Politici che incitano all’odio e un discorso pubblico inquinato da razzismo e xenofobia, in particolare nei media e sul web. E’ la fotografia che dell’Italia che emerge dal rapporto di monitoraggio sul nostro Paese stilato dal Consiglio d’Europa e votato a Strasburgo. Un documento che la delegazione italiana, bipartisan, voleva cambiare con emendamenti, tutti però rigettati.

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa – che è un’organizzazione internazionale non legata alle istituzioni dell’Ue, che ha sede a Strasburgo e conta 47 Stati membri – “rimane preoccupata dall’aumento degli atteggiamenti razzisti, della xenofobia e delle posizioni anti-Rom nel discorso pubblico, in particolare sui media e su Internet, e dall’aumento dei discorsi d’odio da parte dei politici”, si legge in un passaggio del documento. Nel quale il Consiglio esprime preoccupazione anche per la chiusura dei porti italiani ai migranti.

Nel rapporto, che contiene anche una valutazione di quanto fatto da altri Paesi membri del Consiglio, sono dedicati all’Italia dodici paragrafi, su flussi migratori, lotta al razzismo, libertà dei media, giustizia, corruzione. Se nel testo non mancano le critiche e gli inviti a fare meglio, ci sono anche diversi apprezzamenti per quanto sinora fatto per allinearsi con gli standard dell’organizzazione. Così sul fronte della gestione dei flussi migratori mentre si esprime preoccupazione “per le recenti iniziative per impedire alle navi di soccorso di attraccare nei porti italiani” allo stesso tempo si plaude alla fine delle politiche di respingimento.

Sulla libertà dei media l’assemblea “si felicita per la riforma della Rai che ha lo scopo di migliorarne l’indipendenza, efficienza e sostenibilità”. Ma allo stesso tempo chiede di affrontare la questione della concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione e di depenalizzare la diffamazione introducendo anche un principio di proporzionalità per le sanzioni. Nel rapporto si accolgono positivamente anche le riforme della giustizia penale “inclusa quella sull’estensione della prescrizione” ma le autorità sono chiamate a intervenire anche sull’uso eccessivo della detenzione preventiva e la lentezza della giustizia.

Sul fronte della corruzione, che secondo l’assemblea “rimane diffusa e legata al riciclaggio e al crimine organizzato di stampo mafioso“, si riconosce anche come passo avanti la creazione dell’Autorità nazionale anti corruzione, l’approvazione della legge sul ‘whistleblowing‘ del 2017 e l’adozione del codice di condotta e le regole sui lobbisti della Camera dei deputati.

La delegazione italiana compatta nel proporre e difendere gli emendamenti su ogni paragrafo dedicato al Paese si è spaccata al momento dell’approvazione dell’intero testo. I 4 componenti Pd presenti, Andrea Orlando, Elena Boschi, Piero Fassino e Roberto Rampi hanno votato a favore assieme al deputato di Forza Italia Francesco Scoma. I restanti membri presenti appartenenti a Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e al gruppo misto del Senato hanno votato contro, con l’eccezione dell’astensione del deputato dei 5 stelle, Francesco Berti. Tutti i componenti della delegazione della Lega non erano in aula.

Giudizio sospeso sui diritti dei rom – Il Comitato per i diritti sociali del Consiglio ha sospeso il giudizio su quanto fatto dall’Italia per rimediare alle violazioni alla Carta sociale europea per quanto riguarda il diritto di Rom, Sinti e Caminanti all’alloggio, a non essere marginalizzati e esclusi socialmente, a essere protetti dal discorso d’odio. Nonostante alcuni risultati ottenuti nel garantire loro migliori condizioni abitative in alcuni comuni, e i progressi fatti nella scolarizzazione dei minori appartenenti a queste comunità, secondo il comitato le informazioni fornite dal precedente Governo nel febbraio 2018 non permettono di concludere che le violazioni riscontrate nel 2005 e 2010 siano state risolte.

Il comitato scrive che “le informazioni fornite non sono sufficienti a concludere che c’è stato un generale miglioramento per quanto riguarda le condizioni di vita nei campi e che la maggior consiglioparte delle misure descritte dalle autorità, per l’accesso all’alloggio, sono a uno stadio iniziale e quindi non è possibile stabilire il loro impatto”. Il comitato chiede alle autorità di fornire dati aggiornati sulle richieste di accesso alle case sociali di questi gruppi, e il numero di domande accettate. Inoltre il comitato chiede informazioni aggiornate sull’aumento o diminuzione del numero di sgomberi e sulle garanzie applicate. Infine vuole chiarimenti sulle misure prese per contrastare “in particolare la propaganda razzista e ingannevole contro Rom e Sinti indirettamente permessa o direttamente pronunciata dalle autorità”. L’Italia è chiamata a inviare queste in formazioni entro il prossimo ottobre.

Lega: “Scandaloso e inaccettabile” – La Lega si sente punta nel vivo e reagisce. “È scandaloso e inaccettabile che nella risoluzione in discussione al Consiglio d’Europa, sul monitoraggio sull’Italia – dove si scrive che il Governo è formato da un movimento di estrema destra, la Lega, e da uno anti sistema, i Cinque Stelle – si accusi il nostro Paese di una serie di gravi comportamenti razzisti, xenofobi e anti umanitari”, affermano in una nota Paolo Grimoldi, Alberto Ribolla e Manuel Vescovi, parlamentari del Carroccio nella delegazione italiana al Consiglio.

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