I candidati renziani vanno meglio nelle poche isole felici rimaste del centrosinistra mentre Zingaretti vince quasi dappertutto e vola nelle zone in cui il Pd è più in difficoltà. Ma gli sconfitti già pensano al congresso: se il governatore del Lazio non avrà il 50% peserà il voto dei delegati
Nella terra che diede i natali al renzismo il voto nei circoli per il congresso del Pd lo vince Nicola Zingaretti. Giovedì in Toscana si è conclusa la prima fase della consultazione che si concluderà con le primarie del prossimo 3 marzo e i primi dati del voto delineano una classifica netta: il governatore del Lazio è stato votato dal 45% degli iscritti, l’ex segretario Maurizio Martina dal 37% mentre più staccato è il ticket Roberto Giachetti-Anna Ascani che ha ottenuto il 15% delle preferenze. In attesa delle primarie, il risultato assume un valore politico ancora più forte, considerando che a settembre scorso il congresso regionale era stato dominato dalla renziana di ferro Simona Bonafè, in aperta contrapposizione con le posizioni politiche di Zingaretti. Gli esponenti del Pd toscano vicini al governatore del Lazio esultano: “Per il Pd si apre una pagina nuova – ha detto ieri Emiliano Fossi, sindaco di Campi Bisenzio e membro del coordinamento di Zingaretti in Toscana – adesso dobbiamo cambiare passo rispetto al passato perché non ci possiamo permettere di continuare la lunga serie di sconfitte nelle elezioni amministrative che ha caratterizzato il Pd in regione”. In Toscana il congresso sta assumendo un significato politico ancora più rilevante visto che a maggio si terranno le elezioni amministrative: il Pd proverà a difendere le ultime roccaforti rimaste (Firenze e Prato) e a riconquistare Livorno. Ma nel frattempo è guerra sull’analisi del voto tra renziani e zingarettiani.
I risultati dei circoli toscani – Da un punto di vista territoriale, il voto dei circoli rispecchia perfettamente lo stato del partito in Toscana: i candidati renziani vanno meglio nelle poche isole felici rimaste del centrosinistra mentre Zingaretti vince quasi dappertutto e vola nelle zone in cui il Pd è più in difficoltà. Secondo i primi dati diffusi ieri, il governatore del Lazio ha fatto il pieno a Siena (66%), Livorno (58%), Arezzo (56%), Pisa (55%) e Valdicornia Elba (52%) mentre Martina ha vinto a Empoli (51%), Lucca (53%) e Massa Carrara. L’ex segretario dem ha ottenuto i risultati migliori anche a Firenze, città che in questi anni è rimasta indenne dall’assalto di centrodestra e Movimento 5 Stelle, e a Pistoia dove ha ottenuto il 41%. Il ticket Giachetti-Ascani, invece, si attesta intorno al 15% a livello regionale ed è arrivato secondo a Grosseto, in Val di Cornia (32%) e ad Arezzo (26%). Trascurabili invece i voti andati agli altri tre candidati alla segreteria del Pd, Francesco Boccia, Maria Saladino e Dario Corallo. “Quello della Toscana è un risultato straordinario – dice al fattoquotidiano.it la consigliera regionale e sostenitrice di Zingaretti, Alessandra Nardini – è emersa la consapevolezza di quanto sia fondamentale cambiare passo con decisione, essere nettamente distinti dalla destra, ricostruire un centrosinistra aperto e plurale e tornare a rappresentare i bisogni dei cittadini. Adesso tutto l’impegno è per le primarie del 3 marzo”.
I numeri della discordia – La fase dei circoli è solo la prima di un congresso che si concluderà con le primarie aperte a tutti ma nel frattempo i risultati di ieri hanno provocato uno scontro molto duro tra renziani ed esponenti della mozione Zingaretti. Se questi ultimi esultano per aver sconfitto dopo anni il renzismo proprio in Toscana (“per loro è stata una débacle” dice l’ex deputato Federico Gelli), gli esponenti vicini all’ex sindaco di Firenze provano a dare un’altra lettura del voto: “Se anche alle primarie venisse confermato il risultato dei circoli – spiega al fatto.it una fonte renziana – Zingaretti non avrebbe il 50% dei consensi e a quel punto sarebbe l’assemblea a decidere chi sarà il prossimo segretario nazionale. E non è escluso che Martina e Giachetti possano coalizzarsi in assemblea”. In sintesi, dopo le primarie del 3 marzo Giachetti potrebbe fare da ago della bilancia per la partita del congresso nazionale. E questa posizione è stata rivendicata anche nel comunicato ufficiale della mozione Martina in Toscana: “Dispiace vedere impegnati i sostenitori della mozione Zingaretti, dopo aver scommesso contro la candidatura a segretaria regionale di Simona Bonafè ed aver perso nettamente, descrivere come una ‘débacle’ degli avversari un confronto che al momento li vede ancora una volta minoranza – hanno scritto in una nota Luca Sani, Marco Recati e Antonio Mazzeo – i numeri nella nostra regione ci dicono che la proposta riformista, rappresentata dalle mozioni Martina e Giachetti, è ancora maggioritaria”. Ma gli esponenti vicini al governatore del Lazio non ci stanno: la convinzione è che alle primarie di inizio marzo, Zingaretti riuscirà a superare ampiamente il 50% dei consensi.