Il signoraggio dopo il ‘ritorno’ revival di Beppe Grillo e Nemo cancellato per far posto a Popolo Sovrano. La direzione di Rai Due, affidata a Carlo Freccero, continua a far discutere. L’ultimo episodio riguarda un servizio andato in onda venerdì sera a Povera Patria con al centro il tema del signoraggio bancario. L’Italia, si ricorda, “è una delle nazioni più ricche al mondo eppure ha un debito pubblico di oltre 2300 miliardi di euro. Com’è possibile?”. E, dopo aver elencato “sprechi, ruberie e spese allegre”, nel servizio si dice che “una risposta sta nella parola signoraggio”.
Cos’è? Il servizio parla del “guadagno del signore che stampa la nostra moneta“, in altre parole – secondo l’impostazione di Povera Patria, che nella prima puntata ha ospitato il ministro Matteo Salvini – la differenza tra il costo di produzione e quanto incassato per il valore. E quindi la suddivisione delle “fasi” del signoraggio nel nostro Paese: fino all’inizio degli Anni Ottanta “il signore è lo Stato, cioè noi tutti, e attraverso la banca centrale che è di sua proprietà stampa moneta” e “la presta a sé stesso per offrire servizi e costruire ponti, gallerie e strade” e la stessa Banca d’Italia è obbligata ad acquistare i titoli invenduti.
Una fase che termina con la decisione, presa nel 1981, di “liberare” Palazzo Koch “dall’obbligo di acquisto”. La mossa, secondo il servizio del giornalista Alessandro Giuli, trasforma Bankitalia in un “istituto privato” e il “signoraggio diventa un lievito del nostro debito pubblico”. Una “espropriazione” terminata, dice sempre il servizio, con “l’adozione dell’euro e la nascita della Bce”. La ricostruzione è finita al centro delle polemiche su Twitter, con commenti negativi e sonore bocciature da parte dell’economista e columnist di Bloomberg, Francesco Giuliano, nonché dell’economista Riccardo Puglisi e del gestore di fondi Mario Seminerio. Il servizio viene bollato come una “roba immonda”, “fake news” e c’è chi chiede a Banca d’Italia e ministero dell’Economia di chiarire se ne condividano le tesi.
È l’ultima polemica attorno alla direzione di Freccero, che pochi giorni fa aveva annunciato la sostituzione di Nemo con il programma Popolo Sovrano, che sarà condotto da Alessandro Sortino, ex Iena poi approdato a Tv2000. “Sono orgoglioso, se parliamo del sovranismo che intendo”, aveva spiegato Freccero a Radio Capital. “Negli Anni Settanta non mi sarei mai definito sovranista, ma oggi questa parola vuol dire democratico, sostenitore del diritto del popolo a governare – aveva detto il direttore di Rai 2 – Me lo ha insegnato Mélenchon ai suoi esordi a Parigi: arringava il popolo richiamandolo ai valori della tradizione, che non erano Dio, patria, famiglia ma liberté, égalité, fraternité. Nel mondo veramente rovesciato, la sinistra mainstream crede nel mercato mentre la tradizione si ribella nel nome dell’uguaglianza e della solidarietà”.
E oggi Freccero, riguardo all’invito rivolto dagli aderenti alla campagna Twitter #facciamorete, affinché venga boicottato l’appuntamento con il programma C’è Grillo, che andrà in onda lunedì sera, ha risposto: “Quella di #facciamorete è tutta pubblicità – ha detto all’Adnkronos – Io riporto i personaggi storici della tv sullo schermo di Rai2, da Celentano a Grillo a Benigni e loro li vorrebbero censurare. Fate un po’ voi…”.