Era rimasta paralizzata dopo essere stata travolta dalla folla in Piazza San Carlo il 3 giugno 2017. E oggi Marisa Amato, 65 anni, è morta all’ospedale Cto (Centro traumatologico ortopedico) di Torino, dove era stata ricoverata mercoledì nel reparto di Rianimazione per complicanze respiratorie. La procura di Torino disporrà l’autopsia. La donna era la ferita più grave tra le 1526 persone ospedalizzate dopo essere stata travolta dalla calca durante la finale di Champions League Juventus-Real Madrid a causa di un falso allarme terrorismo, in cui perse la vita Erika Pioletti, 38enne di Domodossola.

Il peggioramento negli ultimi giorniMarisa, che non stava assistendo alla partita, era stata travolta dalla folla in fuga mentre stava passeggiando con il marito in piazza San Carlo e aveva riportato un trauma vertebro midollare, che l’aveva resa tetraplegica. Dopo un lungo ricovero in ospedale, era tornata a casa dove aveva proseguito le cure. Negli ultimi giorni si erano manifestati i sintomi di una infezione che ha causato, come conseguenza, il peggioramento delle condizioni respiratorie. Per questo mercoledì pomeriggio era arrivata al pronto soccorso del Cto dove i sanitari le avevano diagnosticato un versamento pleurico, che è stato drenato e la sua difficoltà respiratoria è stata sorretta con ventilazione non invasiva. Ricoverata presso la Terapia Intensiva del Cto (diretta da Mauriziano Berardino) la paziente, si legge in una nota dell’ospedale, “ha espresso con lucidità e fermezza la volontà che la terapia, soprattutto il supporto respiratorio, non prevedesse mezzi invasivi come l’intubazione tracheale o la tracheotomia, qualora la ventilazione non invasiva non risultasse sufficiente, pur avendo ben chiaro che questa decisione avrebbe potuto portarla ad un peggioramento fatale. Secondo queste indicazioni è proseguita la terapia con discreta efficacia – prosegue la nota – ma alle 8 questa mattina il brusco peggioramento cardiovascolare ha causato la perdita della coscienza della paziente sino al momento in cui alle 9.15 si è spenta, attorniata dai familiari“, conclude la nota.

Il post sul Facebook lo scorso 3 giugno: “È stato un periodo colmo di sofferenza e fatica” – Durante questi anni, i figli di Marisa Amato per fondato una onlus I sogni di nonna Marisa per raccogliere fondi da destinare a chi soffre di disabilità motoria e ha difficoltà nell’acquisto di ausili medici. Lo scorso 23 ottobre Marisa non aveva voluto mancare alla prima udienza preliminare per i fatti accaduti la sera del 3 giugno 2017 ed era arrivata all’aula bunker delle Vallette su un’ambulanza accompagnata dai familiari. Lo scorso 3 giugno, Marisa aveva descritto su Facebook l’ultimo anno come “un periodo lungo, colmo di sofferenza e di fatica…fisica e mentale”. “Oggi più che mai conosco il valore della famiglia in ogni sfumatura…parenti, amici, conoscenti, compagni di vita ricomparsi dopo anni, e poi voi, voi della rete … non meno importanti degli altri – scriveva ancora Marisa -. Tutto questo calore costante e ininterrotto ha fatto sì che anche nei periodi più bui di questo percorso mi abbia dato quel pizzico di lucidità per far sì che tornassi ad ascoltare il mio istinto di sopravvivenza”. Un anno dopo piazza San Carlo, il desiderio di Marisa Amato era quello di riconquistare un briciolo di normalità. “Voglio tornare a casa e vivere, seppur in modo diverso, la mia quotidianità – diceva – fuori da queste mura tristi di quello che è l’ospedale, sempre e comunque con la speranza di migliorare questa mia condizione”. Non mancava “un pensiero dal più profondo del cuore” alla mamma e al papà di Erika Pioletti.

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