L’appello per la creazione delConfederation of Laboratories for Artificial Intelligence Research In Europe è stato lanciato nei mesi scorsi ai leader europei e nazionali da 600 tra i massimi esperti di intelligenza artificiale. Il professor Bruno Siciliano: "Importante per evitare di disperdere all’estero l’enorme potenziale umano di giovani studiosi che l’Italia possiede"
In quella che fu un tempo una delle culle della civiltà, la Magna Grecia, potrebbe sorgere il ‘Cern dell’intelligenza artificiale’, un centro di eccellenza europeo che permetterebbe al Vecchio Continente di sfidare Usa e Cina sulle nuove frontiere della tecnologia e delle macchine intelligenti. L’annuncio è del sottosegretario allo Sviluppo economico (Mise), Andrea Cioffi, a margine della riunione di insediamento del gruppo di esperti sull’intelligenza artificiale al ministero. “L’Italia si candida a ospitare il nuovo laboratorio europeo sull’intelligenza artificiale in una città del Meridione. Sarà un luogo fisico strutturato idealmente come il Cern di Ginevra – ha spiegato Cioffi -, dove le persone si incontreranno per elaborare non solo la strategia, ma per fare ricerca. Qualcosa che andrà persino oltre il Cern”.
L’appello per la creazione del nuovo centro, battezzato ‘Claire’ (Confederation of Laboratories for Artificial Intelligence Research In Europe) è stato lanciato nei mesi scorsi ai leader europei e nazionali da 600 tra i massimi esperti di intelligenza artificiale di 20 Paesi del Vecchio Continente. L’iniziativa in pochi mesi ha già raccolto l’adesione di oltre 2.600 scienziati, anche italiani. Tra loro un entusiasta Bruno Siciliano, dell’Università Federico II di Napoli, tra i papà della robotica italiana. “Accolgo con grande favore questo progetto: potrebbe essere una straordinaria occasione per il Sud, che è una bellissima realtà in campo scientifico”, commenta a caldo a IlFattoquotidiano.it lo studioso, appena atterrato a Nizza per un corso di robotica. “Questo nuovo centro potrebbe diventare un importante serbatoio di eccellenze, per evitare di disperdere all’estero l’enorme potenziale umano di giovani studiosi che l’Italia possiede”, aggiunge Siciliano.
Il nuovo laboratorio europeo sarà un istituto multidisciplinare, perché l’intelligenza artificiale è un campo molto vasto che abbraccia diversi settori, dalle neuroscienze e la medicina alla robotica, per fare alcuni esempi. E proprio la robotica, secondo Siciliano, potrebbe essere uno degli asset strategici del nuovo centro di ricerca. “È il settore in cui l’Europa e l’Italia hanno ottenuto i risultati migliori con l’intelligenza artificiale. In questa nuova realtà farei, quindi, in modo – suggerisce lo studioso napoletano – di sviluppare l’intersezione tra intelligenza artificiale e robotica, per passare dalla tecnologia dell’informazione alla tecnologia dell’interazione. I robot e le macchine intelligenti, difatti, sono sempre più con noi, in noi e intorno a noi. Al di là degli aspetti tecnologici, la robotica è, infatti, importante dal punto di vista sociale. Basti pensare – spiega Siciliano – al Giappone, dove i robot sono molto utilizzati per l’assistenza agli anziani”.
Il modello scelto per il futuro laboratorio Claire è il Cern di Ginevra, il più importante centro di ricerca al mondo di fisica delle particelle. Una sorta di ‘Onu della scienza’, dove migliaia di scienziati di tutto il mondo indagano sui segreti più intimi della materia e sui più intricati misteri del cosmo. “Il modello del Cern – conclude Siciliano – è quello vincente, perché ha una struttura aperta e competitiva, che permette di facilitare e snellire la selezione di giovani ricercatori, sin dall’inizio della loro carriera di scienziati con il dottorato di ricerca”.