I resti della promoter vennero ritrovati, due mesi dopo la scomparsa nel luglio 2017, in un orto e in un campo nelle campagne in provincia di Varese. In uno stralcio dell’inchiesta la moglie di Clericò, Alba De Rosa, è indagata per occultamento e vilipendio del cadavere
Fu Vito Clericò a uccidere e decapitare Marilena Rosa Re, i cui resti vennero ritrovati in un orto e in un campo nelle campagne in provincia di Varese. È quanto ha stabilito la giudice per l’udienza preliminare, Alessandra Simion, condannando all’ergastolo il 66enne di Garbagnate Milanese, in carcere dal settembre 2017 con l’accusa di omicidio della 58enne di Castellanza, scomparsa nel luglio di due anni fa.
Il gup ha accolto la richiesta della pm Rosaria Stagnaro. In uno stralcio dell’inchiesta la moglie di Clericò, Alba De Rosa, è indagata per occultamento e vilipendio del cadavere. Secondo quanto ricostruito, la 58enne lavorava come promoter in diversi supermercati e centri commerciali della zona; lui, ora in pensione, è un ex dipendente Esselunga ed ex vicino di casa della donna, che ha abitato per trent’anni a Garbagnate.
Dalle indagini è emerso che nel 2014 Marilena Rosa Re aveva consegnato a Clericò oltre 90mila euro perché li custodisse insieme alla moglie. La promoter, spiegano i magistrati, doveva versare circa 80mila euro al fisco per saldare un debito pregresso. La somma sarebbe dovuta essere corrisposta entro il 31 luglio 2017, il giorno successivo alla sua scomparsa. Nell’ultimo periodo, però, Marilena però appreso che Clericò non era più in possesso del denaro prestato, utilizzato per fronteggiare delle spese.