“E’ bastato un post apparso in una discussione del sito dell’Anpi della piccola Rovigo a scatenare un putiferio in un’Italia che dovrebbe avere ben altri e più gravi problemi. E’ un intervento scritto non so neppure da chi, ma ne prendiamo le distanze. Non rappresenta il nostro pensiero”. Antonella Toffanello, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Rovigo cerca di gettare acqua sul fuoco. Ma ormai la frittata è fatta perché sul sito dell’associazione è comparsa una frase che nega l’esistenza delle foibe. Testuale: “Eh sarebbe bello spiegare ai ragazzi delle medie che le foibe le hanno inventate i fascisti, sia come sistema per far sparire i partigiani jugoslavi, che come invenzione storica. Tipo la vergognosa fandonia della foiba di Basovizza…”.
“Era una discussione interna, non una dichiarazione ufficiale” aggiunge Toffanello, che si affida poi a una dichiarazione scritta. “L’Anpi non ha mai negato l’esistenza delle foibe, né ha neanche di sfuggita accennato alla vicenda dei profughi istriani. Il nostro riferimento era all’esistenza delle foibe come descritte dalla vulgata di destra”. Fa riferimento ad alcuni documenti de “La Nuova Alabarda” dove “se ci si prende la briga di leggerli, si potrà scoprire che il numero degli infoibati a Basovizza è infinitamente inferiore a quelli propagandati; tanto che abbiamo invitato a leggere il dossier prima di commentare, ma è evidente ciò non è avvenuto”. La presidente Toffanello ricorda un convegno dell’Anpi a Milano in cui fu affrontato il problema del “Confine Orientale”, con la presenza di storici italiani, sloveni e croati, da cui scaturì un documento che Anpi approvò nel 2016 nel congresso di Rimini. “Ciò avvenne nel completo rispetto della legge che istituisce il Giorno del Ricordo. L’ANPI, nel riconoscere la drammaticità dell’esodo delle popolazioni istriano-dalmate, non si presta a polemiche o strumentalizzazioni relative alla questione sulle Foibe, ritenendo che i documenti prodotti dagli storici abbiano chiarito ruoli e responsabilità storiche”.
Su Facebook, mentre i partigiani preparavano questa precisazione si è nel frattempo scatenato il putiferio. Con intervento immediato di politici. “È sconcertante e allarmante vedere come un’associazione che si vanta di tramandare la storia e la memoria, neghi pubblicamente, attraverso i social, una tragedia immane come quella delle foibe, in nome di un’ideologia seguita ormai da pochi nostalgici bolscevichi” ha dichiarato Luciano Sandonà, consigliere regionale del gruppo Zaia Presidente. “E’ vergognoso e inaccettabile quel post dal sapore negazionista” ha dichiarato Luca De Carlo, deputato veneto di Fratelli d’Italia. “Farò un’interrogazione al governo. Vogliamo sapere come possa una sezione di un’associazione che riceve centinaia di migliaia di euro di finanziamenti statali e locali permettersi di insultare le tante vittime del regime di Tito e i loro parenti”. Roberto Novelli, deputato di Forza Italia, ha addirittura “dato mandato ai legali di presentare denuncia contro l’Anpi Rovigo ai sensi dell’articolo 604 bis del Codice penale, che prevede la pena da due a sei anni per chi minimizza in modo grave e pubblico la Shoah o i crimini di genocidio, di guerra o contro l’umanità”.