“Tutte le richieste di permessi di trivellazione che arriveranno sulla scrivania del ministro dell’Ambiente Costa non verranno firmate”. È la risposta, che arriva da fonti del Ministero, alle affermazioni del leader dei Verdi, Angelo Bonelli, che definisce “gattopardesco” l’emendamento sulle trivelle, inserito del dl Semplificazione, frutto dell’accordo tra Lega e M5S e in seguito al quale, secondo l’esponente politico “verranno autorizzate 15 nuove trivellazioni di cui quattro in mare (tre in Mar Adriatico e una nel canale di Sicilia ) e 11 sulla terraferma”. Dal Ministero smentiscono e ricordano che Costa “ha già espresso la sua intenzione di non firmare nuove autorizzazioni”. Un fatto è certo: accordo e scambio politico trivelle-idroelettrico a parte, non è facile capire cosa accadrà nei prossimi 18 mesi in base a quanto stabilito dall’emendamento che, se da un lato è stato definito dallo stesso ministro come “un bel passaggio”, dall’altro ha raccolto anche diverse critiche. Ad esempio fra in No Triv. Il primo step è capire qual è la situazione, in Italia, rispetto ai permessi di ricerca e prospezione (tra quelli richiesti e quelli ottenuti) e alle concessioni di coltivazione (anche in questo caso, sia per le istanze inoltrate, che per i titoli già accordati).
PERMESSI DI RICERCA E PROSPEZIONE – Nell’ultimo numero del Bollettino ufficiale per gli idrocarburi e le georisorse i dati sono aggiornati al 31 dicembre 2018. Risultano presentate 54 istanze di permesso di ricerca su terraferma e 25 in mare, oltre alle 5 richieste di permesso di prospezione in mare. In totale, dunque, si tratta di 79 istanze di permessi su un totale di 26.674 chilometri quadrati e 5 istanze di prospezione a mare su un totale di 68.335 chilometri quadrati. Cosa accadrà? Entro 18 mesi dall’entrata in vigore del dl Semplificazione dovrà essere approvato il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) “al fine di individuare un quadro definito di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, volto a valorizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle stesse”. Nel frattempo, però, in questo periodo (che può arrivare fino a due anni), “nelle more dell’adozione del Piano”, sono sospesi “i procedimenti amministrativi, ivi inclusi quelli di valutazione di impatto ambientale, relativi ai nuovi permessi di prospezione o di ricerca di petrolio e gas”.
Non solo tutti i procedimenti pendenti non riceveranno alcuna autorizzazione, ma l’emendamento sospende anche i permessi di prospezione o di ricerca già in essere, sia per aree in terraferma che in mare. Saranno interrotte “tutte le attività di prospezione e ricerca in corso di esecuzione, fermo restando l’obbligo di messa in sicurezza dei siti interessati dalle stesse attività”. Quante sono? Secondo il Buig i permessi di ricerca già ottenuti sono 47 sulla terraferma (di cui 14 già sospesi) e 26 in mare (di cui 10 già sospesi). In totale, dunque, 49. “Da bloccare subito” ha spiegato il M5S. In alcuni casi è stata presentata istanza di sospensione del decorso temporale. Secondo il costituzionalista Enzo Di Salvatore, cofondatore del Movimento No Triv “è prevedibile che i provvedimenti di sospensione dei permessi già rilasciati – spiega a ilfattoquotidiano.it – verranno quasi certamente impugnati dalle società petrolifere dinanzi al Tar per lesione del legittimo affidamento”. Nella relazione tecnica che accompagna l’emendamento già si prevede un costo di quasi 80 milioni di euro “a titolo di danno emergente per i titolari dei permessi di prospezione e ricerca sospesi”. Secondo le valutazioni della Direzione generale del Mise sono 39 i titolari di permessi che potrebbero battere cassa.
LE CONCESSIONI SALVE – La sospensione non si applica ai procedimenti relativi alle concessioni di coltivazione di petrolio e gas pendenti alla data di entrata in vigore della legge, anche se, nelle more dell’adozione del Piano “non è consentita la presentazione di nuove istanze”. In Italia le istanze di concessione di coltivazione presentate (stando ai dati del Bollettino) sono 5 in terraferma e 4 in mare, mentre i titoli già ottenuti dalle compagnie petrolifere sono 116 su terraferma e 66 in mare. Riguardo alle istanze, l’emendamento prevede una spesa di oltre 65 milioni di euro per risarcire “i 9 soggetti che hanno presentato istanza di rilascio di concessione per la coltivazione di idrocarburi”, in caso i procedimenti non siano conclusi con esito positivo entro la data di approvazione del piano. A questa cifra vengono aggiunti, nella relazione tecnica, altri 325 milioni (in via prudenziale, come lucro cessante). Le concessioni ad estrarre che verranno autorizzate sono principalmente di Eni, Agip, Edison e Total. Se le compagnie otterranno le autorizzazioni prima dell’approvazione del piano, i loro progetti andranno avanti. Altrimenti le cose si complicheranno. Dunque è prevedibile una corsa ad ottenere i titoli in tempi stretti. “C’è l’istanza di concessione relativa al permesso A.R94.PY che porterà a estrarre idrocarburi di fronte al parco del Delta del Po – aggiunge Bonelli – e, caso eccezionale, all’interno delle 12 miglia marine attraverso un’interpretazione abnorme dell’articolo 35 del decreto Sviluppo del 2012, promosso dall’allora ministro allo Sviluppo Economico del governo Monti, Corrado Passera”. Quella norma prevedeva una deroga al limite delle 12 miglia e faceva salvi i procedimenti autorizzatori e concessori in corso alla data del 29 giugno 2010”. Come ricorda Di Salvatore, però “ci si ritrova in questa situazione non tanto a causa dell’emendamento, quando a causa dell’esito del referendum abrogativo del 17 aprile 2016. Di fatto, l’emendamento non ferma progetti importanti come Tempa Rossa”. Proprio nei giorni scorsi, l’amministratore delegato della Total, Francois Rafin, ha criticato l’immobilismo della Regione Basilicata che non ha ancora concesso le autorizzazioni per l’avvio del Centro Olio Tempa Rossa, annunciando il ricorso al Ministero dello Sviluppo Economico.
GLI ALTRI PROCEDIMENTI SALVI – Il testo salva anche altri procedimenti, sia che essi siano in corso, sia che vengano avviati dopo la data di entrata in vigore della legge. Si tratta di quelli relativi alle proroghe delle concessioni di coltivazione in essere, di rinuncia a titoli minerari vigenti o alle relative proroghe, di sospensione temporale della produzione per le concessioni in essere e di riduzione dell’area, di variazione dei programmi lavori e delle quote di titolarità. Un problema sorge per le proroghe. “L’emendamento – continua Di Salvatore – conferma la politica attuata da Monti nel 2012, dando il via alla proroga automatica delle concessioni già scadute”. Cosa comporterà? “In questo modo – attacca Bonelli – tutte le concessioni della Basilicata continueranno a operare, come quella della Val D’Agri, che scadrà il 31 ottobre 2019”. “Il rischio di una proroga per altri dieci anni c’è per i cittadini lucani – commenta Di Salvatore – ma quello è un caso particolare”. Già, perché è in corso la procedura per il rilascio della nuova Aia (Autorizzazione integrata ambientale). “In quel caso – aggiunge il costituzionalista – bisognerà capire come verrà coinvolta la Regione”. Il problema resta, anche se la Lega ha ceduto: nelle aree che verranno definite incompatibili, secondo il piano, le concessioni vigenti alla data di entrata in vigore della legge potranno andare avanti fino alla scadenza (scatenando l’ira degli ambientalisti), ma non potranno essere ulteriormente prorogate.
DOPO IL PIANO – Come ribadito dal governo, il buon esito di questo provvedimento dipende tutto dal piano. Intanto perché se non dovesse essere approvato entro il termine previsto, andrebbe tutto in fumo. “L’emendamento – spiega Di Salvatore – introduce una normativa ‘a termine’: trascorsi i diciotto mesi, non ci potrà essere un altro piano”. E lo stesso accadrà se, approvato il piano, per qualsiasi motivo un giudice amministrativo dovesse bocciarlo. I termini cadranno “e la legge sarà morta”. Se, invece, tutto andrà secondo il previsto e il piano verrà approvato, allora le compagnie dovranno fare i conti con i divieti nelle aree protette. Nelle aree in cui le attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione risultino compatibili con le previsioni del piano, i titoli minerari sospesi riprenderanno efficacia. Nelle aree non compatibili, il Mise rigetterà le istanze relative ai procedimenti sospesi revocando, anche limitatamente ad aree parziali, i permessi di prospezione e di ricerca in essere. Se incompatibili, come si diceva, saranno rigettate anche le istanze per il rilascio delle concessioni di coltivazione per le quali le compagnie non avranno ancora ottenuto i titoli entro la data di adozione del piano. E per le concessioni di coltivazione vigenti (anche in proroga), che prevedono attività incompatibili? Manterranno la loro efficacia sino alla scadenza e non saranno ammesse nuove istanze di proroga.
Ambiente & Veleni
Trivelle, tra permessi bloccati e concessioni salve: nodi, numeri e problemi irrisolti dall’accordo Lega-M5s
FOCUS - Nuove polemiche dopo il via libera all'accordo Lega-M5s. Bonelli (Verdi): "15 nuove trivellazioni". Smentita del ministero dell'Ambiente, che aggiunge: "Costa non firmerà nulla". L'emendamento produce una situazione assai complessa, tra permessi da sospendere, eventuali risarcimenti e concessioni salve. Ma il punto principale resta l'adozione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee: se non avverrà nei prossimi 18 mesi la situazione tornerà identica a quella pre Dl Semplificazioni
“Tutte le richieste di permessi di trivellazione che arriveranno sulla scrivania del ministro dell’Ambiente Costa non verranno firmate”. È la risposta, che arriva da fonti del Ministero, alle affermazioni del leader dei Verdi, Angelo Bonelli, che definisce “gattopardesco” l’emendamento sulle trivelle, inserito del dl Semplificazione, frutto dell’accordo tra Lega e M5S e in seguito al quale, secondo l’esponente politico “verranno autorizzate 15 nuove trivellazioni di cui quattro in mare (tre in Mar Adriatico e una nel canale di Sicilia ) e 11 sulla terraferma”. Dal Ministero smentiscono e ricordano che Costa “ha già espresso la sua intenzione di non firmare nuove autorizzazioni”. Un fatto è certo: accordo e scambio politico trivelle-idroelettrico a parte, non è facile capire cosa accadrà nei prossimi 18 mesi in base a quanto stabilito dall’emendamento che, se da un lato è stato definito dallo stesso ministro come “un bel passaggio”, dall’altro ha raccolto anche diverse critiche. Ad esempio fra in No Triv. Il primo step è capire qual è la situazione, in Italia, rispetto ai permessi di ricerca e prospezione (tra quelli richiesti e quelli ottenuti) e alle concessioni di coltivazione (anche in questo caso, sia per le istanze inoltrate, che per i titoli già accordati).
PERMESSI DI RICERCA E PROSPEZIONE – Nell’ultimo numero del Bollettino ufficiale per gli idrocarburi e le georisorse i dati sono aggiornati al 31 dicembre 2018. Risultano presentate 54 istanze di permesso di ricerca su terraferma e 25 in mare, oltre alle 5 richieste di permesso di prospezione in mare. In totale, dunque, si tratta di 79 istanze di permessi su un totale di 26.674 chilometri quadrati e 5 istanze di prospezione a mare su un totale di 68.335 chilometri quadrati. Cosa accadrà? Entro 18 mesi dall’entrata in vigore del dl Semplificazione dovrà essere approvato il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) “al fine di individuare un quadro definito di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, volto a valorizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle stesse”. Nel frattempo, però, in questo periodo (che può arrivare fino a due anni), “nelle more dell’adozione del Piano”, sono sospesi “i procedimenti amministrativi, ivi inclusi quelli di valutazione di impatto ambientale, relativi ai nuovi permessi di prospezione o di ricerca di petrolio e gas”.
Non solo tutti i procedimenti pendenti non riceveranno alcuna autorizzazione, ma l’emendamento sospende anche i permessi di prospezione o di ricerca già in essere, sia per aree in terraferma che in mare. Saranno interrotte “tutte le attività di prospezione e ricerca in corso di esecuzione, fermo restando l’obbligo di messa in sicurezza dei siti interessati dalle stesse attività”. Quante sono? Secondo il Buig i permessi di ricerca già ottenuti sono 47 sulla terraferma (di cui 14 già sospesi) e 26 in mare (di cui 10 già sospesi). In totale, dunque, 49. “Da bloccare subito” ha spiegato il M5S. In alcuni casi è stata presentata istanza di sospensione del decorso temporale. Secondo il costituzionalista Enzo Di Salvatore, cofondatore del Movimento No Triv “è prevedibile che i provvedimenti di sospensione dei permessi già rilasciati – spiega a ilfattoquotidiano.it – verranno quasi certamente impugnati dalle società petrolifere dinanzi al Tar per lesione del legittimo affidamento”. Nella relazione tecnica che accompagna l’emendamento già si prevede un costo di quasi 80 milioni di euro “a titolo di danno emergente per i titolari dei permessi di prospezione e ricerca sospesi”. Secondo le valutazioni della Direzione generale del Mise sono 39 i titolari di permessi che potrebbero battere cassa.
LE CONCESSIONI SALVE – La sospensione non si applica ai procedimenti relativi alle concessioni di coltivazione di petrolio e gas pendenti alla data di entrata in vigore della legge, anche se, nelle more dell’adozione del Piano “non è consentita la presentazione di nuove istanze”. In Italia le istanze di concessione di coltivazione presentate (stando ai dati del Bollettino) sono 5 in terraferma e 4 in mare, mentre i titoli già ottenuti dalle compagnie petrolifere sono 116 su terraferma e 66 in mare. Riguardo alle istanze, l’emendamento prevede una spesa di oltre 65 milioni di euro per risarcire “i 9 soggetti che hanno presentato istanza di rilascio di concessione per la coltivazione di idrocarburi”, in caso i procedimenti non siano conclusi con esito positivo entro la data di approvazione del piano. A questa cifra vengono aggiunti, nella relazione tecnica, altri 325 milioni (in via prudenziale, come lucro cessante). Le concessioni ad estrarre che verranno autorizzate sono principalmente di Eni, Agip, Edison e Total. Se le compagnie otterranno le autorizzazioni prima dell’approvazione del piano, i loro progetti andranno avanti. Altrimenti le cose si complicheranno. Dunque è prevedibile una corsa ad ottenere i titoli in tempi stretti. “C’è l’istanza di concessione relativa al permesso A.R94.PY che porterà a estrarre idrocarburi di fronte al parco del Delta del Po – aggiunge Bonelli – e, caso eccezionale, all’interno delle 12 miglia marine attraverso un’interpretazione abnorme dell’articolo 35 del decreto Sviluppo del 2012, promosso dall’allora ministro allo Sviluppo Economico del governo Monti, Corrado Passera”. Quella norma prevedeva una deroga al limite delle 12 miglia e faceva salvi i procedimenti autorizzatori e concessori in corso alla data del 29 giugno 2010”. Come ricorda Di Salvatore, però “ci si ritrova in questa situazione non tanto a causa dell’emendamento, quando a causa dell’esito del referendum abrogativo del 17 aprile 2016. Di fatto, l’emendamento non ferma progetti importanti come Tempa Rossa”. Proprio nei giorni scorsi, l’amministratore delegato della Total, Francois Rafin, ha criticato l’immobilismo della Regione Basilicata che non ha ancora concesso le autorizzazioni per l’avvio del Centro Olio Tempa Rossa, annunciando il ricorso al Ministero dello Sviluppo Economico.
GLI ALTRI PROCEDIMENTI SALVI – Il testo salva anche altri procedimenti, sia che essi siano in corso, sia che vengano avviati dopo la data di entrata in vigore della legge. Si tratta di quelli relativi alle proroghe delle concessioni di coltivazione in essere, di rinuncia a titoli minerari vigenti o alle relative proroghe, di sospensione temporale della produzione per le concessioni in essere e di riduzione dell’area, di variazione dei programmi lavori e delle quote di titolarità. Un problema sorge per le proroghe. “L’emendamento – continua Di Salvatore – conferma la politica attuata da Monti nel 2012, dando il via alla proroga automatica delle concessioni già scadute”. Cosa comporterà? “In questo modo – attacca Bonelli – tutte le concessioni della Basilicata continueranno a operare, come quella della Val D’Agri, che scadrà il 31 ottobre 2019”. “Il rischio di una proroga per altri dieci anni c’è per i cittadini lucani – commenta Di Salvatore – ma quello è un caso particolare”. Già, perché è in corso la procedura per il rilascio della nuova Aia (Autorizzazione integrata ambientale). “In quel caso – aggiunge il costituzionalista – bisognerà capire come verrà coinvolta la Regione”. Il problema resta, anche se la Lega ha ceduto: nelle aree che verranno definite incompatibili, secondo il piano, le concessioni vigenti alla data di entrata in vigore della legge potranno andare avanti fino alla scadenza (scatenando l’ira degli ambientalisti), ma non potranno essere ulteriormente prorogate.
DOPO IL PIANO – Come ribadito dal governo, il buon esito di questo provvedimento dipende tutto dal piano. Intanto perché se non dovesse essere approvato entro il termine previsto, andrebbe tutto in fumo. “L’emendamento – spiega Di Salvatore – introduce una normativa ‘a termine’: trascorsi i diciotto mesi, non ci potrà essere un altro piano”. E lo stesso accadrà se, approvato il piano, per qualsiasi motivo un giudice amministrativo dovesse bocciarlo. I termini cadranno “e la legge sarà morta”. Se, invece, tutto andrà secondo il previsto e il piano verrà approvato, allora le compagnie dovranno fare i conti con i divieti nelle aree protette. Nelle aree in cui le attività di prospezione, di ricerca e di coltivazione risultino compatibili con le previsioni del piano, i titoli minerari sospesi riprenderanno efficacia. Nelle aree non compatibili, il Mise rigetterà le istanze relative ai procedimenti sospesi revocando, anche limitatamente ad aree parziali, i permessi di prospezione e di ricerca in essere. Se incompatibili, come si diceva, saranno rigettate anche le istanze per il rilascio delle concessioni di coltivazione per le quali le compagnie non avranno ancora ottenuto i titoli entro la data di adozione del piano. E per le concessioni di coltivazione vigenti (anche in proroga), che prevedono attività incompatibili? Manterranno la loro efficacia sino alla scadenza e non saranno ammesse nuove istanze di proroga.
Il potere dei segreti
di Marco Lillo 12€ AcquistaArticolo Precedente
Cambiamenti climatici, le imprese devono essere preparate. E il primo passo è valutare i rischi
Articolo Successivo
Trivelle, Di Maio: “Sono un attacco agli italiani e al nostro mare. Non svenderò nulla ai petrolieri del resto del mondo”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Germania, Cdu primo partito al 29%: “Ora veloci per la coalizione”. L’Afd vola al 20 e si offre: “Siamo pronti per governare”. Boom affluenza, arriva a quota 84%
Mondo
Ultima mossa di Zelensky: “Mi dimetto subito se l’Ucraina può entrare nella Nato”. Il 6 marzo Consiglio europeo straordinario a Bruxelles
Sport
Paura in Verona-Fiorentina: Kean si accascia in campo, è in ospedale. Poco prima una botta al volto
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.