Carlos Ghosn non è più sul ponte di comando di Renault. Dopo Nissan, dunque, il manager 65enne, in carcere a Tokyo dallo scorso 19 novembre con l’accusa di false dichiarazioni sui suoi compensi e utilizzo di fondi dell’azienda a scopi personali, dice addio anche alla casa della Losanga. Dopo alcune anticipazioni dei media francesi, le sue dimissioni sono state confermate dal ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, al  World Economic Forum di Davos. Ricordiamo che il 15% delle azioni Renault appartengono proprio allo Stato francese.

Già qusta mattina, nel corso di un consiglio di amministrazione appositamente convocato,è stata ratificata la nomina dei suoi successori: Thierry Bolloré e Jean-Dominique Senard. Il primo, delfino dello stesso Ghosn e finora numero due dell’azienda, ricoprirà la carica di amministratore delegato mentre il secondo, che viene da Michelin, quella di presidente.

Il destino prossimo di Carlos Ghosn è invece quello di rimanere in galera almeno fino al 10 marzo dal momento che la richiesta di scarcerazione preventiva presentata dai suoi avvocati, previo versamento di una cauzione, è stata respinta dal tribunale di Tokyo. Perché c’è il timore che possa inquinare prove e influenzare testimoni. A questo punto, è verosimile che la detenzione possa durare fino al processo, che potrebbe iniziare non prima di sei mesi.

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