Sessantanove punti di penalizzazione, diciannove partite da recuperare (chissà come, se e quando), quattro squadre ad un passo dal fallimento: il bilancio della Serie C è un’ecatombe. Più che un campionato, ormai pare una farsa: non che non fosse già successo negli anni precedenti, ma stavolta la situazione è davvero sfuggita di mano a Figc e Lega Pro, che non sanno dove sbattere la testa. Mercoledì 30 il consiglio federale affronterà l’argomento ma difficilmente potrà prendere una soluzione definitiva.

I 4 CLUB IN CRISI – C’è il Pro Piacenza che da oltre un mese non si presenta in campo, ha perso tre partite a tavolino di fila e poi ha costretto la Lega a rinviare le altre a tempo indeterminato (alla quarta scatta la radiazione e bisogna decidere il da farsi). C’è il Matera che, rimasto senza giocatori veri tutti entrati in sciopero, fa giocare le giovanili ed espone i propri ragazzini a delle figuracce (ieri 1-6 in casa contro la Vibonese). Ci sono Lucchese e Cuneo che vivono alla giornata, tra stipendi non pagati, bollette in sospeso e il rischio di rimanere persino senza stadio: è in questo clima che domenica l’allenatore dei toscani, Giancarlo Favarin, ha colpito con una testata il vice degli avversari.

LA FIDEIUSSIONE FINWORLD – Sono situazioni molto diverse fra loro: alcuni avevano debiti pregressi (come il Matera), altri li hanno accumulati di recente (come il Pro Piacenza, sui cui conti ci sono una serie di ombre svelate da Il Fatto Quotidiano); queste due sembrano praticamente spacciate, Lucchese e Cuneo forse possono ancora sperare. Ci sono però anche dei punti di contatto: tutte hanno problemi economici, hanno cambiato proprietà negli ultimi mesi e non hanno la fideiussione Finworld, la garanzia dichiarata irregolare dalla Federcalcio dopo un lungo contenzioso. È proprio questa a complicare ulteriormente il quadro: in teoria, le regole prevedono il deposito di una fideiussione proprio per casi simili, per arrivare al termine della stagione quando la proprietà non è più in grado di garantire l’ordinaria gestione. Stavolta, però, non c’è nessuna garanzia da escutere (o perlomeno non si sa se sarà possibile farlo); di qui il brutto spettacolo che si vede sul campo, tra ragazzini mandati allo sbaraglio e partite rinviate a data da destinarsi.

IL PRECEDENTE DELLA VIBONESE – Il problema è che la Figc non sa come uscirne. Tutti invocano l’esclusione dei club senza documenti regolari, lo stesso presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, lo aveva lasciato intendere ma i termini giuridici per farlo rischiano di non esserci. Manca, infatti, una regola esplicita che preveda l’esclusione per chi gioca senza fideiussione. O meglio, ci sarebbe pure: si potrebbe applicare l’art. 8 del codice di giustizia sportiva sulle “violazioni in materia gestionale economica”. Quando è stato fatto, però, ai danni del Messina retrocesso all’ultimo posto dal tribunale federale su ricorso della Vibonese, fu la stessa FederCalcio (allora c’era Tavecchio) ad opporsi a quella sentenza che avrebbe stabilito un principio, pur di non riconoscere ai calabresi il risarcimento a cui avrebbero avuto diritto. Anche per questo oggi non è tecnicamente facile “cacciare” i club morosi: “Si sono fatti scacco matto da soli”, commenta l’avvocato Cesare Di Cintio, che curò il ricorso della Vibonese (su cui adesso dovrà pronunciarsi il Tar nei prossimi mesi).

LA LINEA DELLA FIGC – Il quadro delle responsabilità è molto complicato. Ci sono gli errori delle istituzioni, sul caso Vibonese nella precedente gestione e sulla gestione delle fideiussioni Finworld durante il commissariamento del Coni. C’è anche un problema di norme e controlli: col senno di poi ci si chiede come abbiano potuto questi club iscriversi al campionato (la Lucchese in estate era in difficoltà, il Matera già l’anno scorso non aveva pagato alcuni stipendi). Resta la domanda fondamentale: che si fa adesso? Un provvedimento di esclusione di imperio è difficile: la Figc dovrebbe rinnegare se stessa e soprattutto rischierebbe di fare un favore ai club inadempienti, prestando il fianco a facili ricorsi. La linea allo studio dei legali federali è quella di accompagnarli il più rapidamente possibile verso la “morte sportiva”: ad esempio con i risultati delle ispezioni in corso (il Pro Piacenza è rimasto con 12 tesserati e potrebbe non avere uno stadio a disposizione, così perderebbe la quarta partita a tavolino e sarebbe radiato); oppure vigilando sulla ferrea applicazione delle sanzioni già previste. Chi non sostituisce la fideiussione riceverà altri 8 punti di penalizzazione e soprattutto 350mila euro di multa: l’esclusione potrebbe scattare al mancato pagamento, e per queste società già in crisi economica potrebbe essere impossibile farlo. Poi dal prossimo anno per giocare bisognerà avere per forza la garanzia in regola, e il presidente Figc Gabriele Gravina vuole proporre l’esclusione già al mancato pagamento della seconda bimestralità degli stipendi. Intanto questo campionato di Serie C non lo salva più nessuno.

Twitter: @lVendemiale

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Istanbul Başakşehir tra pregiudizi, accuse fondate e successi sportivi. “La verità è che sta rivoluzionando il calcio turco”

next
Articolo Successivo

Coppa Italia, la vendetta dei tifosi del Frosinone nei confronti del Napoli: lo sfottò su Twitter dopo l’eliminazione

next