L’Ordine dei giornalisti ha fatto una segnalazione al consiglio di disciplina, i 5 stelle al governo hanno annunciato che “avvieranno la procedura per tagliare i fondi”. Poco più di 10 giorni dopo l’attacco contro “i terroni”, il quotidiano Libero ha aperto la prima pagina con il titolo: “Calano fatturato e Pil, ma aumentano i gay”. E in occhiello: “C’è poco da stare allegri”. Una scelta che ha ricevuto le critiche non solo di opposizioni e associazioni lgbti, ma anche da parte degli esponenti M5s dell’esecutivo. “L’omofobia ce l’ha in testa chi ci critica”, si è difeso il fondatore Vittorio Feltri. “Chi ci spara addosso ha letto solo il titolo ma non il testo, in caso contrario avrebbe scoperto che quei dati ci sono stati forniti dalle stesse associazioni gay. Di cosa ci si offende? Se calano fatturato e Pil c’è qualcuno che se ne rallegra? E’ un titolo fattuale, come direbbe Crozza“.

Il primo a reagire è stato il grillino Vito Crimi, sottosegretario con delega all’editoria: “Avvierò immediatamente”, ha detto, “una procedura per bloccare l’erogazione dei fondi residui spettanti a un giornale che offende la dignità di tutti gli italiani e ferisce la democrazia. Sono disgustato da un giornale che pubblica titoli razzisti e omofobi”. Una posizione rafforzata anche dal vicepremier M5s Luigi Di Maio: “Scriveranno idiozie senza più un euro di fondi pubblici”, ha detto. A loro ha replicato lo stesso Feltri: “Si parla da mesi del blocco dei fondi, chiamano i giornalisti ‘puttane’ e nessuno si scandalizza. Danno soldi a cani e porci e poi dicono che siamo noi a uccidere la democrazia”.

Critiche naturalmente da sinistra. “Libero non è un quotidiano ma un foglio di propaganda che vuole alimentare i peggiori istinti e i più beceri pregiudizi”, ha detto l’ex presidente della Camera e deputata Laura Boldrini. Dopo di lei, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, criticando il “vergognoso titolo del quotidiano portavoce di Salvini”, ha messo in guardia da quello che definisce un “attacco ai diritti di tutti”.

Ma anche dal centrodestra qualcuno ha deciso di prendere posizione. Renata Polverini ha attaccato: “Libero ci riporta indietro nel tempo, quando essere gay significava messa al bando o peggio”. A lei ha replicato direttamente Feltri su Twitter: “Non capisci un c…o, hai una cultura più bassa di quella di Boldrini”. “L’omofobia ce l’ha in testa chi ci critica, se non si può dire che aumentano i gay, come mi hanno confermato le stesse associazioni lgbt, allora siamo in Iran“.

Dure anche le associazioni lgbt: per l’Arcigay il titolo di Libero “istiga all’odio e mette in correlazione cose che non c’entrano niente”. Sulle polemiche interviene anche la Fnsi, che in una nota sottolinea la legittimità delle critiche, “ma evitando le ritorsioni da parte del governo nei confronti della stampa”. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, intanto, ha disposto la segnalazione del caso al Consiglio di disciplina competente.

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