Un appuntato di pg della Guardia di Finanza è accusato di “accesso abusivo ad un sistema informatico” e di questo reato Maria Teresa Principato è stata riconosciuta come persona offesa. Il magistrato invece è imputato per “rivelazione di segreto d'ufficio” e la contestazione riguarda una telefonata con la quale avrebbe informato il suo assistente dell'esistenza di un altro procedimento in cui Pulici è imputato assieme a Marcello Viola, all'epoca a capo della procura di Trapani
Sarà interrogata domani dal gup di Caltanissetta il magistrato Maria Teresa Principato che si trova nella duplice veste di imputata e contemporaneamente persona offesa. A giudizio infatti c’è anche Calogero Pulici, appuntato di pg della Guardia di Finanza applicato alla segreteria del magistrato fino all’agosto 2015. L’ufficiale è accusato di “accesso abusivo ad un sistema informatico” e di questo reato la Principato è stata riconosciuta come persona offesa. Il magistrato invece è imputato per “rivelazione di segreto d’ufficio” e la contestazione riguarda una telefonata con la quale avrebbe informato il suo assistente dell’esistenza di un altro procedimento in cui Pulici è imputato assieme a Marcello Viola, all’epoca a capo della procura di Trapani.
Il 9 ottobre 2017 Principato venne stata ascoltata come persona informata sui fatti dal pm Pasquale Pacifico (titolare di entrambi i procedimenti a carico dei magistrati) e al termine dell’interrogatorio avrebbe telefonato all’appuntato della Finanza che per anni era stato applicato alla sua segreteria. “Indebitamente – hanno scritto i pm nella richiesta di rinvio a giudizio – rivelava al finanziere indagato notizie coperte dal segreto. Segnatamente riferiva all’indagato l’oggetto del procedimento penale e in particolare che lo stesso era relativo al rinvenimento nei dispositivi informatici di esso indagato di ‘dati sensibili’ concernenti l’attività lavorativa e la sfera privata della stessa”.
La Principato per anni ha coordinato il pool investigativo sulla cattura del latitante Matteo Messina Denaro e nel medesimo periodo Viola stava indagando sulle relazioni tra la mafia trapanese e la massoneria. Tanto che per l’attuale procuratore generale di Firenze il pm nisseno aveva chiesto l’archiviazione perchè “è processualmente accertato un continuo rapporto di collaborazione e di scambio di atti tra le autorità giudiziarie di Trapani e Palermo”. Per Pulici e la Principato invece il pm Pasquale Pacifico ha chiesto il rinvio a giudizio e il gup lo scorso ottobre ha disposto il processo abbreviato condizionato all’interrogatorio dell’ex procuratore aggiunto, che ha chiesto la fonoregistrazione del suo esame.
“Parlare con Pulici era come parlare con la Principato”, dice un magistrato tuttora in servizio a Palermo. Il militare venne allontanato dagli uffici della procura nell’estate 2015 dopo essere stato denunciato da un collega per molestie sessuali alla sua compagna. L’indagine poi fu archiviata ma l’allontanamenteo dell’appuntato fu comunque confermato. “L’allontanamento – hanno scritto i pm nella richiesta di archiviazione per Pulici e Viola – era intervenuto contro la volontà della Principato e i rapporti tra i due erano rimasti sostanzialmente identici”. L’ufficiale adesso si trova a processo assieme alla Principato per essersi “introdotto abusivamente a più riprese in un sistema informatico protetto da misure di sicurezza, segnatamente nel computer della Principato, visionando e copiando, sui propri dispositivi, file di contenuto sia personale che professionale, compresi atti coperti da segreto investigativo, tra cui in particolare le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino”. Il reato sarebbe stato commesso fino al 25 ottobre 2016 ma a un anno di distanza la Principato è accusata di averlo contattato telefonicamente poco dopo essere stata ascoltata dai pm di Caltanissetta, rivelandogli l’indagine a suo carico.