Caos a Montecitorio durante la replica del guardasigilli che ha illustrato la sua relazione sull'amministrazione della Giustizia. "Ogni volta che crolla un muro c'è una mazzetta. In questo Paese ci sono giovani che vanno via perché lo ritengono corrotto", ha detto il ministro. Ed è scoppiata la contestazione. Forza Italia: "Il ministro vada in procura a denunciare i corrotti". Pd: "Quando un ministro interviene in questa maniera il presidente lo deve fermare"
Ha parlato dell’ormai noto video su Cesare Battisti. E poi della corruzione che in Italia “si vede a occhio nudo“. Tanto basta per scatenare le opposizioni: Forza Italia e il Pd hanno contestato il ministro Alfonso Bonafede a colpi di “buffone, buffone” e “dimissioni, dimissioni”. E al presidente della Camera Roberto Fico non è rimasto che sospendere la seduta.
La bagarre è scoppiata quando i guardasigilli stava concludendo la sua replica dopo aver illustato la sua relazione sull‘amministrazione della Giustizia, approvata poche ore fa dal Senato con 146 voti a favore e 114 contrari. A Montecitorio, però, non si è arrivati subito al voto. La contestazione è iniziata quando Bonafede ha ripetuto che quel video su Battisti non gli è piaciuto perché “non rappresenta lo stile che dovrebbe portare avanti un ministro della Giustizia”. Il caso, però, è esploso quando il ministro ha iniziato il tema della corruzione. “La corruzione in Italia – ha detto si vede ad occhio nudo. Ogni volta che crolla un muro c’è una mazzetta“. Immediata la reazione di Forza Italia, con Osvaldo Napoli richiamato dal presidente Fico (che ha faticato non poco a mantenere l’ordine) mentre si dirigeva verso i banchi del governo con il dito puntato contro il Guardasigilli.
Nel frattempo dai banchi del Pd e di Forza Italia urlavano in coro “buffone” e “dimissioni” all’indirizzo dello stesso Bonafede, che ha aggiunto: “In questo Paese ci sono giovani che vanno via perché lo ritengono corrotto“. E qui è scattata la bagarre. Urla e imprecazioni, con il ministro in piedi ad ascoltare con le braccia incrociate dietro la schiena e Fico a scampanellare e a chiedere di lasciarlo parlare. Nienta da fare però. La deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi ha urlato: “Non ho parole. Da ministro, da membro del governo si deve pubblicamente scusare. Ha detto che tutti i cittadini italiani sono corrotti. Non è la prima volta che un membro del governo lancia accuse indistintamente. Il ministro vada in Procura a denunciare i corrotti“. Molto simile l’intervento di Enrico Borghi del Pd: “Quando un ministro interviene in questa maniera il presidente lo deve fermare”.
E qui, tra le urla, Fico ha sospeso la seduta, dicendo: “È un grande sbaglio non farlo finire, qui si è liberi di esporre un ragionamento e non è una libertà a senso unico e vale per tutti”. Quindi dopo alcuni minuti, i lavori sono ricominciati con Bonafede che è ancora tornato a parlare di corruzione. “Se c’è stato un equivoco sono pronto a chiarirlo. Non era mia intenzione dire che ogni volta che c’è un’opera pubblica c’è aria di corruzione intorno e non l’ho detto. Ma dal mio punto di vista non ci sono dubbi che un sistema corruttivo strutturato abbia un’incidenza della fragilità delle opere pubbliche. E chi ritiene che non sia così, secondo me sbaglia”. Il ministro è tornato a ripetere quanto detto nel suo primo intervento: “Che i giovani scappano dal Paese perché non credono nella meritocrazia è un effetto sotto gli occhi di tutti. Quando l’85% dei cittadini ritiene che istituzioni e politici abbiano a che fare con la corruzione, questo incide sulla credibilità delle istituzioni da parte dei giovani e questo concetto lo rivendico. Mio dovere di ministro è dire ai giovani, avete una percezione negativa ma stiamo lavorando tutti insieme per cambiare”.
La seduta è stata poi nuovamente sospesa quando i deputati di Forza Italia e Pd hanno applaudito lungamente Bruno Tabacci, che durante la dichiarazione di voto ha detto: “Nel suo discorso c’erano tratti evidenti di eversione costituzionale. Un discorso che non ha fatto onore al Parlamento e da cui non promana nè disciplina nè onore”. Parte il battimano dei deputati di opposizione, molti dei quali battono anche sul banco facendo rumore. Fico chiede silenzio ma non lo ottiene, e mentre in molti vanno a complimentarsi con Tabacci di persona, a cui qualcuno urla anche “Bravo, Bis!”, continuano gli applausi scroscianti, tanto da non consentire al successivo oratore, Roberto Tondo, di parlare. Al che il presidente sospende la seduta. Dopo qualche minuto, l’Aula riprende insieme agli applausi. Il presidente Fico chiede al capogruppo del Pd Graziano Delrio di far fermare il battimano dei suoi colleghi di gruppo: a quel punto, Roberto Tondo ha iniziato a parlare, dando dello “sciocco” a Bonafede: parola che Fico ha “stigmatizzato”.