Le prime indiscrezioni sull’autopsia eseguita sul corpo di Stefania Crotti confermano al presenza di quattro fori sul cranio della donna uccisa e poi data alle fiamme a Gorlago, nella Bergamasca, da Chiara Alessandri, l’ex amante del marito. Fori che, secondo chi indaga, sarebbero frutto di quattro colpi con un oggetto appuntito compatibile con il martello trovato sotto il cadavere carbonizzato trovato venerdì scorso ad Erbusco nel Bresciano. L’autopsia, eseguita nei laboratori di medicina legale degli Spedali civili di Brescia, è durata dal mattino fino al pomeriggio di sabato e al momento pare non sia stato possibile stabilire il momento del decesso. Servono nuovi esami per capire se la donna è morta prima o dopo le fiamme che hanno carbonizzato il corpo.

Intanto Chiara Alessandri resta in carcere, perché potrebbe usare ancora violenza, potrebbe scappare o “continuare ad occultare le prove e sviare le indagini“, come scrive il gip del tribunale di Brescia Tiziana Gueli nell’ordinanza di convalida del fermo. La donna nega di aver bruciato il cadavere, ma gli inquirenti non le credono anche perché in un’altra auto a sua disposizione è stata trovata una tanica di benzina. “Ero rimasta a piedi con la macchina qualche tempo prima”, ha provato a difendersi.

“E’ stata lei, è inverosimile che una terza persona sia intervenuta per bruciare il cadavere”, è la tesi del giudice bresciano che ha sottolineato come il delitto sia stato premeditato, addirittura da inizio gennaio: “Era ancora innamorata del marito della vittima, e voleva eliminare la donna che rappresentava un ostacolo al suo progetto“. Alessandri continua a negare di aver colpito la sua rivale in amore con il martello ritrovato sotto il corpo della vittima, nonostante sulla testa di Stefania Crotti siano state evidenziate dall’autopsia quattro ferite compatibili con un oggetto appuntito. “L’ho spinta durante un litigio, ha picchiato la testa contro lo spigolo della porta ed è morta”, è la sua versione.

Ma le celle telefoniche dicono che già il giorno precedente all’omicidio Chiara Alessandri era passata in auto dal bresciano dove ha poi abbandonato il corpo. “Mi ero persa e ho girato”, ha detto in interrogatorio. Per gli inquirenti erano invece sopralluoghi. Emerge poi un altro aspetto: prima di scegliere l’amico 63enne per fare da autista alla vittima e portarla, con una rosa in mano, bendata e con un biglietto con scritto “ti amo” nel garage dove poi è stata ammazzata, l’assassina rea confessa si era rivolta ad un altro uomo che però aveva rifiutato.

All’amico 63enne che ha effettivamente accompagnato Stefania Crotti nel garage di Gorlago dove è morta, Chiara Alessandri ha chiesto di mentire. Di dire ai carabinieri di aver visto la vittima uscire di casa da sola. Ma l’uomo non lo ha fatto e al contrario ha messo a disposizione il suo telefono cellulare nel quale erano ancora presenti i messaggi dell’assassina a quel punto rea confessa. Con quel “la festa con Stefania è andata bene”, inviato tramite messaggio vocale, mentre dalla provincia di Bergamo Chiara si sposta in quella di Brescia per disfarsi del cadavere, nascosto nel baule dell’auto che la donna farà lavare la mattina successiva nel tentativo di cancellare ogni traccia.

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