“La Tav va fatta: costa di più fermarsi, con qualche variazione, che riempire i buchi già fatti. Spero arrivi questo benedetto studio costi-benefici di cui io non ho visto neanche una pagina. Nei prossimi giorni sarò a Chiomonte dove le forze dell’ordine vivono da mesi per difendere un cantiere della Tav spesso oggetto di violenze”. Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, registrando il programma Povera Patria in onda domani su Rai2, ribadisce la linea del sì all’alta velocità sempre seguita dal Carroccio e riaccende la polemica con gli alleati di governo.
Lo fa nel giorno in cui Lega e M5s hanno raggiunto un accordo sulle trivellazioni– con il via libera all’emendamento che aumenta i canoni per le compagnie petrolifere e sospende per 18 mesi le ricerche di idrocarburi in mare – ma soprattutto nel giorno in cui il tribunale dei ministri, nel silenzio degli alleati a 5 stelle, ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per la vicenda della nave Diciotti. La richiesta verrà incardinata già mercoledì prossimo nella Giunta delle Immunità del Senato, che entro trenta giorni conta di trasmettere il proprio parere all’Aula.
Immediata la reazione di fonti parlamentari dello stesso movimento che confermano il no se l’analisi costi-benefici fosse negativa: “Se i costi saranno superiori ai benefici la Tav non si farà. Non per fare il dispetto a qualcuno ma per fare gli interessi di tutti gli italiani. Abbiamo il dovere di utilizzare i soldi dei cittadini con la diligenza del buon padre di famiglia”, ribadiscono le stesse fonti.