La conferenza stampa del presidente della Banca centrale europea al termine della riunione del consiglio direttivo: "Recessione, anche in Italia e Germania, non è una possibilità probabile. Nel breve termine la crescita sarà più debole. Le trattative sulla Brexit sono un rischio"
“C’è unanimità, nel consiglio direttivo della Bce, che la probabilità di una recessione sia bassa“. Lo afferma il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi nella conferenza stampa al termine della riunione. Draghi ha spiegato che “nell’analisi dei governatori non appare un evento probabile una recessione nell’Eurozona nel suo insieme”, aggiungendo che le condizioni cambiano da Paese a Paese. “Sulle possibilità di recessione in Italia e Germania, al momento il consiglio direttivo non la ritiene una possibilità probabile”, ha specificato Draghi. Anche se, ha evidenziato il presidente della Bce, “nel breve termine la crescita economica sarà probabilmente più debole rispetto a quanto anticipato”. In questo senso, le “lunghe trattative sulla Brexit rappresentano un rischio per la crescita economica”.
“I rischi per le prospettive” economiche dell’Eurozona “si sono mossi verso il basso”, ha proseguito Draghi, citando fra i fattori il protezionismo, gli scenari geopolitici, i Paesi emergenti e la vulnerabilità dei mercati finanziari. “La minaccia del protezionismo sta pesando sulla fiducia economica” ed “è ancora necessario un significativo stimolo monetario per sostenere l’inflazione” nell’Eurozona, ha sottolineato Draghi. Inflazione che nei prossimi mesi “rallenterà“, secondo il presidente della Bce, a causa del calo dei prezzi del petrolio.
“Il settore bancario” nell’Eurozona “è molto più solido rispetto all’inizio della crisi”, ha voluto poi sottolineare Draghi, specificando anche che “la Bce non ha esaurito tutte le sue munizioni e la sua cassetta degli attrezzi è sempre lì”. La Banca centrale, ha fatto intendere, è pronta ad intervenire se occorre: “”Ltro e Tltro sono stati entrambi molto utili e molto efficaci nel ripristinare la trasmissione politiche monetarie. Vogliamo che le Tltro (le maxi-aste di liquidità, ndr) – ha continuato – siano utili per affrontare un problema di frammentazione nei mercati del credito: devono essere parte di una strategia di politica monetaria, non uno strumento a favore di un settore di un paese”.
Nel corso della conferenza stampa, Draghi ha commentato anche i dati del sondaggio della Bce sul credito bancario (bank lending survey). Mostrano “un lieve irrigidimento principalmente in Italia, non nel resto della zona euro”, ha affermato. L’indagine, diffusa il 22 gennaio, evidenziava un “lieve irrigidimento dei i criteri di offerta sui prestiti a imprese e a famiglie per l’acquisto di abitazioni” e stimava “una lieve contrazione nel trimestre in corso mentre quella da parte delle famiglie continuerebbe a espandersi”.
Infine, il presidente della Bce ha risposto a una domanda sulla sua successone: “Non sento l’urgenza di trovare un mio successore“, ha detto. “Forse sono di parte, forse la gente mi vuole bene, ma, scherzi a parte, non decidiamo noi. Queste decisioni vengono prese altrove“, ha concluso Draghi.