Il titolo è senza appello: “Reddito di cittadinanza, corsa all’anagrafe per rientrare nei requisiti”. L’occhiello spiega: “la tentazione dei cambi di residenza per ottenere l’assegno, rispettando i requisiti Isee con trucchi come finti divorzi. I controlli della guardia di finanza sui furbetti”. Ieri il Corriere della Sera ha dato la notizia di un primo segnale “evidente” degli effetti collaterali della misura contro povertà e disoccupazione voluta dai Cinque Stelle. La notizia ha contaminato la stampa nazionale, incendiato il dibattito e scatenato i social. Parte da un dato in arrivo dalla città di Savona dove, spiega l’incipit del servizio, si sarebbe registrata una “anomala” corsa al cambio di residenza nell’ultimo anno: per esattezza 1.839 trasferimenti all’interno della stessa città.
La tesi è che molti di quei trasferimenti siano fittizi, attivati per far figurare nuclei familiari autonomi – tra divorzi che non ci sono e figli che vanno a vivere da soli – al solo scopo di abbattere l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) sotto la soglia dei 9.360 euro e accedere così al reddito di cittadinanza. Eccola qui, la solita “italietta che si arrangia”. Il vicedirettore Massimo Gramellini riprende e valorizza la storia con la sua rubrica: “I furbetti del redditino”. Dove diventa certezza il fatto che “Come era prevedibile, è cominciata la caccia al reddito da parte dei cittadini che non ne hanno diritto”. Peccato che tutto il servizio si regga su un dato falso.
E’ bastato chiamare il servizio anagrafe del Comune ligure per scoprire che i 1.839 cambi “anomali” dell’articolo non lo sono affatto. La serie storica degli ultimi cinque anni, bollinata dai tecnici comunali, mostra che nel 2017 i cambi di residenza effettuati in città, sempre Savona su Savona, sono stati 1.845, cioé più di quelli richiamati come “anomali”. Ma il reddito di cittadinanza all’epoca era solo un programma dei Cinque Stelle (che stavano all’opposizione). Nel 2016 – quando al governo c’era Renzi – i cambi erano stati addirittura 1.985, picco della serie.
“Mi perdoni se mi vien da ridere” sbotta il sindaco di Savona. “So che avete richiesto i dati ufficiali, li ho visti e si vede chiaramente che è un caso montato” dice Ilaria Caprioglio al fattoquotidiano.it. I numeri dicono che i cambi di residenza sono pure diminuiti rispetto al passato. Che vuole, qui abbiamo giornalismo creativo, ma lì mi aspettavo un minimo di controllo in più sulle notizie”. Il problema non è solo questo. “L’altra cantonata che hanno preso è che dal 2012 la legge prevede la concessione immediata della cittadinanza, poi abbiamo 45 giorni di tempo e non tre mesi, come viene riportato, per fare le verifiche. Se i funzionari non riscontrano l’effettiva occupazione o dimora la segnalazione parte d’ufficio alla Procura. Ed è sempre successo, è un obbligo. Qui non c’è alcuna anomalia, e io non ho dato alcuna disposizione per verifiche straordinarie”.
Si scopre così, con due telefonate, il secondo caso di utilizzo di dati farlocchi da parte del quotidiano di via Solferino a distanza ravvicinata, dopo quello sull’allarme dei marchi delle auto di lusso che avrebbero subito effetti “devastanti” dall’ecotassa, come se chi può permettersi supercar da 100mila euro rinunciasse per 2mila di sovrattassa, che si aggiunge al caso della procedura di infrazione mai decisa dall’Europa ma spacciata per certa che ha provocato uno scontro tra l’inviato Ivo Caizzi e il suo direttore Luciano Fontana.