"Si dimetta da istituzioni che stanno ogni giorno divenendo più indegne dell'alto ruolo che sono tenute a rivestire. Le sue dimissioni forse potrebbero, accompagnate dalle sue parole, scardinare o almeno svelare l'alchimia di potere, di opportunismi, piccole furbizie e meschini interessi", scrive il vignettista
Presidente Roberto Fico lei ha pronunciato parole importanti quanto rare da ascoltare in questo nostro tempo di latrati e grugniti. “Siamo una Repubblica fondata sul concetto di accoglienza che è un valore di sempre, in ogni epoca e ogni tempo”. Mentre lei affermava questo cento diciassette persone annegavano nel Mediterraneo,trecento novantatré esseri umani che pensavano di essere finalmente in salvo, venivano riconsegnati nelle mani dei torturatori delle milizie libiche grazie alle “Pressioni” del presidente del Consiglio Conte, centocinquanta anime, private della “Protezione umanitaria” venivano deportate dal Cara di Castelnuovo di Porto grazie a un’inumana legge dello Stato.
Io ho ascoltato le sue parole Presidente. Le ho respirate come chi inala un refolo di aria pulita mentre è ammorbato dal tanfo del cinismo e della ferocia. In una atmosfera che è una miscela di grottesco e di tragedia. Ma non basta un refolo d’aria signor Presidente. Questo governo e questa maggioranza stanno compiendo veri e propri crimini contro l’umanità, piegando le Istituzioni a strumenti per perpetrarli, alimentando un “Consenso” fatto di paura e rancore cieco, rendendo una parte della popolazione tifoseria di nefandezze e consentendo il pestaggio squadrista contro chi ancora si oppone, anche solo in nome di quegli stessi Valori ai quali lei ha fatto riferimento. Non basta un refolo d’aria,per quanto limpida possa essere, seve un atto. Io le chiedo un atto. Non glielo chiedo per provocazione.
Glielo chiedo per amore e disperazione. Si dimetta signor Presidente. Si dimetta da istituzioni che stanno ogni giorno divenendo più indegne dell’alto ruolo che sono tenute a rivestire. Le sue dimissioni forse potrebbero, accompagnate dalle sue parole, scardinare o almeno svelare l’alchimia di potere, di opportunismi, piccole furbizie e meschini interessi che alimenta la macchina della barbarie che, come una ruspa, sta smantellando ciò che rimane dell’idea stessa di Società Civile e di Coscienza Morale condivisa. Si dimetta la prego, perché le parole, nemmeno le mie, non bastano più per non essere complici.
Con Stima.
Vauro Senesi