Vederti bambino mentre giochi nella via Gluck, godermi la scena di te che rimani folgorato a sentire Bill Haley cantare Rock Around The Clock. Le prime esibizioni nei locali di Milano, Bruno Boogie Dossena, Claudia che ti fa innamorare (che lei hai detto la prima volta che l'hai incontrata?). E il primo festival di Sanremo, la nascita del "clan", la storia con Don Backy, tutte cose che ho sentito raccontare e che avrebbero reso la trama avvincente, ci scommetto...
Caro Adriano,
Probabilmente non lo sai, o forse sì. Sei uno che dà l’impressione di sapere un mucchio di cose. Comunque, John Lennon durante la sua adolescenza e nei primi anni con i Beatles, si era messo a scrivere racconti e poesie che più avanti vennero pubblicati in una raccolta, John Lennon in his own write. “Ci saranno per forza delle teste dure che si chiederanno perché parte del libro non ha senso. Niente di questo libro deve avere senso e se è divertente allora basta così”. Questa era la prefazione di Paul McCartney. Ho pensato a queste parole guardando il tuo Adrian. Immagino che, al di là della ricerca di senso, tu non volessi “solo” divertire, ma anche far riflettere e mi rincresce scrivere che, dal mio umile punto di vista, non t’è riuscito fare né l’una né l’altra cosa. “Lo spettacolo è mio, lo faccio come voglio io”, dici tu. E va bene. D’altronde sei uno dei migliori di sempre, una mole di talento difficilmente replicabile. E sei pure arrivato a quell’età in cui uno vuole fare solo quello che gli pare. Va bene. Questa cosa del cartone animato ti frullava in testa da un po’, dicono. Ora, tu che sei uomo di stile, sai meglio di me che un cappotto, pur se ha un taglio splendido ed è fatto con un ottimo tessuto, tenuto nove anni o più dentro un’armadio rischia di invecchiare, di puzzare di naftalina. Qui però, più che di invecchiamento, si tratta di idea.
Se proprio avevi in testa di mettere in scena un cartone animato, a me sarebbe tanto piaciuto vederne uno sulla storia della tua vita. Anche perché una parte ho potuto godermela solo dopo, nei filmati d’archivio che ogni tanto vanno in onda a Techetechetè o su Youtube. Banale dici? Forse sì, ma davanti alla tv siamo gente semplice (con progetti grandiosi, sia inteso). Vederti bambino mentre giochi nella via Gluck, godermi la scena di te che rimani folgorato ascoltando Bill Haley cantare Rock Around The Clock. Le prime esibizioni nei locali di Milano, Bruno Boogie Dossena, Claudia che ti fa innamorare (che le hai detto la prima volta che l’hai incontrata?). E il primo festival di Sanremo, la nascita del “clan“, la storia con Don Backy, tutte cose che ho sentito raccontare e che avrebbero reso la trama avvincente, ci scommetto.
Sarebbe stato niente male vederti cantare 24000 Baci, dinoccolato come Lupin e carismatico come Dylan Dog. Accidenti se mi sarebbe piaciuto. E avrei visto volentieri anche Mina in versione cartoon, così per intuire dalla storia se eravate amici, per sentirvi chiacchierare. Pensa, col tuo cartone avresti potuto portarci perfino sul set de La Dolce Vita, farci vedere Fellini all’opera, attraverso i tuoi occhi. E potevamo essere in qualche modo lì, mentre discutevi con Pasolini dell’adattamento cinematografico del Ragazzo della via Gluck. Le canzoni, il rock’n’roll, e poi la televisione quando hai deciso di prenderti anche quella e di “portatela via” a colpi di pause e di “spegnete il televisore”.
Adriano (scusa se mi prendo la libertà di chiamarti per nome, è che scrivere una lettera al “Signor Celentano” mi viene meno facile e dà l’impressione che io prenda questo suggerimento troppo sul serio), io un cartone così l’avrei visto volentieri. Ancora più volentieri, avrei visto te in carne e ossa per più di cinque minuti ma va bene, si è capito che proprio quello non lo volevi fare. E allora mi sarebbe andata bene anche l’animazione di te, della tua vita, di un percorso artistico che dura da 50 anni e che vede passare dal finestrino un’Italia che cambia paesaggio, governi, idee. Immagino sarebbe stato bello, tra l’altro ora che l’industria discografica si è stravolta in modo definitivo e ci sarebbe bisogno di tenere viva la memoria.
Non so se avrebbe aggiunto qualcosa alla tua carriera ma il fatto è che, sempre secondo me, c’è poco da aggiungere. Sull’immortalità che certi artisti si guadagnano sul campo, io direi che puoi stare sereno. Oppure non te ne frega niente perché sei uno che non vuole raggiungere l’immortalità attraverso le sue opere ma vivendo per sempre, per dirla alla Allen. In ogni caso, ti lascio. Spero di non essermi dilungata troppo ma so che, nel caso, capirai.
Con stima,
Claudia
p.s (In quel cartone animato, sarebbe stato bello se ci avessi infilato anche Storia D’amore. E’ la mia preferita e a essere sincera a volte me la guardo anche nella versione di Mike Patton)