Il ministro dell'Interno in conferenza stampa al Viminale ha lasciato intendere, senza dare ulteriore spiegazioni, che possiede evidenze non ancora emerse in altre indagini. Poi ha snocciolato i numeri: "A fronte di 155 arrivi, i rimpatri già effettuati sono stati 221. Meno 50mila ospiti nelle strutture rispetto a gennaio 2018"
“Ci sono evidenze di contatti telefonici tra alcune persone a bordo delle navi delle Ong e alcuni trafficanti a terra”. Matteo Salvini lancia il nuovo attacco alle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo nel corso della conferenza stampa al Viminale, lasciando intendere che non si tratta di elementi già emersi in precedenti indagini. “Gireremo le informazioni all’autorità giudiziaria – ha infatti aggiunto – sono temi che riguarderanno l’autorità giudiziaria, non il ministro dell’Interno”. Salvini non ha però specificato nulla di più, in una conferenza stampa per il resto incentrata sul tema della missione Sophia e sul dibattito per la chiusura del Cara di Castelnuovo.
Al di fuori della stretta attualità, Salvini ha rivendicato ancora una volta la bontà del suo operato da ministro dell’Interno e sottolineato per esempio che il 2019, secondo i dati del Viminale, è il “primo anno in cui si registrano in Italia più espulsioni che arrivi di migranti: a fronte di 155 arrivi, i rimpatri già effettuati sono stati 221, cui si aggiungono 368 respingimenti alla frontiera. Quindi 600 tra respingimenti ed espulsioni, ha detto Salvini.
Il vicepremier leghista ha poi snocciolato altri numeri sulle presenze di migranti ospiti nelle strutture italiane: “Nel confronto tra il primo gennaio 2018 e il primo gennaio 2019 si vede un incredibile meno 50mila“, ha affermato Salvini, spiegando che l’anno scorso le presenze nelle varie strutture erano 183mila e ad oggi sono 133mila”. “Fate il calcolo, moltiplicando per 30 euro al giorno, di che tipo di risparmio quotidiano si tratti”, ha commentato.