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Shoah, Fico su ‘Protocolli Savi di Sion’ citati da senatore M5s Lannutti: “Condanno con forza e vigore uso di falsi storici”

Voglio stigmatizzare un episodio accaduto in questi giorni per ricordare che l’utilizzo di falsi storici antisemiti ha già fatto danni considerevoli al popolo ebraico nella nostra storia. E per questo va condannato con forza e vigore. E io lo condanno con forza e vigore“. Così, nel corso del convegno ‘Trasmettere ed insegnare la Shoah è impossibile?’ a Montecitorio, il presidente della Camera, Roberto Fico, ha stigmatizzato, senza menzionarlo esplicitamente, la citazione dei Protocolli dei Savi di Sion da parte del senatore M5s, Elio Lannutti, in un suo post su Facebook.

Nel corso della conferenza, aperta da Fico insieme al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il presidente della Camera ha aggiunto: “Non c’è modo migliore per trasmettere la memoria ed evitare gli errori del passato che assicurarne adeguata e approfondita conoscenza a voi giovani. La memoria non costituisce soltanto un dovere verso le vittime e i sopravvissuti. E’ un imperativo morale e civile, reso urgente anzitutto dal fatto che, settantaquattro anni dopo l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, permangono preoccupanti focolai di antisemitismo. E molti ebrei nell’Unione Europa percepiscono rischi per la propria sicurezza, giungendo addirittura alla decisione di abbandonarla. Comprendere la Shoah” – ha continuato – “significa anzitutto ascoltare il racconto diretto, sconvolgente e inestimabile, di chi come Gilberto Salmoni è sopravvissuto all’inferno dei campi di concentramento. Significa acquisire coscienza del fatto che la Shoah, come ha osservato il presidente Mattarella, ‘per la sua micidiale combinazione di delirio razzista, volontà di sterminio, pianificazione burocratica, efficienza criminale, resta unica nella storia d’Europa’”.

E ha puntualizzato: “Si è trattato di un piano criminale di cui fu vittima il popolo ebraico unitamente a Rom, Sinti, disabili, omosessuali che non rispondevano ai canoni di purezza della razza, così come gli internati militari e gli oppositori del regime. Significa essere consapevoli che anche in Italia il regime fascista fu complice dello sterminio. Nel 1938 furono approvate e applicate le leggi razziali e dopo l’8 settembre del 1943 la Repubblica di Salò e le milizie fasciste collaborarono attivamente alla schedatura, alla cattura, alla concentrazione nei campi di lavoro e alla deportazione degli ebrei italiani, nostri concittadini, verso i campi della morte”.

Fico ha poi ricordato Carlo Finzi, direttore del Servizio Resoconti e degli studi legislativi della Camera: “Nel 1936, addirittura due anni prima dell’adozione delle leggi razziali, fu costretto al pensionamento dal regime fascista e il 16 ottobre del 1943 fu catturato e deportato ad Auschwitz-Birkenau dove fu mandato immediatamente alla morte. Insegnare la Shoah significa anche ribadire che la Repubblica e la sua Costituzione nascono dalla Resistenza e dall’antifascismo. Ma non si può insegnare ai giovani la Shoah se tutti noi nel nostro ambito, istituzionale e non istituzionale, non ci impegniamo a contrastare chi, dagli stadi di calcio al web, alimenta l’odio antisemita e, in generale, ogni altra forma di odio e discriminazione basata sulla etnia, sulla religione, sull’orientamento sessuale e sull’appartenenza a particolari gruppi sociali. Tutti noi dobbiamo reagire a ogni forma di negazionismo, inclusa quella di chi sminuisce la portata delle leggi razziali o il ruolo del regime fascista nell’Olocausto”.