Polemica vivace a Otto e Mezzo (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e l’ex magistrato Gianrico Carofiglio. L’ex senatore Pd, nell’evidenziare le contraddizioni insite nel M5s, osserva: “Fare le promesse è facile. Anche io sono capace di fare una campagna elettorale in cui dico che do il reddito di cittadinanza di 5mila euro a tutti i disoccupati, senza che debbano neanche cercarsi un lavoro. Questa semplificazione del mondo dipende da due ragioni: un atteggiamento demagogico e una povertà di strumenti culturali. Nel momento in cui questa semplificazione sbatte contro la complessità del mondo” – continua – “produce uno sbriciolamento, in cui, da un lato, si cerca di sostenere sempre che loro hanno ragione e sono coerenti, e, dall’altro, si fanno compromessi nell’accezione negativa del termine, sempre più impresentabili e con soggetti sempre più impresentabili”.
Travaglio spiega che a una parte dell’elettorato M5s questo governo non piace e rievoca la genesi del governo gialloverde, col dietrofront del Pd a un dialogo coi pentastellati. Poi si rivolge a Carofiglio: “Mi dispiace che continui a considerarli come degli aborigeni fermi alla clava e alla pietra focaia. Hanno preso il 32 e mezzo percento”.
“Non ho detto questo” – insorge Carofiglio – “Questo mettere in caricatura quello che ho detto è veramente poco civile“.
Travaglio ribatte: “Le caricature sono quelle che fai tu quando parli di reddito di cittadinanza da 5mila euro al mese per disoccupati che nemmeno si cercano un lavoro, quando sai benissimo che il reddito di cittadinanza lo prende soltanto chi si cerca un lavoro. Tu li consideri dei cavernicoli e dei selvaggi” – continua – “con un atteggiamento molto classista e snob che spiega gran parte degli esiti delle elezioni, che poi vanno sempre a finire all’incontrario di come gli snob le auspicano. Gli elettori non sono tutti stupidi, non hanno l’anello al naso, né votano perché mettono Lino Banfi alla commissione italiana dell’Unesco. Votano su cose un po’ più serie”.
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