Nel decreto di archiviazione il giudice scrive che "l'impianto narrativo" di una delle querele "non consente di individuare, neppure in astratto, elementi fattuali qualificanti l’assunta violenza sessuale. Le altre due denunce invece sono tardive. La trasmissione Mediaset: "Siamo pronti a portare davanti ad un tribunale le dettagliate testimonianze che abbiamo raccolto". Renzi: "Qualcuno deve chiedergli scusa"
Le accuse di molestie sessuali contro il regista Fausto Brizzi erano “evanescenti” e “impalpabili” e per questo l’inchiesta dev’essere archiviata. È la decisione del gip del tribunale di Roma Alessandro Arturi che ha accolto la richiesta della procura di Roma. “Si chiude così definitivamente la vicenda relativa allo scandalo delle molestie apertasi con i servizi delle Iene“, commenta all’Ansa il legale del regista, Antonio Marino. L’inchiesta era stata avviata dopo la denuncia di tre donne e il servizio della trasmissione di Mediaset Le Iene: “Per noi la vicenda non finisce con l’archiviazione. Perché il regista non ha mai affrontato e querelato Le Iene? Siamo pronti a portare davanti ad un tribunale le dettagliate testimonianze che abbiamo raccolto”, replicano dalla redazione del programma televisivo. Commenta la vicenda anche Matteo Renzi: “Per mesi lo hanno mediaticamente massacrato con accuse di molestia infondate. Adesso tutto è stato archiviato. Qualcuno da stasera deve chiedere scusa a Fausto Brizzi”.
Nel decreto di archiviazione il giudice scrive che “l’impianto narrativo” di una delle querele “non consente di individuare, neppure in astratto, elementi fattuali qualificanti l’assunta violenza sessuale”. Il gip parla di “estrema problematicità di riconoscere in una tale tipologia di approccio una reale potenzialità costrittiva della volontà della pretesa vittima”. Sottolinea inoltre come sia da escludere che “un cambio nel tono di voce” o una “maggiore risolutezza” da partey del regista possano aver intimidito “una donna di 30 anni, con una solida esperienza di vita alle spalle, non già un’adolescente sprovveduta”.
Anche a proposito di un presunto abuso di autorità da parte di Brizzi, come potrebbero essere eventualmente qualificati gli abusi, il gip sottolinea che “in caso di comportamento poco compiacente” la donna avrebbe rischiato di perdere “200 euro per due comparsate nell’ambito del film in lavorazione”, una contropartita giudicata dal gip non sufficiente a configurare una possibile “posizione di preminenza per ottenere favori sessuali estorcendo alla vittima un apparente consenso“. Tra l’altro il giudice ricorda che la donna presunta abusata “non si è astenuta dal ritornare presso lo studio professionale di Brizzi, accettando evidentemente la eventualità di incappare in rinnovate profferte sessuali e, dunque, nella medesima situazione fonte di tanto, seppur tardivo, pentimento“. Riguardo alle accuse di altre due ragazze, invece, per il giudice la querela è stata “tardiva” perché oltre i termini di prescrizione di sei mesi previsti dalla legge italiana per casi come questo, e comunque “non ci sono gli estremi per il delitto di violenza sessuale”, scrive ancora il gip.
La vicenda era stata sollevata dalle Iene che ha commentato l’archiviazione: “Noi de Le Iene abbiamo raccolto però i racconti di 15 ragazze che accusano Brizzi. Perché non ci ha denunciato per diffamazione, lasciando a un Tribunale la decisione sulla veridicità anche di quelle storie? Chi accusa Le Iene di processo mediatico contro il regista, come è già successo quest’estate con la richiesta di archiviazione del pm, dovrebbe ricordare soprattutto altre due cose. Noi abbiamo raccolto, come potete vedere nei servizi, le testimonianze di 15 ragazze, che non si conoscevano tra loro e che hanno raccontato tutte in maniera indipendente lo stesso copione di molestie e abuso di potere. Inoltre noi abbiamo raccontato il peccato e non abbiamo fatto il nome del peccatore. Il nome di Brizzi lo hanno fatto altri e noi lo abbiamo solo successivamente riferito”.