Bagarre infuocata a L’Aria che Tira (La7) tra l’ex magistrato Antonio Di Pietro e il vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo. Il tema dibattuto è lo slogan salviniano “porti chiusi”, motto sul quale Di Pietro mette in evidenza la fallacia, spiegando che, secondo il codice della navigazione, a decidere sull’ingresso o meno di una nave in un porto è il ministro delle Infrastrutture e non quello dell’Interno.
Borgonovo concorda sulla natura propagandistica dell’hashtag #portichiusi, ma aggiunge: “Il diritto del mare si riferisce ai naufraghi, ma quelli che stanno sulla nave ong non sono naufraghi“.
Di Pietro sbotta: “Quindi, una persona deve pure tuffarsi in acqua e sperare di avere un po’ di aria. Ma che ci azzecca? Questo è cinismo“.
Esplode la polemica, che coinvolge anche il deputato del Pd, Gennaro Migliore, il quale insorge: “Ma a Borgonovo i migranti piacciono solo sotto l’acqua, così sono naufraghi?”.
Borgonovo,, che tenta invano di replicare, commenta: “Questa è la democrazia del Pd, della sinistra italiana, di Di Pietro. Questo è quello che fate da anni. Appena uno dice una cosa diversa, reagite così”.
“Ma quello che hai detto è omicidio morale, è istigazione all’omicidio” – risponde Di Pietro – “Stai dicendo che le persone devono morire in acqua, altrimenti non sono naufraghe”.
“Ma cosa sta dicendo?” – controbatte il giornalista – “Chi ce la porta quella gente in mezzo all’acqua?”.
E Di Pietro non ci sta: “Ma anche se la porta un delinquente, va salvata! Fosse anche un delinquente, non lo fai morire. Così si usa in uno Stato di diritto“.
“E allora vanno fermati i delinquenti” – afferma Borgonovo – “Chi li fa morire? Li fanno morire quelli delle Ong“.
“Vergogniamoci” – ribadisce Di Pietro – “Siamo assassini tutti quanti“.
“Sì, lei è assassino della grammatica“, commenta Borgonovo.
“Io sarò assassino della grammatica, ma tu sei un assassino della civiltà“, ribatte Di Pietro.
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