La maggioranza ha trovato l’accordo sulle trivelle. Dopo giorni di polemiche e il punto fermo messo dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa è arrivato il via libera all’emendamento al dl Semplificazioni, che giovedì sera ha ottenuto il via libera delle Commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato. L’accordo prevede, tra l’altro, l’aumento di 25 volte dei canoni annuali di coltivazione e stoccaggio degli idrocarburi per tutte le compagnie petrolifere e uno stop alle ricerche in mare di idrocarburi di 18 mesi per realizzare il ‘Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee’. Sempre giovedì le commissioni hanno approvato anche l’emendamento sponsorizzato dalla Lega che prevede il passaggio alle Regioni delle concessioni idroelettriche in scadenza. “Qui sembra che ci sia uno scambio tra trivelle e idroelettrico”, ha commentato il senatore Pd Stefano Collina. “Ma di strategia energetica nazionale non si sa nulla”.
Rischio ricorsi fino a quasi 500 milioni di euro
Secondo il calendario stabilito dalla capigruppo, il decreto resterà in commissione Affari costituzionali e Lavori pubblici anche venerdì per la conclusione dell’esame degli emendamenti, per poi arrivare in Aula lunedì ed essere approvato martedì. L’intesa si basa sull’aumento di 25 volte dei canoni per le concessioni, un incremento comunque ridotto rispetto alla proposta iniziale dei pentastellati che avrebbero voluto royalties superiori di 35 volte. È prevista anche la sospensione della ricerca di idrocarburi per 18 mesi, nelle more dell’adozione di un piano nazionale. Stando alla relazione illustrativa e tecnica che accompagna l’emendamento, l’attuazione del piano Pitesai “potrebbe generare possibili richieste di risarcimento o indennizzo, che gli operatori colpiti dagli effetti della moratoria potrebbero eventualmente chiedere” e che potrebbero andar da un minimo di 282,4 milioni a un massimo di 470,7 milioni di euro. I pentastellati parlano di “buon primo passo” e si dicono “soddisfatti”, la Lega però ha lasciato filtrare irritazione per il “partito del no”. “No solo agli sbarchi. Da oggi cominceremo a imporre dei sì“, ha detto il vicepremier Matteo Salvini. “Noi siamo quelli del ‘Sì’, del sì alle fonti rinnovabili, sì al turismo e allo sviluppo economico sano di questo paese, non siamo certamente quelli del no”, ha replicato il presidente dei senatori M5S, Stefano Patuanelli.
Conte: “Sospensione in attesa del piano Pitesai”
“Nell’attesa dell’adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai), si è convenuto di sospendere i procedimenti amministrativi relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione, di ricerca o di concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, di prospezione e di ricerca in essere, mentre non vengono sospese le istanze di proroga delle concessioni di coltivazione in essere”, ha spiegato il premier Giuseppe Conte riferendo l’esito del vertice di ieri sera con Luigi Di Maio, il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e Salvini che ha partecipato alla discussione al telefono.
Il ministro Costa: “Step by step”
Costa è stato tra i primi a commentare la ‘stretta di mano’: “Io sono uomo semplice, step by step. L’importante è che abbiamo iniziato un percorso con lo stile rigoroso di tutelare l’ambiente, la moratoria è già un bel passaggio”. Anche l’aumento dei canoni, sottolinea, “non è poco, considerate che le royalties per le estrazioni in Italia” finora sono state “le più basse d’Europa, quindi ritorno nostro particolarmente basso, elemento molto significativo”. “Soddisfazione” viene espressa dal capogruppo pentastellato al Senato, Stefano Patuanelli. “Siamo riusciti a bloccare qualsiasi tipo di prospezioni in mare e sulla terra, un risultato che rivendichiamo con orgoglio. Inoltre – aggiunge – siamo riusciti ad aumentare di ben 25 volte i canoni annuali di coltivazione e stoccaggio degli idrocarburi per tutte le compagnie petrolifere. Era inaccettabile che queste compagnie pagassero solo 40 euro in media di canone per chilometro quadrato”.
Legambiente: “Moratoria prende solo tempo”
“È stato fatto un buon primo passo” ma il governo “ora deve fare la maratona per fermare le trivellazioni di petrolio in Italia”, dice Legambiente. “Bene ha fatto il ministro Costa a tenere duro rispetto alla posizione permissiva della Lega, ma dopo questo compromesso ora servono tre cose”, avverte Stefano Ciafani, presidente dell’associazione ambientalista. Innanzitutto, “la legge per vietare l’uso di airgun”, oltre a “una legge per togliere i 16 miliardi di euro di sussidi ambientalmente dannosi alle fonti fossili” e poi “mettere un punto fermo alle nuove attività di trivellazione, perché tra 18 mesi e un giorno continueranno”. Insomma, dice Ciafani, “la moratoria è un modo per prendere tempo, non risolve problema alla fonte”. E ricorda che il M5S, “durante la scorsa legislatura si è sempre lamentato dei sussidi alle fonti fossili, ma nella legge di Bilancio governo e Mise non hanno tolto un centesimo di euro alle società petrolifere. E questo dal M5S lo pretendiamo, perché è stato il suo cavallo di battaglia quando era all’opposizione e ora che è al governo alle parole deve far seguire i fatti”.