La Sea Watch 3, nave olandese dell’omonima Ong, è al sesto giorno di navigazione in mare con a bordo i 47 migranti salvati dopo il naufragio di un gommone in avaria. Si sta dirigendo verso l’Italia per sfuggire alla tempesta in arrivo: “Sul nostro mare si sta abbattendo un ciclone mediterraneo, fenomeno meteo piuttosto raro con onde di 7 metri, pioggia e vento gelido. SeaWatch sta navigando in questa tempesta cercando un riparo”, scrive su Twitter la Ong tedesca, motivando così gli spostamenti della nave nelle ultime ore. Il portavoce dell’organizzazione, Ruben Neugebauer, ha spiegato all’agenzia tedesca Dpa: “Ci stiamo dirigendo verso la Sicilia orientale. È l’unico posto in cui saremo un po’ più al riparo dal maltempo”. Per Matteo Salvini è “l’ennesima provocazione” e i porti italiani “sono chiusi”, mentre Luigi Di Maio invita a fare rotta “verso Marsiglia”. Ma il senatore Gregorio De Falco e il presidente di A Buon Diritto Luigi Manconi sottolineano che “non c’è alcuna chiusura. C’è un ministro che sostiene che lo siano, ma in base a una sua pretesa politica. Nessun atto formale, nessuna misura di Governo e nessun provvedimento del Consiglio dei Ministri ha stabilito questo”. Quindi la Sea Watch “può attraccare“.
Questa mattina il ministro dell’Interno ha ribadito la linea dura: “Non cambia, né cambierà. Nessuno sbarcherà in Italia”. Per Salvini la Sea Watch “ha vagato davanti alla Tunisia senza far nulla. Ha vagato davanti a Malta senza fare nulla e adesso arriva in Italia? Nisba. Andate in Olanda, in Francia, in Germania, andate dove volete ma non qui. Fatevene una ragione”, ha detto nel corso della diretta Facebook dopo che è stata chiesta l’autorizzazione a procedere in giudizio nei sui confronti per il caso Diciotti.
“La nave avrà da parte del governo italiano supporto medico e sanitario“, ha scritto su Facebook Di Maio, aggiungendo: “Invito a puntare la prua verso Marsiglia e far sbarcare le persone sul suolo francese, anziché aspettare inutilmente nelle acque italiane per giorni”. “Come stabilito a giugno 2018 nel consiglio europeo, le responsabilità dell’Europa sull’immigrazione sono condivise“, ha aggiunto, concludendo che “anche la Francia” deve “fare la sua parte”.
Il senatore De Falco e Manconi però dubitano che “sul piano giuridico e costituzionale, la chiusura dei porti sia possibile”. Infatti, scrivono in una nota, “la situazione descritta dal comandante della Sea Watch” potrebbe portarlo a ritenere la sua nave “in condizioni di potenziale pericolo, e anche in base a questo, oltre che per la presenza a bordo di minori e di molte persone in condizione d’ipotermia, chiedere e ottenere dalla Capitaneria di Porto il consenso all’attracco, come dovuto, al più presto”.
Mercoledì gli ultimi aggiornamenti sullo stato dei naufraghi sulla nave via Twitter: “I nostri ospiti a bordo soffrono molto il freddo“. Gli attivisti annunciavano già per oggi, giovedì, l’arrivo di “una forte perturbazione da nord-ovest: è prevista tempesta“. “Abbiamo bisogno di un riparo, di un porto sicuro al più presto”, ribadivano ancora una volta i soccorritori sul social network.
Il fronte dei sindaci – “Il porto di Napoli è aperto. Noi siamo pronti a ospitare donne e uomini che rischiano di morire in mezzo al mare. Napoli non sarà mai complice di crimini contro l’umanità. Anzi saremo testimoni quando un giorno si processeranno nei tribunali le persone responsabili di questi atti indegni e criminali non solo del nostro Paese ma anche di altri governi occidentali”, ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dando la disponibilità a fornire un porto alla nave Sea Watch 3. “Questi Governi disumani agiscono violando il diritto internazionale”, ha aggiunto.
“Palermo è pronta ad accogliere queste persone insieme a chi li ha salvati da morte certa”, ha scritto il sindaco Leoluca Orlando in una lettera al comandante della nave Sea Watch. “Di fronte alle ennesime tragedie del mare causate da politiche criminali e criminogene dell’Europa e dell’Italia e di fronte all’impegno umano e civile di chi salva vite umane, chiediamo – ha aggiunto Orlando – con urgenza che nel rispetto della Costituzione italiana e del diritto internazionale, sia garantito al più presto un approdo sicuro a questi naufraghi”.
Dopo il salvataggio – Da domenica scorsa la Sea Watch comunica che nessuno sta dando indicazioni alla nave su dove andare. “Chiediamo istruzioni e restiamo in attesa. Siamo stati rimandati ai libici che però non rispondono”, raccontavano allora le persone a bordo. “Sea Watch sta navigando verso Malta e le condizioni meteo sono in peggioramento. È necessario che Malta la accolga nel proprio porto, mentre l’Olanda – che chiede agli altri Paesi di far sbarcare gli immigrati – sia pronta a collaborare con La Valletta per gestire lo sbarco e l’accoglienza con la regia di Bruxelles“, aveva dichiarato ieri lo stesso Salvini.
5° giorno senza un porto sicuro per i 47 naufraghi a bordo di #SeaWatch.
Domani è in arrivo una forte perturbazione da nord-ovest: è prevista tempesta.
I nostri ospiti a bordo soffrono molto il freddo.
Abbiamo bisogno di un riparo, di un porto sicuro al più presto. pic.twitter.com/Ow3XDz8DMl
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 23 gennaio 2019