cioè Volkswagen. C’è molto di tutto questo nella nuova Proceed, terzo modello della famiglia Kia Ceed. Un nome scritto finora come Pro_Cee’d e utilizzato per la più sportiva delle compatte a due volumi, ma diventato adesso l’ennesima sfida su un terreno sfizioso, non destinato a procurare grandi numeri, ma a provocare la concorrenza invece si.
Parola d’ordine, Shooting brake, quel tipo di carrozzeria da station molto sportiva nella linea che ha fatto la storia dei marchi britannici d’eccellenza e ha ispirato, neppure a dirlo, la wagon più ambite nate provenienti dalla Germania. Alla gamma Ceed manca ancora un crossover, un suv o una vettura a carrozzeria alta come dir si voglia, ma quella che arriva con Proceed è invece una scarica di adrenalina a testa bassa.
Lunga 460 cm e con un bagagliaio standard a quota 594 litri che arriva fino a 1.545 litri di capacità, ha una linea decisamente “più mossa” rispetto ad una station, cioè con quel frontale a “naso di tigre” come ama definirlo la casa coreana dal quale prende piede un andamento molto filante, con il tetto ribassato di 4 centimetri e che accompagna verso una coda avvolgente, con qualche parentela illustre “Made in Germany”.
Innegabili le citazioni, ma poi ci sono i fatti, con una cura nella costruzione che ci ha stupito come la qualità generale, dove le le poche incertezze si notano perfino ingenerosamente. Come ad esempio quel lunotto posteriore troppo inclinato per permettere una visuale convincente attraverso lo specchietto retrovisore, oppure l’allineamento tutto da dimostrare del volante con i pedali, la sua regolazione manuale e piuttosto limitata nell’escursione, o ancora l’insonorizzazione nella zona dei retrovisori laterali.
Dettagli migliorabili in un quadro che invece è cresciuto moltissimo, a cominciare dalla consistenza dei materiali plastici o di tessuto nei rivestimenti interni, fino ai pulsanti, all’ergonomia dei comandi. L’associazione mentale dell’auto coreana, in qualche modo economica, non esiste più. La plancia ha un ottimo schermo 8 pollici, ben visibile anche alla massima illuminazione solare, dal quale è possibile comandare una nutrita schiera di applicazioni e servizi, oltre alle interfacce Apple CarPlay e Android Auto, con un sistema di ricarica wireless per i cellulari predisposti.
Ma è sui sistemi di assistenza alla guida di serie che il salto in avanti si nota chiaramente: frenata automatica anti-tamponamento, anti-investimento di pedoni e ciclisti, sistema anti-colpo di sonno, sensori per l’angolo cieco dei retrovisori e per l’uscita in retromarcia dai parcheggio a pettine. In autostrada il dispositivo di mantenimento della corsia lavora in tandem con il cruise control adattativo e possiamo parlare di guida autonoma vera e propria. A patto di non aver di meglio da fare.
Abbiamo provato la nuova Proceed a Barcellona, raggiungendo però il circuito di Castellolì, nei pressi di Tarragona. Curve ampie e medie molto elevate che non sarebbero il terreno ideale per una tre volumi normale, seppur con una linea non classica. E invece qui l’ennesimo sfizio. Proceed arriva in Italia a febbraio in tre varianti, la Gt Line con motore 1,4 litri turbo benzina da 140 Cv o turbodiesel di 1,6 litri da 136 Cv, ma anche con una versione Gt 1.600 turbo benzina da 204 Cv. Quest’ultima ha stupito, dobbiamo dirlo, in abbinata al cambio doppia frizione a sette marce ma soprattutto ad un assetto curato al millimetro che ha messo a frutto la molta distanza tra le ruote anteriori e posteriori per guadagnare stabilità ad andatura elevata e un bilanciamento davvero invidiabile in frenata. L’idea di una Shooting brake è più fedele qui che in molte altre interpretazioni, la modalità sport non modifica il comportamento del cambio, ma aumenta il carattere di motore e sterzo. La Proceed Gt è piacevole oltre la semplice idea di una grande capacità di carico abbinata alla velocità, perché a Kia va dato merito di aver scelto una strada piuttosto concreta nel rincorrere Volkswagen, e quindi ha senso usare la sigla “Gt”, confondendola tranquillamente con tedesca Gti.
Più avanti arriverà un’altra carta per competere, ovvero le versioni mild hybrid e ibride plug-in, figlie dello stesso magazzino tecnico che sta certificando il successo di vetture come Kia Niro. Per ora, i prezzi e l’originalità.
Kia Proceed GT Line costa 29.000 nella sua versione 1.4 da 140 Cv a benzina o 31.250 euro per la la 1.6 diesel da 136 Cv, più su la GT dal 204 Cv a 33.000 euro, e per tutte un supplemento di 1.500 per passare dal cambio manuale a quello consigliatissimo a doppia frizione. In ballo per i primi due mesi è previsto uno sconto di 3.000 euro più altri 1.500 euro in caso di rottamazione, ma è la comunity Bold Society a stuzzicare di più. Iscrivendosi attraverso i canali social di Kia è possibile guidare la Proceed praticamente gratis, cioè pagando solo l’imposta provinciale di trascrizione, salvo arrivare a scadenza e decidere se acquistarla a rate o restituirla.
KIA PROCEED – LA SCHEDA
Il modello: Dopo la due volumi e la Station Wagon, terzo modello nella gamma Ceed caratterizzato da un design Shooting brake.
Dimensioni: Lunghezza m. 4.605, larghezza m. 1.800, altezza 1.422
Motore: 1.4 Turbo benzina da 140 Cv, 1.6 Turbo diesel da 136 Cv, 1.6 Turbo benzina da 204 Cv.
Consumi Ciclo Wltp: 5,9, 4,7, 7,4 l/100km,
Emissioni: 135 g/km di CO2, 125 g/km di CO2, 168.5 g/km di CO2
Prezzo: da 29.000 a 34.500 euro. Sconto di 4.500 sul listino con auto da permutare
Ci piace: Qualità costruttiva, bagagliaio molto capiente e tenuta di strada
Non ci piace: Visibilità attraverso il lunotto posteriore molto limitata, allineamento del volante non corretto, design della coda già visto.