Cultura

Vaso di fiori, Berlino ammette: “L’opera trafugata dai nazisti è degli Uffizi”. Ma per ora non si parla di restituzione

"È responsabilità dell’autorità giudiziaria dei Lander esaminare l’ammissibilità del sequestro di un bene da parte di un’altra autorità giudiziaria di uno stato membro dell’Unione Europea in un procedimento penale ivi condotto. Il Governo federale non può fare alcuna valutazione ed esercitare alcuna influenza", ha detto il ministro degli esteri tedesco

di F. Q.

Il dipinto “Vaso di fiori” del pittore olandese Jan van Huysum, trafugato dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale, deve tornare in Italia. Lo ha detto ieri il governo tedesco riconoscendo che l’opera appartiene agli Uffizi di Firenze. “È certamente chiaro che il dipinto appartiene alla collezione degli Uffizi. Nell’ambito delle sue responsabilità il Governo federale sostiene il raggiungimento di questo obiettivo”, ha fatto sapere il governo di Angela Merkel, tramite il ministro Michael Roth, rispondendo al parlamentare italo-tedesco del Bundestag Fabio De Masi, deputato del gruppo della Linke (La sinistra), autore di una interrogazione sul trafugamento nazista del quadro del pittore olandese dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, portato da un soldato tedesco durante la Seconda Guerra mondiale e attualmente, nella disponibilità di una famiglia tedesca.

“In questo contesto il Ministero degli Esteri ha ripetutamente consigliato di restituire volontariamente il dipinto agli Uffizi – ha aggiunto il ministro tedesco – È responsabilità dell’autorità giudiziaria dei Lander esaminare l’ammissibilità del sequestro di un bene da parte di un’altra autorità giudiziaria di uno stato membro dell’Unione Europea in un procedimento penale ivi condotto. Il Governo federale non può fare alcuna valutazione ed esercitare alcuna influenza”.

“Sono doppiamente soddisfatto per questi sviluppi politici – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – da un lato perchè il fatto che la vicenda del Vaso di Fiori sia stata posta al centro di un’inchiesta parlamentare testimonia quanto anche il popolo tedesco abbia a cuore che la restituzione possa andare a buon fine. Dall’altro, perché il governo riconosce ufficialmente ciò che noi sosteniamo da tempo: e cioè che la casa legittima del capolavoro di van Huysum è a Firenze, in Palazzo Pitti”. Proprio Schmidt aveva lanciato un appello il 1 gennaio scorso per recuperare l’opera: “Ci auguriamo che nel corso di quest’anno possa essere finalmente restituito alle Gallerie degli Uffizi di Firenze”, aveva detto.

La storia del quadro – Il dipinto in questione è un capolavoro di Jan van Huysum (Amsterdam 1682-1749), pittore dinature morte di grandissima fama: si tratta di un olio su tela, cm 47 x 35, appartenente alle collezioni di Palazzo Pitti fin dal 1824, quando fu acquistato dal granduca lorenese Leopoldo II per la Galleria Palatina appena fondata. Per oltre un secolo restò esposto nella sala dei Putti, insieme ad altre nature morte olandesi realizzate dai massimi artisti del ‘600 e ‘700, tra i quali Rachel Ruysch e Willem van Aelst; nel 1940, quando all’inizio della guerra la reggia fu evacuata, il quadro venne portato nella villa medicea di Poggio a Caiano. Nel 1943 fu spostato nella villa Bossi Pucci, sempre a Firenze, fino a quando militi dell’esercito tedesco in ritirata lo prelevarono insieme ad altre opere per trasferirlo a Castel Giovio, in provincia di Bolzano. La cassa in cui si trovava il “Vaso di Fiori” di Palazzo Pitti venne aperta: l’opera trafugata finì in Germania, dove se ne persero le tracce.

Ricomparve solo decenni dopo, nel 1991, poco dopo la riunificazione tedesca: da allora, vari intermediari hanno tentato più volte di mettersi in contatto con le autorità in Italia chiedendone un riscatto. Una richiesta di tale assurdità che recentemente, dopo l’ultima oltraggiosa offerta, la procura di Firenze ha aperto un’indagine: il quadro infatti è già di proprietà dello Stato italiano, e pertanto non è alienabile né acquistabile. “A causa di questa vicenda che intacca il patrimonio delle Gallerie degli Uffizi, le ferite della seconda Guerra Mondiale e del terrore nazista non sono ancora rimarginate. La Germania dovrebbe abolire la prescrizione per le opere rubate durante il conflitto e fare in modo che esse possano tornare ai loro legittimi proprietari”, osserva Schmidt, sottolineando che “per la Germania esiste comunque un dovere morale di restituire quest’opera al nostro museo: e mi auguro che lo Stato tedesco possa farlo quanto prima, insieme, ovviamente, ad ogni opera d’arte depredata dall’esercito nazista”. Una riproduzione in bianco e nero del “Vaso di Fiori” di van Huysum (realizzata da Alinari), è da oggi simbolicamente esposta nella Sala dei Putti a Palazzo Pitti, corredata da cartelli con la scritta “rubato” in tre lingue, italiano, inglese e tedesco, ed una didascalia esplicativa che ricorda come a sottrarla alla sua naturale postazione furono soldati della Wehrmacht. “Saremo ben lieti di rimuovere questa memoria fotografica – conclude Schmidt – quando agli Uffizi sarà restituito l’originale”
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