Tav “strategica”? Ma in Aula non c’è nessuno. Per discutere delle mozioni per il sì sono solo una decina (forse)
Non ci sono le votazioni? In Aula non c’è quasi nessuno. Un’abitudine che si ripete durante le sedute di
discussione generale. E vale anche per un tema che sembra diventato centrale negli ultimi mesi, sia per i favorevoli sia per i contrari, che hanno riempito le piazze, oltre che i giornali e le tv: la
Tav Torino-Lione.
A Montecitorio, infatti, per discutere delle mozioni pro-Tav di Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia, i 5 iscritti a parlare e pochi altri, quasi tutti esponenti delle opposizioni. In tutto, tra banchi dei sottosegretari, della presidenza e quelli dove siedono i deputati, i presenti superavano a fatica la decina. Settanta onorevoli erano “in missione”, come ha precisato il vicepresidente di turno
Ettore Rosato, al quale – salutando pure alcuni studenti a inizio seduta – è toccato di precisare: “Siamo in pochi oggi perché c’è una seduta che riguarda solo la discussione generale…”. Come se fosse implicito che per la discussione generale, per giunta di lunedì, oltre 500 deputati debbano restare a casa.
In Aula, dunque,
nonostante il dossier delicato che divide il governo – con il Carroccio favorevole all’opera e i Cinquestelle contrari, a risaltare sono state le
assenze. Totali tra i banchi della maggioranza, con M5s e Lega che non hanno nemmeno partecipato alla discussione. Ma anche tra le opposizioni, che con le mozioni intendono “stanare” il governo e provare a far emergere le contraddizioni interne all’esecutivo, i banchi sono rimasti per lo più vuoti. Pochi i democratici (oltre a
Davide Gariglio, intervenuto, anche
Carla Cantone,
Filippo Sensi ed
Enrico Borghi), pochi i forzisti (
Simone Baldelli e
Claudia Porchietto, entrambi intervenuti in discussione) e i deputati di Fratelli d’Italia (tra i quali
Wanda Ferro e
Riccardo Zucconi).
In particolare, Forza Italia ha chiesto di chiarire quali iniziative intende adottare per “consentire lo sblocco delle gare per l’avvio dei lavori definitivi della” Torino-Lione”, proponendo all’esecutivo di “rafforzare l’intervento in favore delle aree e delle popolazioni interessate dalla realizzazione dell’opera”, incrementando fino a 150 milioni di euro l’impegno a carico dello Stato per le opere compensative. Misure da coniugare a “ulteriori incentivi e defiscalizzazioni”, fino alla “possibilità di istituire una zona franca nell’area geografica interessata”. FdI ha rivendicato la necessità di indire un referendum consultivo sulla realizzazione dell’opera nelle Regioni coinvolte. Mentre il Pd, attaccando il ministro Danilo Toninelli e l’esecutivo, ha parlato di “furto ai danni dell’erario”.
Mentre M5s e Lega lavorano alla possibilità di presentare una mozione unitaria nei prossimi giorni,
in modo da prendere tempo in attesa dei risultati dell’analisi costi-benefici, nessun deputato della maggioranza è intervenuto nella discussione, così come
anche il governo si è riservato di intervenire in un altro momento. Il presidente di turno dellìAssemblea,
Ettore Rosato, ha così rinviato il prosieguo della discussione ad altra seduta. E i voti sulle mozioni? Al momento, i tempi sembrano ancora lunghi, perché il calendario dei lavori della Camera, per le prossime settimane, prevede prima l’arrivo di diversi decreti e le votazioni sulla proposta di legge costituzionale sul referendum.