Parole che non sono bastate a placare la polemica politica, rilanciata nei giorni scorsi da alcuni parlamentari del Pd che accusano il direttore della seconda rete di dare spazio a un leader politico: "La Rai dovrà rendere conto della sua dissennata decisione di mandare Beppe Grillo in prima serata. La maggioranza M5S-Lega vuole trasformare il servizio pubblico in nuovo Istituto Luce", ha scritto su Facebook il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci
Il direttore di Rai2 Carlo Freccero ha confermato l’indiscrezione trapelata nelle scorse ore riguardo al pagamento di 30mila euro da parte della Rai per la puntata del format “C’è” dedicata ai 40 anni di carriera del comico genovese Beppe Grillo. “Semplicemente, per fare questo programma, abbiamo dovuto acquistare i diritti degli spettacoli che lui ha fatto dopo l’ultima cacciata dalla Rai – ha spiegato il direttore della seconda rete -. Sono pochi spezzoni per un costo appunto di circa 30.000 euro. Non vedo davvero lo scandalo“. Per Freccero si tratta quindi di “un normalissimo atto di acquisizione di diritti“. Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini: “Sono sicuro che quei 30mila euro li darà in beneficenza. Anche perchè non ne ha bisogno”, ha detto.
“Vi assicuro – aggiunge Freccero – che il programma di Grillo è costato davvero poco, perché i diritti dei suoi programmi Rai sono della Rai. E quindi non abbiamo dovuto acquistare molto materiale. L’analogo programma su Benigni, che ha acquistato, da un certo anno in poi, tutti i diritti dei suoi show in Rai (lasciando alla Rai il diritto del solo passaggio in diretta), costerà giustamente molto di più… E pure lì, dov’è lo scandalo?”. “Io il programma di montaggio su Grillo, così come quello su Celentano e su Benigni, l’ho pensato perché non ho programmi pronti da trasmettere. E devo salvare la rete. E l’ho messo di lunedì per controprogrammare Celentano. Mi aspetto il 5-6%. Sono filmati che hanno già visto tutti. Spesso disponibili anche su YouTube. La polemica mi pare esagerata”, c
Parole che non sono bastate a placare la polemica politica, rilanciata nei giorni scorsi da alcuni parlamentari del Pd che accusano Freccero di dare spazio a un leader politico: “La Rai dovrà rendere conto della sua dissennata decisione di mandare Beppe Grillo in prima serata. La maggioranza M5S-Lega vuole trasformare il servizio pubblico in nuovo Istituto Luce“, ha scritto su Facebook il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci. “Temo che Freccero- ironizza Marcucci- ora possa trasmettere una serie a puntate anche sulle gesta dell’esule Di Battista. Ormai mi aspetto di tutto da questa gente”.
“Se Beppe Grillo fosse coerente dovrebbe rinunciare allo show su Rai Due e non solo al compenso economico”, ha rilanciato il deputato del Pd Roberto Morassut, che domenica aveva annunciato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda. “Il fatto che gli sia riservato un programma come artista non desta scandalo in sé. Quello che non va bene è che egli vada in prima serata in un momento nel quale egli viene percepito principalmente come leader politico. E non un leader qualunque, ma il capo del partito di maggioranza relativa”, ha aggiunto. “Ormai – spiega Morassut – dagli esponenti del Movimento Cinque Stelle ci stiamo abituando a tutto: condono, lavoro nero, appalti senza gara a Roma e ora clientelismo in Rai. Però Grillo non può fare la satira verso gli altri e fruire della vecchia attitudine spartitoria di “mamma Rai”. Lui in qualche modo resta un simbolo. Non è coerente. Faccia un bel gesto. Soprattutto ora che ha potere si batta per un sistema più trasparente nel campo delle nomine pubbliche in generale e delle commesse pubbliche nella specifica situazione”.