Ci sono episodi di comicità portati così all’estremo che invece di innescare il riso, portano un velo di tristezza. Albert Thibaudet parlerebbe di “grottesco triste”. Televisivamente parlando, gli esempi non mancano: l’ultima edizione del Grande Fratello Vip, per esempio, ha stiracchiato così tanto il modello originale da risultare grottesca in modo forzato, artefatto. Triste, appunto. Un trash farlocco, per niente spontaneo. E il pubblico se n’è accorto, rispondendo con ascolti non all’altezza delle aspettative di rete.
Esempio opposto è il programma che Amadeus conduce ogni sabato sera su RaiUno, Ora o mai più. Giunto alla seconda edizione, il meccanismo è quello della “vecchia gloria della canzone” in cerca di un riscatto. Esperienza quasi donchisciottesca, il cantante ormai scomparso dai radar del mercato discografico porta in scena perfino il tormentone che l’ha reso famoso, senza paura. In certi casi si tratta di gap temporali degni di “Ritorno al futuro”: Jessica Morlacchi, 30 anni e più, ex Gazosa, che si esibisce sulle notte di “www.mipiacitu” è un salto in una nuova dimensione. Tra i concorrenti ci sono nomi che potrebbero dire poco. Dici “Davide de Marinis” e pensi, “chi”? Poi parte “Troppo bella” e il pubblico si ritrova a canticchiare, a parte quelli che stanno guardando C’è Posta per Te. Già. Perché Amadeus senza macchia e senza paura ha scelto di sfidare Maria la Sanguinaria. E i risultati all’auditel l’hanno visto uscire sconfitto sì, ma con l’onore delle armi.
Merito non solo dei cantanti in gara ma anche di giuria/maestri, assortiti in modo ottimale. La regina Ornella Vanoni delizia la corte con affermazioni che diventano subito un cult social: il suo “spero di resistere caro, perché io verso le 10 crollo“, quasi sussurrato ad Amadeus che le stava promettendo una “grande serata”, resta indimenticabile. L’ “attaccabrighe” Toto Cutugno. La vispa Orietta Berti, 72 anni e una padronanza della voce da far impallidire i giovani concorrenti made in Amici. Il pacato Red Canzian, l’amico che seda la rissa nascente, quello che alle cene va sempre invitato (ricordarselo). Un assetto praticamente perfetto, condotto con maestria da Amadeus: d’altronde, ci fosse un paradiso delle seconde possibilità, alla porta ci sarebbe certamente lui. E così le dinamiche nascono spontaneamente, le scaramucce e le liti (epica quella “contro” il maestro Minghi al quale è stato detto, senza troppi giri di parole, che il suo maggior successo, “Vattene amore”, è una canzone brutta) si creano senza bisogno di attizzare troppo il fuoco. Volano frecciatine imbevute di cianuro che a confronto i siparietti sempre più costruiti tra Tina Cipollari e Gemma Galgani a Uomini e Donne sembrano uno spettacolo di cabaret svilente e per nulla comico.
Quello che Amadeus regala al suo pubblico è un trash spontaneo, festante e decoroso, come deve essere. E chi guarda si diverte, si affeziona, trova due ore di intrattenimento leggero. Se non fosse per la “forza propulsiva” di Maria c’è da scommettere che Amadeus (che può comunque accontentarsi) farebbe risultati eccellenti anche a livello di share. L’augurio, anzi, è di riuscire a vincere la sfida del sabato sera. Non per “demerito” dell’avversario (C’è posta per te è sempre C’è posta per te: come in un eterno “sabato della marmotta”, una fetta di pubblico rivive, anno dopo anno, le stesse cose), ma per meriti conclamati. Davide contro Golia, a colpi di battute di una strabiliante Ornella Vanoni. Chi non vorrebbe passare qualche ora con lei, un bicchiere di vino e cento aneddoti da ascoltare?