Crescita e occupazione rallentano. Ma la Bce a fine anno ha terminato il quantitative easing: nell’area dell’euro non si prevedono nuovi stimoli. Eppure l’inflazione è in calo: non è una novità. Nel 2018 è stata 1,1% in Italia, 1,7% in Europa: dai che recuperiamo! Intanto arrivano le prime ammissioni. Jean Claude Juncker: qualcosa s’è sbagliato, via, nell’Eurozona. Non dovevamo spianare la Grecia nel 2015 e non dovevamo fare l’austerità nel 2012, nei momenti più bui della crisi. Ma si è trattato di meri “errori”, episodi, scusateci, guardiamo avanti.
Eh, no, miei cari, no. Da quando l’euro c’è, l’inflazione (core) è stata sistematicamente inferiore all’obiettivo. E le previsioni della Bce sono sistematicamente distorte: la Bce immagina sempre, dietro l’angolo, un’inflazione che non c’è. Ergo, distorce stabilmente la politica monetaria in senso restrittivo. Difatti ogni volta che l’inflazione sta tornando verso il target del 2% la Bce la ributta giù (nel grafico, le linee colorate sono le previsioni in vari momenti):
In breve, da quando c’è l’euro la Bce orchestra una “disinflazione a sorpresa”, grazie alla quale:
1. I debiti pubblici e privati – inclusi gli stock di Npl delle banche – sono molto più alti di quanto dovrebbero essere. Se per esempio l’inflazione core fosse stata all’1,9% nel quinquennio 2014-18, il debito pubblico italiano, invece che al 131,6% del Pil, sarebbe sotto al 120% e in rapido calo.
2. I tassi d’interesse reali risultano ex-post sistematicamente più alti, aggravando la situazione dei debitori anche sotto il profilo dei flussi finanziari.
3. A milioni – in Spagna, Portogallo, Irlanda e altrove – sono finiti sul lastrico dopo il 2011, courtesy of the Ecb. Ma anche prima: da quando c’è l’euro, il tasso di disoccupazione non è mai sceso sotto il 7,2% e la media è stata 9,7%. Cioè l’attuale 8% è da considerarsi una festa.
E perciò ora la Bce ha deciso di stringere i freni. E lo farà, ma – tranquilli – più gradualmente di quanto pensava! Per la Bce evidentemente i ristoranti sono pieni, siamo in situazione simil-boom: l’inflazione, bau-bau, ancora una volta è dietro l’angolo! Ma Innocenzo dice che l’unico “errore” è stata l’austerità del 2011-12, e Innocenzo è un economista rispettabile.
Juncker ha sbagliato a maltrattare la Grecia. Ma a nessuno preoccupa il fatto stesso che l’Ue/Bce detenga il potere di distruggere una nazione, per sbaglio, o “per dare una lezione ai populisti di tutta Europa” (Wolfgang Schaeuble, 2015), non importa. Disse Robespierre: si è sbagliato a tagliare tante teste, ma teniamoci il potere di rifarlo, dans le cas… non si sa mai. Questa è la “democrazia liberale”? Davvero? Basta dare un po’ più di potere al Parlamento europeo, Dibba, e tutto va a posto?
Dulcis in fundo, l’Italia resta invischiata nella trappola delle aspettative depresse. A ciò contribuisce fortemente il divieto Ue di manovre espansive: divieto enforced da eventuali sanzioni, chiamate spread. L’Italia uscirebbe rapidamente dalla depressione con la vituperata svalutazione: lo fece molte volte in passato, con successo. È una manovra da manuale: regime change per spezzare le aspettative depresse. La teoria economica la raccomanda quando hai debiti, deficit e disoccupazione. Ma Innocenzo dice che senza l’euro esploderebbero inflazione e tassi d’interesse, e Innocenzo è un economista rispettabile.
E così l’Italia osserva la fuga (o l’apatia) dei giovani (non tutti però!) e la conseguente progressiva caduta del Pil potenziale: che, Mario Monti aveva detto, le sue riforme strutturali avrebbero innalzato di 11%, poi corretto a 7%, “entro il 2018”. Siamo allo scenario Detroit: fugge la base produttiva ma restano i debiti. Arriveremo a pagare i debiti e a rilanciare il Paese prima che tutti vadano via? Già, perché neanche i migranti sembrano più interessati a venire in Italia, a parte qualche disperato.
I responsabili di tutto questo sono persone responsabili, che perciò meritano il nostro rispetto. Persino Dibba e Luigi Di Maio s’allineano! E la Bce non sa fare le previsioni, però dice molte cose politically correct (per sopravvivere). Perciò tranquilli. Il nuovo giorno spunta dopo che la notte è più buia. Difatti già s’avanza il Sol dell’Avvenire: Carlo Calenda, novello Macron-Renzi-Letta-Gentiloni, sempre con le stesse politiche. D.o.c.