“Otto. Autobiografia di un orsacchiotto” di Tomi Ungerer (Mondadori)
Il libro, pubblicato in Germania nel 1999 e poi in Italia dal 2003, è ormai diventato un classico in grado di raccontare e spiegare la guerra e l’Olocausto ai bambini anche più piccoli. Otto è un orso di peluche confezionato in una fabbrica di giocattoli della Germania che si ritrova, oramai vecchio e malconcio, nel negozio di un rigattiere. È l’orsetto stesso a raccontare la sua storia e la sua amicizia con David e Oskar, due bambini tedeschi inseparabili. Otto viene infatti regalato a David nel giorno del suo compleanno dai suoi genitori e da quel momento i tre trascorrono insieme ogni giorno, divertendosi ed inventando nuovi giochi. David però è ebreo e un brutto giorno lui e la sua famiglia vengono portati via dai soldati, ma prima di andarsene David consegna Otto al suo amico. Ben presto la guerra raggiunge anche la città di Oskar e i bombardamenti aerei la radano al suolo; Otto si ritrova solo, salvato da un soldato americano che, una volta terminata la guerra, lo porta in America dalla sua famiglia. Le sue traversie non sono però ancora finite e solo molti anni dopo Oskar lo ritroverà nel negozio del rigattiere; i due ritroverannoinfine anche l’amico David di cui avevano perso le tracce molti anni prima.