Al sindaco di MIlano, ed ex commissario di Expo, era stata contestata dalla procura generale di Milano anche l’accusa di abuso d’ufficio in relazione ad un affidamento diretto, senza gara, alla Mantovani spa, che vinse il maxi appalto, della fornitura di seimila alberi per arredare il sito espositivo
Giuseppe Sala è stato prosciolto anche in secondo grado. I giudici della corte d’appello di Milano hanno confermato il proscioglimento, deciso nel marzo dello scorso anno in udienza preliminare, del sindaco di Milano, ex commissario unico di Expo. L’accusa è di abuso d’ufficio ed era stata contestata alla fine in un filone dell’indagine sull’appalto per la Piastra dei servizi dell’Esposizione universale del 2015. La Procura generale aveva fatto il ricorso contro il proscioglimento. Sala è già a processo per un’imputazione di falso.
All’ex commissario di Expo e all’ex manager Angelo Paris (anche per lui oggi la conferma del proscioglimento) era stata contestata dalla procura generale di Milano anche l’accusa di abuso d’ufficio in relazione ad un affidamento diretto, senza gara, alla Mantovani spa, che vinse il maxi appalto, della fornitura di seimila alberi per arredare il sito espositivo. La procura generale aveva avocato l’inchiesta sulla Piastra dei Servizi sfilandola alla procura ordinaria.
Il proscioglimento per Sala era stato deciso dal gup Giovanna Campanile, il 29 marzo dello scorso anno. Oggi questa decisione di “non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste” è stata confermata anche dalla seconda sezione penale della corte d’Appello, come richiesto dai legali di Sala, gli avvocati Salvatore Scuto e Stefano Nespor, e dal difensore di Paris, Luca Troyer. I sostituti pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, invece, avevano insistito affinché il sindaco fosse mandato a processo: possono ancora ricorrere anche in Cassazione.
I pg sostenevano che Sala avrebbe travalicato i limiti dei poteri di deroga di cui godeva in virtù del suo ruolo di commissario unico. Poteri che, secondo i pg, avrebbe usato in modo improprio applicando la deroga prevista dal codice degli appalti per i servizi, per la quale era possibile l’affidamento diretto, ad una fornitura per la quale, invece, avrebbe dovuto indire una gara pubblica. Già per il gup, invece, “nessuna delle violazioni di legge indicate dall’accusa ha trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto”.
Sala è a processo per falso in un altro filone per la presunta retrodatazione di due verbali della commissione giudicatrice dell’appalto: è stata archiviata, invece, per lui un’ipotesi di turbativa d’asta.